Nel corso del 2023, un numero sorprendente di reperti storici è stato recuperato nell’area metropolitana di Napoli. Tredicimila opere d’arte ritrovate, trafugate dai cosiddetti “tombaroli”, rendono evidente la gravità del fenomeno. Questo successo è frutto di una sinergia tra forze dell’ordine e magistratura, evidenziata durante un recente convegno. Qui si sono analizzati i vari aspetti del saccheggio di opere d’arte e delle operazioni di recupero a tutela del patrimonio culturale della Campania.
Il report presentato durante l’incontro del convegno organizzato da Officina Volturno, Informare e altre istituzioni, ha svelato un trend di crescita impressionante nel recupero di beni archeologici. Parole del comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Massimo Esposito, hanno sottolineato che “la sinergia tra istituzioni e intelligenza artificiale ha permesso di recuperare negli ultimi dieci mesi ben tredicimila beni archeologici”.
Nel complesso, si tratta di un totale di 520 opere complete, oltre diecimila frammenti e circa 3000 monete. I dati del 2023 sono già superiori rispetto all’anno precedente, il che evidenzia un’azione sempre più efficace, grazie anche all’uso della tecnologia. Infatti, una banca dati delle opere trafugate, ora arricchita dall’intelligenza artificiale, è un esempio di come la tecnologia possa supportare le indagini. I siti monitorati per scovare oggetti rubati sono migliaia, e il confronto tra immagini consente di identificare prodotti illeciti sul Web. Con questo sistema, le forze dell’ordine possono condurre operazioni di perquisizione e sequestro coordinate con le procure.
il ruolo delle istituzioni e delle sinergie
Il convegno ha visto la partecipazione di figure rilevanti come il procuratore Nunzio Fragliasso, il direttore generale dei Musei Massimo Osanna, e il direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano. I relatori hanno messo in risalto quanto sia fondamentale unire le forze, poiché i “tombaroli” rappresentano solo una parte di un problema ben più ampio. La filiera del saccheggio è, infatti, come un iceberg: la reperibilità di beni trafugati coinvolge, oltre ai “tombaroli”, anche collezionisti privati e talvolta anche musei esteri.
Fragliasso ha commentato dicendo che c’è una grande miniera d’arte a cielo aperto nel territorio ma ha sottolineato che le istituzioni devono collaborare in modo più incisivo. L’importanza di un protocollo tra diverse entità è stato un altro punto chiave del dibattito. Esposito ha descritto come diverse istituzioni stiano già implementando pratiche di archeologia giudiziaria volta a combattere il traffico di beni culturali. Le forze di polizia stanno investendo sempre più nel monitoraggio dei siti archeologici e nella raccolta di informazioni da collaboratori di giustizia, suggerendo che vi siano possibilità di ulteriori scoperte, come un secondo carro romano, atteso dai ricercatori.
le cicatrici del saccheggio: danni economici e culturali
Francesco Sirano ha evidenziato le cicatrici che i furti lasciano non solo sul panorama culturale italiano ma anche sul tessuto sociale. Ha rievocato eventi drammatici come le rapine che hanno portato a conflitti tra bande e a tragedie umane. Il suo racconto ha sottolineato quanto il mercato dei beni rubati sia fiorente e come certi gruppi, come i casalesi, abbiano avuto un ruolo significativo nel traffico clandestino, coinvolgendo operai edili. Tuttavia, come Sirano ha sottolineato, i lavori di sorveglianza e controllo stanno portando a risultati tangibili.
Recentemente, è stata effettuata una cattura importante di un graffitaro, grazie a un sistema di videosorveglianza, che dimostra quanto sia cruciale la tecnologia nel monitoraggio delle opere rubate. Queste sottrazioni non comportano solo una perdita materiale, ma anche una mancanza di informazioni storiche vitali, privando le future generazioni di una parte importante della loro eredità culturale. La lotta continua, e insieme a essa l’importanza di una maggiore collaborazione tra le istituzioni per garantire un futuro migliore per il patrimonio artistico e culturale dell’Italia.