Un bollo di otto anni fa torna a ‘mietere vittime’? C’è la possibilità di sventarlo, ma pagarlo sarebbe la soluzione meno rischiosa
Il bollo auto, precedentemente noto come tassa di circolazione, è un importo che deve essere liquidato annualmente da tutti i possessori di un veicolo, prescindendo dalla categoria o dalla classe. Inoltre, indipendentemente dall’utilizzo o meno dello stesso, la tassa dovrà obbligatoriamente essere pagata, in quanto facente riferimento al possesso del bene, non dello sfruttamento che se ne fa.
Si tratta di un tributo a carattere regionale; la spesa, dunque, varierà in base alla regione in cui il proprietario risiede, e con essa anche le regole, le scadenze e la burocrazia. In merito, ad esempio, in Sardegna e il Friuli Venezia Giulia, è l’Agenzia delle Entrate ad occuparsi della riscossione del bollo.
Con il pagamento della tassa, che è divenuta obbligatoria anche per coloro che usufruiscono di veicoli a noleggio o leasing, si contribuisce a finanziare la spesa pubblica impiegata nella manutenzione delle strade, nell’implementazione dei servizi di sicurezza, per sostenere i servizi di trasporto locali, ma anche, allargando gli orizzonti al campo della sostenibilità, per incentivare la diffusione dei veicoli maggiormente eco-friendly.
Il termine stabilito per il pagamento della tassa è il mese in cui l’auto è stata immatricolata. Il prezzo varia a seconda delle caratteristiche tecniche del veicolo. In particolare, vengono prese in riferimento la potenza del motore, la classe ambientale e, come già accennato, la regione di residenza del proprietario del mezzo.
Bollo auto del 2016?
Quando ci sono di mezzo tasse da pagare, non si finisce mai di incorrere in sorprese decisamente poco liete. E’ recentemente venuta fuori una nuova disposizione riguardante il bollo auto dell’anno 2016. Le autorità competenti dopo addirittura otto anni di distanza, hanno deciso di far riemergere i pagamenti che all’epoca non sono stati riscossi.
Con questa nuova disposizione vigerà la morosità previa. In altre parole, anche i soggetti che sono certi di aver già provveduto al pagamento, potrebbero ricevere direttamente a casa loro la famigerata busta verde, ossia una raccomandata che notifica generalmente un atto giudiziario, contenente, in questo specifico caso, una richiesta di pagamento irrimediabile, a meno che tu non voglia andare in contro a sanzioni peggiori.
Come muoversi se si riceve la raccomandata?
Sono molti i sostenitori dell’opzione di non firmare la raccomandata, ma tale scelta potrebbe non portare i benefici sperati. Il debito non verrà automaticamente azzerato, ma, anzi, la notificazione verrà restituita al mittente al periodo della scadenza, e qualora non si riuscisse ad attestare che il destinatario fosse impossibilitato nel ritiro, si andrebbe incontro a sanzioni pecuniarie salatissime.
Meglio, a questo punto, sperare nella rottamazione o nel condono, ma si tratta di una probabilità, non di una certezza, e nel caso in cui tale situazione non si palesasse, la situazione rimarrebbe immutata; punto e a capo di nuovo, insomma. Probabilmente la strada più conveniente e sicura, anche se farà storcere il naso a molti, è proprio il pagamento. Zero rischi e guai sventati.