Martedì 29 ottobre 2024 ha segnato un giorno davvero difficile per coloro che si muovono quotidianamente nella Capitale. Con la partenza della settimana, uno sciopero dei trasporti ha colto di sorpresa romani, turisti e pendolari, lasciandoli in preda alle difficoltà . Non importa se si viaggia in autobus, metropolitana o auto, il traffico e le attese interminabili si sono rivelati un incubo per molti. La situazione è diventata rapidamente insostenibile per chi cercava di aggirare il caos.
Il motivo scatenante di quello che è stato definito un lunedì negativo è stato uno sciopero indetto dalle segreterie regionali di Usb Lavoro Privato e Orsa. Questo sciopero, che ha avuto una durata di 24 ore, è stato motivato da «problematiche del personale», portando alla paralisi dell’intera rete Atac: autobus, tram, filobus e metropolitane, comprese le corse ferroviarie della Termini-Centocelle. La situazione si è fatta ancor più complicata con la sospensione dei servizi dalle 8:30 alle 17, con un’ulteriore fermata dalle 20 fino alla chiusura delle corse. Diverse linee della metro restavano ferme, creando gravi disagi. Durante la mattina, l’adesione al movimento di protesta è stata attestata al 27,3%, ma mai come oggi la situazione si è mostrata drammatica.
Camminando per la città , si possono osservare lunghe file di persone in attesa di un bus o di una metropolitana, mentre automobilisti bloccati nel traffico cercano di avanzare a passo d’uomo. In alcune vie come Lungotevere e via Cassia, il caos regnava sovrano e i taxi parevano essere una rarità , trasformando l’attesa in una vera e propria odissea per i passeggeri.
In attesa ai principali snodi di trasporto
Per avere un’idea precisa dei disagi creati dallo sciopero, basta recarsi in una delle stazioni principali della capitale, come Termini, dove turisti provenienti da ogni parte del mondo si ritrovano smarriti. Sul posto, è facile assistere a scene di confusione. I turisti, una volta scesi dai treni, si guardano attorno cercando taxi ma finendo per creare lunghe code; i veicoli bianchi sembrano essere scomparsi. Molti di loro, con valigie pesanti, sono costretti a sedersi per ore sulle loro valigie in attesa di una soluzione. E, se la situazione alla stazione Termini è drammatica, non si può dire che alla stazione Tiburtina le cose vadano meglio, dove anche qui il tempo di attesa per un taxi può superare l’ora.
Nel mezzo di questo caos, le conversazioni telefoniche degli utenti fanno percepire la frustrazione crescente. Un passeggero racconta: «Non so come tornare a casa, sono qui da ore». Altri fanno la medesima esperienza, con attese che sembrano non finire mai. Si è creato un clima di tensione e disagio palpabile, con il costante flusso di persone che cerca di trovare una via d’uscita da una situazione insostenibile. Tra chi è appena atterrato e chi ha semplicemente bisogno di tornare a casa, la scena è desolante, alimentando l’idea che giornate così siano sempre più frequenti.
La ripetizione degli scioperi
Dopo le difficoltà vissute, è opportuno notare che questo non è il primo sciopero dei mezzi pubblici nella Capitale. Infatti, già il 20 settembre scorso si era verificata una mobilitazione per 4 ore, e le stesse sigle avevano protestato per l’intera giornata. In quella occasione, l’adesione era stata di oltre il 50%, dimostrando l’ampia partecipazione del personale Atac al movimento. Questo recente sciopero è il sesto in pochi mesi, un segnale di un malessere che perdura e di un effetto domino che continua a colpire i cittadini. Gli scioperi precedenti hanno avuto luogo nei mesi di luglio e settembre, alimentando un clima di incertezza e difficoltà per chi vive o lavora nel cuore di Roma. L’assenza di soluzioni rapide e efficaci sembra creare una spirale di disagi difficilmente arginabile, e la sicurezza di potersi muovere liberamente nella Capitale appare sempre più una sfida.