È un’opera che scatena emozioni, che parla di forza e di bellezza, la nuova creazione “Giochiamo?” dell’artista Luchadora, al secolo Alessandra Marianelli.
Questo grande murale, recentemente completato presso il Fierale di Acquaviva, una frazione pittoresca di Montepulciano, trasmette un’energia vibrante grazie ai suoi colori vivaci e alle forme armoniose. Con un messaggio profondamente radicato nel desiderio di valorizzare la provincia, Luchadora reinventa il concetto di arte pubblica, portando un tocco di colore e vitalità là dove spesso l’arte è solo un’idea astratta.
Luchadora non è solo un artista, ma un’entusiasta dell’arte che desidera far sentire la propria voce al di fuori delle grandi città. Nel definire la sua opera, afferma che il suo intento è “dare forza alla provincia”, sottolineando così come spesso questi luoghi siano sottovalutati e trascurati rispetto a contesti urbani più noti. L’opera è frutto di un progetto della Fondazione Cantiere internazionale d’Arte, sostenuta anche dal programma Reset di Fondazione Mps. È emblematico che Luchadora abbia voluto creare qualcosa di significativo per la propria comunità, un gesto artistico che risponde a un bisogno collettivo di identità e rinnovamento.
Realizzata con una lunghezza di poco più di dieci metri e un’altezza di oltre due, “Giochiamo?” rappresenta tre elementi chiave del gioco: il calcio, simbolo di libertà, il nascondino, l’essenza del divertimento infantile, e la musica, che evoca il famoso Live Rock Festival del Fierale. L’intento di riunire queste esperienze in un unico grande murale ne aumenta notevolmente il significato, creando non solo un’opera d’arte, ma un punto di incontro per generazioni diverse.
Un processo di creazione collettiva per Luchadora
Ma il processo artistico di Luchadora non si limita alla sola realizzazione del murale. Durante il periodo di creazione, l’artista ha voluto coinvolgere direttamente la comunità. Ha intervistato compaesani di tutte le età, raccogliendo idee e suggestioni su cosa avrebbero voluto vedere rappresentato. Le risposte, semplici e genuine, hanno messo in luce un desiderio comune di giocare, divertirsi e vivere la propria città con un’energia rinnovata. “Come sto facendo in altre città – afferma Alessandra – volevo portare il colore nel posto dove sono cresciuta.” Così, l’arte diventa un mezzo per ripristinare l’orgoglio per il luogo d’origine, un segnale tangibile di vitalità.
Il lavoro è stato reso vibrante anche grazie alla partecipazione attiva di ragazzi e bambini che hanno affollato il sito di creazione. Non solo li ha coinvolti fisicamente, porgendo loro i pennelli, ma ha saputo infondere nel gruppo un senso di appartenenza e cura per l’opera. Ogni tratto di pennello diventa così un gesto collettivo, un simbolo di collaborazione che trasmette un forte messaggio: non è solo un’opera di Luchadora, ma un’espressione della comunità locale.
L’arte come messaggio civico
L’arte pubblica partecipata è un concetto innovativo, un’espansione della street-art volta a coinvolgere le comunità. Luchadora ha colto appieno il potenziale di questo linguaggio visivo, trasformando il suo murale in un messaggio di comunità, orgoglio e civismo. Ogni murale, ogni graffiti sono veicoli di comunicazione che risvegliano la coscienza collettiva e ritraggono dinamiche sociali e culturali. Alessandra ha chiarito il suo intento: “Non volevo ‘lasciare una bomba’ e andare via. Al contrario volevo realizzare qualcosa che riguardi tutti e che sia veramente di tutti.”
Questo approccio olistico all’arte non solo arricchisce l’area urbana, ma invita anche alla riflessione. Le opere diventano catalizzatori di un cambiamento culturale, influenzando positivamente il modo in cui le persone percepiscono il proprio ambiente. Così facendo, l’artista inaugura una nuova era, dove l’arte diventa patrimonio condiviso e non solo un mero elemento decorativo.
Attraverso l’esplorazione di dinamiche sociali e la valorizzazione della comunità, Alessandra Marianelli si proietta come un simbolo di rinnovamento. Con “Giochiamo?”, ha non solo riempito un muro, ma ha soprattutto riempito gli animi di chi vive quel luogo, dando vita a un’opera che continuerà a parlare e interagire, vicina alla gente e forte come le emozioni che suscita.