La cultura di una città è come un mosaico di storie e di opere d’arte che si intrecciano nel tempo. Piacenza, con la sua ricca eredità artistica, ha recentemente fatto un grande passo avanti nella valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Due volumi dedicati alla “Storia dell’arte a Piacenza” sono stati presentati, rivelando l’importanza della città nel panorama artistico italiano. Questo progetto ambizioso, che analizza secoli di storia artistica, non solo arricchisce il catalogo culturale della città, ma si propone anche di educare le nuove generazioni a valorizzare il proprio passato.
Il primo volume della “Storia dell’arte a Piacenza” è stato pubblicato lo scorso anno, trattando il periodo che va dal Medioevo al Rinascimento. Il secondo volume, recentemente presentato, si concentra sul Seicento fino all’Ottocento. La presentazione di questo secondo volume è avvenuta nella suggestiva Sala convegni della Veggioletta, alla presenza di autorità e ospiti. Questo importante appuntamento ha segnato non solo un traguardo editoriale, ma anche un momento di riflessione sul patrimonio culturale di Piacenza. La curatela di Stefano Pronti ha sottolineato come l’obiettivo di questo progetto editoriale sia quello di rendere più accessibile il patrimonio artistico locale, non solo a storici dell’arte, ma anche ad un pubblico più ampio, con un occhio particolare ai giovani.
Pronti ha messo in evidenza l’importanza della Banca di Piacenza nel sostenere la realizzazione di questi volumi. La Banca è infatti attivamente coinvolta in tante iniziative di restauro e valorizzazione del patrimonio, dimostrando un mecenatismo che ha permesso di recuperare numerosi edifici storici. Questo legame tra cultura e istituzioni finanziarie è un chiaro esempio di come le forze private possano giocare un ruolo fondamentale nella conservazione della storia locale.
Nei volumi si approfondiscono diverse discipline artistiche. La suddivisione in generi come architettura, pittura e scultura aiuta a navigare più facilmente tra i diversi aspetti dell’arte piacentina. Il curatore ha sottolineato come, durante il periodo analizzato, siano state esaminate non solo chiese e palazzi ma anche una serie di opere artistiche di grande significato. Nel Seicento, ad esempio, sono stati presi in esame 14 chiese e 20 palazzi. Tuttavia, il numero scende a 2 per il Settecento, rendendo evidente l’importanza del primo secolo studiato.
Tra i nomi citati, ci sono figure illustri come Malosso e Carracci per la pittura, oltre a diversi scultori che hanno contribuito a rendere la città un vero e proprio scrigno di opere. Inoltre, l’autore ha fatto notare che l’Ottocento, pur trattato in modo più sintetico, ha visto grandi trasformazioni urbanistiche e importanti opere pubbliche realizzate da architetti di fama. La storia che emerge dalle pagine di questi volumi è quella di una città in continua evoluzione, che ha saputo mantenere viva la propria identità artistica nel corso degli anni.
Il direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese, Antonio Iommelli, ha partecipato con entusiasmo alla presentazione, evidenziando come la realizzazione di questi volumi colma una lacuna importante nella conoscenza della storia artistica di Piacenza. Si tratta di un’operazione culturale che va oltre l’atto editoriale. Essa rappresenta un regalo per la città e per coloro che desiderano esplorare le bellezze nascoste di Piacenza. Iommelli ha richiamato l’attenzione su artisti storici come Luigi Scaramuccia, il quale ha descritto la città nel 1672, dimostrando come Piacenza fosse un centro di grande valore artistico.
Questa riflessione ci porta a capire quanto sia vitale il collegamento tra passato e presente per costruire una comunità consapevole delle proprie radici. La possibilità di riscoprire e apprezzare il patrimonio artistico lascia sempre un segno profondo nella cultura di una città, e in ciò la presentazione dei volumi si presenta come un’ottima opportunità per iniziare questo percorso di riscoperta.
La presentazione dei volumi ha visto anche la partecipazione di Anna Còccioli Mastroviti, co-autrice dei testi, che ha spiegato come l’architettura di Piacenza rappresenti un capitolo straordinario nel libro, dando avvio ad una discussione sul valore architettonico e artistico della città. Con oltre 120 palazzi nobiliari e opere d’arte straordinarie, Piacenza viene paragonata a città di grande prestigio come Bologna. Còccioli ha messo in risalto con orgoglio la bellezza della chiesa dei Teatini di San Vincenzo, sottolineando come essa segni l’inizio del racconto architettonico della città.
In aggiunta, Susanna Pighi ha portato un contributo importante parlandoci degli stucchi e delle opere d’arte lignea presenti in città. Le sue parole hanno invogliato i presenti a visitare luoghi come l’oratorio di San Giuseppe a Cortemaggiore, un esempio di meraviglia artistica restaurato con cura.
Tale entusiasmo è sintomo di una comunità che non solo custodisce, ma valorizza anche il proprio patrimonio. L’impegno congiunto della Banca di Piacenza e dei diversi attori coinvolti nel progetto è un segno che il futuro culturale della città è luminoso. La passione per l’arte si riflette nelle iniziative promosse, e chiunque abbia avuto l’opportunità di partecipare a eventi come questo può percepire la vita pulsante che scorre tra le opere e i monumenti piacentini.
Di fatto, la consegna delle copie della strenna 2024 ai presenti ha rappresentato un ulteriore tassello alla crescita culturale della città. E mentre i piacentini possono ora esplorare la storia della loro città attraverso queste pagine, è chiaro che il viaggio per comprendere fino in fondo il proprio patrimonio è solo all’inizio.