Lo smartworking produce numerosi vantaggi, ma causa un importante consumo dell’energia. Quali accortezze seguire per evitare di incorrere in bollette pazze?
La crescente diffusione dello Smart Working ha totalmente rivoluzionato il mondo del lavoro. Questa nuova filosofia garantisce a lavoratori e lavoratrici una maggior flessibilità e autonomia nella gestione dei propri compiti, a partire dalle tempistiche e dagli orari, direttamente da casa propria, senza doversi recare presso l’effettivo posto di lavoro.
Grazie al lavoro flessibile, dunque, le persone posso scegliere autonomamente gli strumenti da utilizzare per lo svolgimento del proprio lavoro, e quindi per il raggiungimento di determinati obiettivi precedentemente chiariti.
Tra i principali punti a favore dello Smart Working, vi sono sicuramente un beneficio nei costi per gli spazi fisici e per gli spostamenti che derivano dal lavoro, una riduzione del tasso di assenteismo, in quanto il professionista può lavorare in modo pratico ma immediato, ed infine, secondo quello che è stato il responso di vari sondaggi, un miglioramento nell’effettiva produttività dell’azienda.
Tuttavia, i dispositivi che vengono più frequentemente utilizzati per lo svolgimento del lavoro, come i laptop o i PC fissi, consumano grandi quantità di energie. I Personal-Computer, in particolare, possono arrivare a sfruttare fino a 400 watt anche durante lo svolgimento di compiti come la navigazione sul web o l’utilizzo di software, se l’attività continua per diverse ore. Per non parlare, poi, delle operazioni ad alta intensità, come l’elaborazione di grandi quantità di dati.
Sostenibilità nel mondo digitale
La sostenibilità e l’efficienza energetica stanno assumendo un’importanza sempre crescente nel dibattito quotidiano. Per questo, anche le grandi case produttrici di apparecchi elettronici hanno cominciato a manifestare una sensibilizzazione e un’interesse crescente in merito a tali tematiche. La più significativa operazione è stata l’introduzione della certificazione Energy Star; tale attestazione contraddistingue i dispositivi dotati di elevati standard di efficienza energetica.
Indipendentemente dall’operato e dalle iniziative messe in atto dai grandi produttori, anche noi, comuni cittadini, possiamo fare davvero la differenza con i gesti e le buone abitudini adottabili nel tempo. Continuando a parlare proprio dei PC, ad esempio, ci basterà ridurre la luminosità dello schermo nei momenti in cui non è necessario mantenerla elevata, oppure ricordarci di selezionare la modalità stand-by quando l’apparecchio non è in funzione. E’ vero anche che i dispositivi, se non utilizzati consumano molto meno, ma ciò non vuol dire che non consumino per niente.
Quali accortezze seguire per ridurre i consumi?
Tra le principali accortezze che ci permetteranno di risparmiare considerevolmente sui consumi vi è l’attivazione del risparmio energetico, possibile dalla tendina posizionata nella parte bassa dello schermo, che disattiverà funzioni non fondamentali nell’uso del computer, riducendone, ad esempio, anche la luminosità, ma comportando benefici in termini di risparmio di consumi e di impatto ambientale: così facendo sarà, infatti, possibile ridurre i consumi fino al 37%. Optare per lo spegnimento del dispositivo, permetterà di massimizzare i consumi, ancor più di quanto fatto grazie allo stand-by.
Allo stesso modo, è consigliabile staccare il PC dalla propria presa nel momento in cui non viene sfruttato, perché alcuni dispositivi, come lo stesso computer, continuano a ‘succhiare’ l’energia se restano attaccati, anche se non si sta godendo delle loro prestazioni. Se il dispositivo non è in uso, potrai sfruttare la funzione ‘spin down’, rallentando il disco rigido e producendo un consumo che tocca addirittura il 90%. Se ti trovi, invece, ad acquistare un nuovo dispositivo, dai priorità a quelli che sono dotati di monitor LCD, ossia quelli schermi che utilizzano la tecnologia dello stato solido; questa scelta ti permetterà di consumare tra il 50 e il 70% dell’energia.