Siria: Aleppo conquistata dai ribelli e attaccata dai russi – Ultime notizie!

Assad resta fermo: “Sconfiggeremo i terroristi”. Ma a Damasco la tensione sale e le notizie di scontri e possibili colpi di stato fanno il giro del mondo. Con telefonate tra Ankara e Mosca che riflettono la delicatezza della situazione, la Siria è di nuovo al centro dell’attenzione internazionale.

Un’immagine che porta con sé un peso simbolico incredibile è quella della testa di pietra della statua di Basel Assad, il fratello del presidente, che rotola sulla piazza. Un gesto che sembra non solo un atto di vandalismo, ma rappresenta un cambiamento profondo e radicale. Vederla rotolare è qualcosa che in pochi avrebbero potuto predire fino a poco tempo fa. Eppure, la scena di oggi, con i ribelli di Hts e la bandiera del Free Syrian Army che sventola, è a dir poco sorprendente. Già, perché Aleppo, la seconda città più importante della Siria, è tornata sotto controllo completo dei ribelli.

Non si è conclusa neppure la giornata, che l’aeroporto di Aleppo è già caduto. È avvenuto dopo la ritirata delle forze curde, le quali fino a poco prima erano partner di Damasco nella lotta contro gli islamisti filo-turchi. Un fatto che ha lasciato molti perplessi. Dalle fonti militari ufficiali giungono notizie rassicuranti: “È solo temporaneo”. Ma l’atmosfera è carica di incertezze, e non è chiaro se queste parole possano infondere un senso di sicurezza o meno. In parallelo, i cacciabombardieri russi fanno il loro ritorno sulla scena con raid sulla periferia occidentale di Aleppo e su diverse località della provincia di Idlib. Le vittime si contano a decine, ma la momentum dei ribelli non accenna a rallentare.

La strategia dei ribelli

È interessante notare come le forze di Hts, al comando di Abu Muhammad Jolani, stiano portando avanti l’offensiva. Louy Alyounis, un giornalista che si è unito ai ribelli, sottolinea come l’obiettivo sia ora di spingere verso Hama. In questo contesto, si fa anche menzione della M5, l’autostrada principale che unisce Aleppo a Damasco, ora bloccata per scoraggiare eventuali rinforzi da parte del regime. Le notizie sul campo parlano di un schieramento impressionante: decine di migliaia di miliziani ben armati e preparati, in grado di avanzare senza incontrare particolari resistenze fino ad ora.

Questa strategia di accerchiamento e blocco rimane un punto chiave del loro piano. È un gioco audace, e ciò che i ribelli hanno concentrato è una manovra che ha già dimostrato una certa efficacia. Tuttavia, è cruciale analizzare la reazione del governo siriano davanti a tale situazione. Le parole di Bashar Assad, che si limitano a dichiarare “sconfiggeremo i terroristi”, sembrano non fare molto effetto, soprattutto considerando voci di scontri armati all’interno delle proprie forze governative. La tensione inizia a farsi sentire, e le divisioni interne potrebbero rivelarsi più dannose per Damasco di quanto si possa immaginare.

Illuminare la situazione internazionale

Nel contesto di questa crisi, il clima diplomatico sta cambiando rapidamente. I ministri degli Esteri di Turchia e Russia, Hakan Fidan e Sergey Lavrov, hanno avuto una conversazione per discutere delle nuove tensioni in Siria. E non è chiaro quali mosse possano compiere sia Ankara che Mosca. La situazione si complica ancor di più dopo il tentativo di riavvicinamento tra la Turchia e Damasco, attualmente in fase di stallo. I rapporti tra i due paesi oscillano in una danza di rispetto e diffidenza, rendendo difficile prevedere l’evoluzione della crisi.

In questo contesto, è interessante notare l’azione di Teheran, che non resta a guardare. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, è già previsto in visita in Siria oggi, per tenere colloqui prima di proseguire verso Ankara. Questo impegno da parte dell’Iran potrebbe indicare una volontà di non lasciare la scena siriana alle sole potenze regionali e potrebbe, in ultima analisi, influenzare le dinamiche in campo.

Sviluppi e riferimenti italiani

Dalla capitale italiana, ci giungono indicazioni importanti anche sui cittadini italiani presenti in Siria. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha rassicurato che non ci sono attuali pericoli per i 120 italiani che si trovano ad Aleppo e i 150 a Damasco. Durante incontri fortemente strategici, si è discusso anche della partenza di un convoglio dell’Onu da Aleppo verso la capitale. Gli italiani presenti sul territorio saranno attentamente seguiti, e si evidenzia la necessità di mantenere un monitoraggio continuo della situazione che non accenna a calmarsi.

La Siria rimane una terra complessa, dove le dinamiche cambiano di giorno in giorno e dove ogni notizia e sviluppo sembrano aggiungere un ulteriore strato alla già intricatissima situazione politica. I prossimi eventi potrebbero avere ripercussioni enormi, sia sul piano locale che su quello globale.

Published by
Ludovica Rossi