Cartelle esattoriali e pensione sono due termini che, purtroppo, molti cittadini italiani conoscono fin troppo bene.
In Italia, le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate Riscossione rappresentano lo strumento attraverso il quale lo Stato recupera i debiti dai contribuenti. Questi debiti possono derivare da imposte e tasse non pagate come l’IMU, la TARI, il bollo auto, l’IRPEF, l’IRAP, il canone RAI e sanzioni per infrazioni al Codice della Strada. Ma qual è l’impatto di queste cartelle sulla pensione?
Per chi è già in pensione o si avvicina a questa fase della vita, è fondamentale comprendere come le cartelle esattoriali possano influenzare il diritto a ricevere la pensione e l’importo effettivo percepito. La pensione rappresenta il frutto dei contributi previdenziali versati durante la vita lavorativa, mentre le cartelle esattoriali riguardano tributi e imposte non pagate. Tuttavia, quando i debiti derivano da contributi previdenziali non versati, la situazione si complica.
Cartelle esattoriali e pensioni: rischio blocco pensione
Se un lavoratore autonomo o un dipendente non ha versato sufficienti contributi previdenziali all’INPS, potrebbe non avere diritto alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dell’età pensionabile. Questo accade perché il mancato versamento dei contributi riduce il montante contributivo necessario per calcolare e ottenere la pensione. La soluzione più efficace è saldare le cartelle esattoriali prima di fare richiesta della pensione, permettendo di raggiungere i requisiti necessari per l’assegno pensionistico.
Per i pensionati con cartelle esattoriali aperte, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può disporre il pignoramento presso terzi. Questo significa che l’INPS può trattenere una parte della pensione per recuperare i debiti accumulati. Tuttavia, esistono limiti di legge sulla percentuale massima di pensione pignorabile, garantendo al pensionato un minimo vitale.
Un altro scenario comune è il pignoramento del conto corrente dove viene accreditata la pensione. In questo caso, una volta che la pensione è stata accreditata sul conto, l’Agenzia può intervenire per recuperare le somme dovute, rispettando le soglie minime imposte dalla legge per tutelare il pensionato.
Per chi non riesce a saldare immediatamente il debito, una soluzione può essere la rottamazione delle cartelle esattoriali. Questa operazione consente di rateizzare il pagamento del debito con il fisco, spesso con una riduzione di sanzioni e interessi. Una volta completato il piano di pagamento, i versamenti effettuati possono essere riconosciuti ai fini pensionistici, permettendo di ricalcolare l’importo della pensione.
La gestione delle cartelle esattoriali è un aspetto fondamentale per proteggere il diritto alla pensione e garantirne la corretta erogazione. È essenziale che i cittadini siano informati sulle modalità di risoluzione dei debiti per evitare il blocco della pensione e, se possibile, ottenere un incremento dell’importo percepito. Affrontare tempestivamente i debiti previdenziali e pianificare il pagamento dei contributi mancanti può fare la differenza nella qualità della vita post-lavorativa, assicurando una maggiore sicurezza economica nel periodo della pensione.