Ramy Elaglml trovato morto al Corvetto: la fidanzata esige giustizia! Nuove analisi su auto e scooter sollevano dubbi sulla dinamica dell’incidente.

Secondo l’autopsia, la morte di Ramy Elgaml è stata causata da gravi lesioni toraciche, dovute a un impatto violento. La tragica situazione si è verificata dopo un inseguimento con i carabinieri che ha avuto luogo nella notte di domenica scorsa. Questa notizia ha suscitato una forte reazione emotiva e un’ondata di domande rimaste senza risposta. Oggi, un’importante fiaccolata si svolgerà in memoria del giovane, mentre la famiglia ha deciso di non partecipare.

L’autopsia sul corpo di Ramy Elgaml ha rivelato ferite gravissime nel lato sinistro del torace che hanno portato alla rottura dell’aorta, causando lesioni a diversi organi interni e perfino alle vertebre. La morte, insomma, è avvenuta quasi istantaneamente. Tuttavia, il rapporto autoptico non risolve i misteri legati alla dinamica dell’incidente che ha strappato la vita al 19enne. Le domande sulla possibile collisione tra lo scooter guidato dal suo amico Fares Bouzidi, di 22 anni e senza patente, e l’auto dei carabinieri, rimangono insolute. Il Pubblico Ministero Marco Cirigliano ha richiesto ulteriori indagini tecniche sia sul scooter Tmax dell’amico di Ramy, sia sull’auto della pattuglia. L’ipotesi più accreditata è che Ramy possa aver colpito un lampione durante la caduta, ma le circostanze rimangono avvolte nel mistero. Anche Fares Bouzidi, che è attualmente in coma farmacologico, e il vicebrigadiere dell’Arma alla guida della pattuglia sono sotto indagine per omicidio stradale. È chiaro che il cammino per fare chiarezza su quanto accaduto sarà lungo e complesso.

La fiaccolata: una manifestazione pacifica per ricordare Ramy

Oggi, al Corvetto, si svolgerà una fiaccolata per onorare la memoria di Ramy. La manifestazione, che nasce dal desiderio di raccogliere amici e supporter, partirà da piazzale Gabriele Rosa, epicentro del quartiere, e si dirigerà verso il luogo dell’incidente, in via Ripamonti, proprio davanti al benzinaio dove è avvenuto il tragico evento. I ragazzi del Corvetto, in particolare, hanno lavorato duramente per organizzare questo momento di commemorazione. Davanti all’obitorio, Yehia, il padre di Ramy, ha comunicato che la famiglia non parteciperà: «Non è il momento, siamo lontani da queste cose», ha dichiarato. Nonostante il dolore e la perdita, Yehia ha sottolineato l’importanza di allontanarsi dalla violenza: «Basta violenza, basta». Aumenta l’attenzione: lo striscione esposto chiede subito “verità e giustizia per Ramy e Fafa“. I ragazzi per le strade vogliono far sentire la loro voce gridando la necessità di verità in un contesto in cui stentano a fidarsi dell’inchiesta ufficiale.

Le parole della fidanzata: ricerca di verità senza violenza

Nada Khaled, la fidanzata di Ramy, esprime fiducia nelle autorità giudiziarie: «Sono convinta che la magistratura sia dalla nostra parte». Chiede di avere trasparenza sulle modalità in cui sono andate le cose e sostiene che chi ha commesso errori deve affrontarne le conseguenze. Nonostante il dolore lancinante per la sua perdita, Nada non giustifica i disordini e le manifestazioni violente avvenute nei giorni scorsi. «Non vogliamo più questa violenza – ha affermato – alla violenza non si risponde con la violenza». Il suo richiamo è per la pacatezza e il rispetto della vita, sottolineando anche un episodio di violenza avvenuto durante un presidio in strada. «Non vogliamo vedere un altro morto» è un grido di aiuto che si leva forte nel quartiere, un segnale che la fragilità della situazione attuale richiede riflessione.

Le polemiche politiche: il contesto in cui si inserisce la tragedia

Mentre le indagini proseguono, non si fermano le controversie politiche attorno a questo dramma. Esponenti dell’opposizione al sindaco Beppe Sala hanno colto l’occasione per mettere in evidenza il degrado del Corvetto e le problematiche legate all’immigrazione, una questione che ha suscitato polemiche nel corso degli anni. Qualche giorno fa, un presidio organizzato dalla Lega è stato allestito a piazzale Ferrara, un altro importante nodo dell’immenso quartiere Aler. Nonostante la presenza prevista di Matteo Salvini, il vicepremier ha scelto di non partecipare, citando ragioni personali. Con pochi attivisti presenti, ma molte forze dell’ordine pronte a intervenire in caso di problemi, il clima si fa teso. La scritta offensiva contro la polizia, rimossa simbolicamente, rappresenta solo uno dei tanti aspetti della frustrazione crescente tra i cittadini. Le tensioni stanno crescendo e, mentre si chiede giustizia per Ramy, il quartiere guarda avanti, sperando che il futuro possa portare cambiamenti positivi.

Published by
Ludovica Rossi