Natale è già arrivato e non hai fatto in tempo ad acquistare il dolce natalizio da portare in tavola? Non temere. Esiste un trucco che salverà le tue feste
Il pandoro è uno dei dolci simbolo delle festività natalizie, tradizionalmente consumato da milioni di italiani ogni anno proprio durante il periodo che coincide con la seconda metà di dicembre. Il pandoro venne introdotto per la prima volta nel 1894 dal pasticciere veronese Domenico Melegatti, che depositò presso l’ufficio brevetti la sua rivisitazione di un tradizionale dolce veneto, il Levà, che prevedeva una copertura con granella di zucchero e mandorle.
La versione elaborata dal signor Melegatti, invece, prevedeva l’inserimento di uova e burro all’interno dell’impasto, che si aggiunsero a lievito, zucchero e farina. Il dolce viene usualmente servito con una spolverata di zucchero a velo in cima, senza prevedere l’aggiunta di creme o farciture di altro genere, nonostante tali versioni stiano prendendo sempre più piede nel mercato alimentare odierno.
Ma c’è di più. Si, perché il pandoro deve rispettare determinati requisiti di legge per essere definito tale. Ad esempio, il burro deve essere presente per almeno il 20%, le uova devono essere di categoria A, ossia fresche e di prima qualità e il loro tuorlo deve costituire almeno il 4% dell’impasto totale. Necessari sono anche aromi, quali vaniglia o vanillina.
Si tratta del panificato, assieme al ‘competitore’ panettone, più venduto e diffuso in commercio dopo gli ineguagliabili pane e pizza, costituendo, circa, il 10% delle entrate totali annuali per gli artigiani che li producono.
Per quanto concerne la produzione e la distribuzione, il dolce è in crescita del 4,1% per volume e del 5,9% per valore, raggiungendo un totale di circa 165,2 milioni di euro. Nonostante, secondo un sondaggio effettuato dal Gambero Rosso, solo il 22% degli italiani avesse espresso preferenza per il pandoro, rispetto al panettone, le percentuali sono in crescita e ciò equivale, ovviamente, ad un guadagno sempre maggiore per le case produttrici.
Tra le principali aziende alimentari specializzate nella fabbricazione di pandori, c’è indubbiamente la veronese Bauli, il cui prodotto ha, tra l’altro, riscontrato le preferenze di un team di esperti che si sono occupati della ricerca del miglior dolce natalizio. Ma Verona, in quanto capitale italiana del pandoro, è centro della produzione di altri due importanti marchi: Paluani e Melegatti. Ma anche Balocco, Maina e la milanese Motta, specializzata maggiormente nel settore dei panettoni, ma che offre da sempre la propria competitività sul mercato.
Ma si può tranquillamente optare, invece che per l’acquisto nelle catene della grande distribuzione, per preparare il proprio panettone fatto in casa. Questo grazie ad un metodo semplice e veloce, che comporterà una maggior rapidità nella lievitazione, permettendo di avere il tuo impasto in un periodo che va tra le 5 e le 8 ore, senza dover impiegare decine di ore o, in alcuni casi, interi giorni a scervellarsi con gli impasti multipli. Ti basterà un impasto unico per ottenere un risultato altrettanto squisito.
Il trucco risiede tutto nell’aggiungere gli ingredienti in modo progressivo: bisogna incorporare uova, zucchero e burro poco alla volta. In fase di lievitazione, basterà attendere che il pandoro cresca fino a sforare di massimo un paio di centimetri lo stampo. La fase successiva sarà la cottura, al termine della quale il dolce potrà essere decorato come da tuo gradimento, optando per una classica spolverata di zucchero o, magari, per una spalmata di crema al cioccolato o mascarpone. Non ti resterà che servirlo, stupendo la tua tavolata con un’opera unica, 100% artigianale.