Rinnovo della patente? Stai attento a fare tutto nel modo corretto o rischierai davvero grosso. Puoi finire anche in manette!
Come previsto dall’articolo 119 del Codice della Strada, al fine di rinnovare la propria patente di guida è necessario effettuare una visita presso un medico certificatore, riconosciuto dalla Motorizzazione Civile. Fanno parte di tale categoria, ad esempio, i medici dell’esercito e i medici delle forze dell’ordine.
Nel periodo che intercorre tra la visita medica e la consegna della nuova licenza, al guidatore sarà concesso il documento sostitutivo di guida, che gli consentirà di continuare a guidare anche in presenza di una patente scaduta.
Al termine della visita sarà prerogativa del medico comunicare al Ministero dei Trasporti l’idoneità del conducente. Lo stesso riceverà la nuova patente nel giro di non oltre una settimana lavorativa e verrà abilitato alla conduzione del veicolo su strada, in riferimento alla categoria di tesserino posseduta.
E per quanto riguarda i costi? Le spese previste per effettuare il rinnovo oscillano in una forbice compresa tra i 40 e gli 80 euro e possono variare principalmente tenendo conto di un fattore, ossia il costo della parcella dello specialista che effettuerà la visita.
Al momento del rinnovo della patente è fondamentale presentare il certificato anamnestico, documento medico che attesta lo stato generale di salute del soggetto che deve effettuare il rinnovo, in modo da garantire che lo stesso sia idoneo alla conduzione di veicoli su strada. Ed è cruciale prestarvi l’attenzione giusta, perché potrebbe bastare un errore da nulla, come una crocetta sbagliata, per portare a conseguenze anche particolarmente gravi, soprattutto dopo le sanzioni sempre più stringenti introdotte dal sistema giuridico nostrano proprio in merito ad eventuali irregolarità nella compilazione del documento. Da qualche anno, infatti, sono previste bene asprissime, che possono portare all’arresto e alla reclusione del richiedente per addirittura 5 anni.
Esistono alcuni dettagli, nonché tecniche specifiche, che potranno aiutare nell’identificazione del certificato falso. In primis bisogna prestare massima attenzione ad eventuali errori grammaticali, ortografici o nella formattazione, che non sono quasi mai presenti nei documenti ufficiali. La qualità di stampa può rappresentare un ulteriore elemento da analizzare con massima cautela, così come i materiali, in genere da ricercare in carta di alta qualità, caratterizzata dall’inserimento di elementi atti a conferire sicurezza e contrastare la possibilità di contraffazione, come timbri o particolari filigrane difficili da replicare esattamente se non si dispone degli attrezzi specifici. Se questi elementi dovessero apparire dubbi o mancare totalmente, è probabile che si tratti di un falso.
E poi l’autenticità delle firme, aspetto cruciale da non prendere assolutamente sottogamba. Andando, infatti, a confrontare la firma presente sul documento sospetto con altre firme rilasciate dal medesimo soggetto su documenti ufficiali, si potrebbero riscontrare differenze anche particolarmente vistose. Un altro confronto necessario deve avvenire tra i dati presenti sul certificato e quelli registrati dagli enti ufficiali al fine di convalidare l’emissione del nuovo documento. Può apparire complesso, ma prestando la giusta attenzione sono molte le informazioni a favore degli organi di controllo che possono aiutarli a smascherare dei certificati falsi.