La relazione tra sport e salute mentale è un tema di crescente interesse, in particolare per quanto riguarda gli sport di contatto come il calcio. Recenti studi hanno esaminato il rischio di demenza tra i calciatori professionisti, con risultati che portano a una riflessione più ampia su salute e stili di vita. Un’analisi condotta dalla University of Glasgow ha rivelato che il rischio di demenza tra ex calciatori professionisti non è necessariamente correlato a fattori di rischio modificabili legati alla salute.
Un gruppo di ricercatori guidato dalla dottoressa Emma R. Russell ha esaminato le cartelle cliniche elettroniche di quasi 12.000 ex calciatori professionisti, confrontandole con quelle di più di 35.000 controlli provenienti dalla popolazione generale, per indagare il legame tra la demenza e i fattori di rischio modificabili. Questo studio, pubblicato su JAMA Network Open, si è basato su dati di ammissioni ospedaliere, prescrizioni mediche e certificazioni di morte in Scozia. L’analisi ha preso in considerazione un periodo di follow-up di oltre 21 anni, rivelando che il 3.62% degli ex calciatori aveva ricevuto una diagnosi di demenza, rispetto all’1.26% dei controlli. Malgrado l’evidente maggior rischio, non sembra che questo sia legato a fattori di rischio come diabete e ipertensione.
Risultati sorprendenti: fattori di rischio e stili di vita
I risultati emersi dallo studio sono sorprendenti. Non solo il tasso di demenza era maggiore tra i calciatori, ma anche i fattori di rischio associati sembravano essere paragonabili o addirittura inferiori rispetto ai controlli generali. Per esempio, tra gli ex calciatori la percentuale di diabete era 4.26%, contro il 6.35% della popolazione generale. Analogamente, l’ipertensione ha mostrato hazard ratio di 4.62 tra i calciatori rispetto a 6.96 nei controlli, indicando che i calciatori potrebbero non essere così a rischio come si pensava. Questi dati suggeriscono che il legame fra contatto fisico e demenza potrebbe non essere semplice come appariva inizialmente.
Implicazioni per gli sportivi e la prevenzione
Le conclusioni dello studio hanno portato i ricercatori a raccomandare misure più rigorose per ridurre l’impatto delle traumi cranici nel calcio e in altri sport di contatto. La letteratura esistente ha già avvertito sui potenziali pericoli associati a ripetuti colpi alla testa, e questa ricerca avvalora ulteriormente l’importanza di questi interventi. Nonostante i dati mostrino un aumento del rischio di demenza tra i calciatori, lo studio non suggerisce che il problema derivi da fattori di salute generale trascurabili o evitabili. L’attenzione deve dunque orientarsi verso strategie preventive più specifiche, piuttosto che semplicemente migliorare la salute e il benessere generale degli sportivi.
Il contesto della salute mentale nello sport
La salute mentale è un aspetto cruciale per gli atleti, e il calcio, come sport di squadra, spesso mette in evidenza le sfide che i giocatori affrontano sia dentro che fuori dal campo. Un’indagine approfondita sui fattori di rischio demenza, potrebbe non solo migliorare la salute degli ex calciatori, ma anche aiutare a implementare programmi di supporto. Con il crescente interesse per la salute mentale nello sport professionale, la necessità di interventi mirati diventa ogni giorno più pressante. E la ricerca deve continuare a esplorare i diversi aspetti che possono influenzare la salute mentale degli atleti.