Bashar al-Assad, l’ex dittatore siriaco, è tornato alla ribalta in un modo che ha sorpreso molti. L’immagine dell’uomo in giacca nera, accanto alla moglie Asmae, mentre arriva da Mosca ha riacceso i riflettori su una delle famiglie più controverse e potenti del Medio Oriente. Dopo essersi eclissato per 24 ore, circolavano voci insistenti sulla sua possibile morte o fuga verso un Paese africano. Tuttavia, il Cremlino ha dissipato ogni dubbio dichiarando che a Assad è stato accordato asilo per motivi umanitari. Un gesto che si può interpretare come simbolo di una storia complessa e lunga.
L’atterraggio di Bashar al-Assad a Mosca non è semplicemente una questione di geopolitica, ma reca con sé un intero capitolo della storia siriana. L’alleanza tra l’ex dittatore siriano e la Russia è ben nota; Putin ha offerto un rifugio a colui che ha rappresentato, per anni, il suo alleato più stretto nel conflitto siriano. Da oltre quattordici anni Assad ha gestito un regime caratterizzato da brutalità e repressione, iniziato con delle semplici proteste che chiedevano riforme democratiche. Tornato in Russia, Assad si ritrova a riflettere su un potere che ha detenuto per più di cinque decenni. Ora, sembra che il sipario si sia chiuso su un’era.
Non tutti i protagonisti del regime, però, si trovano in Russia. Maher al-Assad, il suo potente fratello e figura chiave nella repressione, è assente. Le forze insurrezionali hanno preso d’assalto la sua villa, mettendo in evidenza una rete di tunnel costruita con grande cura per difendere la famiglia. I guerriglieri dell’opposizione hanno condiviso video che mostrano il lusso della villa e l’ingegnosità delle gallerie, destinate a garantire una fuga in caso di necessità. A quanto pare, Maher si sarebbe rifugiato nella sua città natale di Qardaha, in attesa di unirsi al fratello in Russia.
La frattura tra i fratelli Assad: un potere in bilico
Il legame tra Bashar e Maher al-Assad non è mai stato semplice; tensioni e rivalità hanno segnato la loro relazione nel corso degli anni. Secondo fonti, Bashar avrebbe cercato di limitare l’influenza dell’Iran in Siria, dando invece la preferenza alla Russia. Maher, d’altro canto, è descritto come una figura violenta, legata ai traffici illeciti e sostenitrice della posizione iraniana, un’alleanza che implica anche affari con gruppi come Hezbollah. Qui la trama si complica ulteriormente poiché il narcotraffico di Captagon, di cui Maher si occuperebbe, è un tassello fondamentale nel mosaico del potere economico e politico della famiglia Assad.
Per cercare di esercitare il controllo su Maher, Bashar avrebbe tagliato le forniture di denaro derivanti da affari illeciti. Tuttavia, le tensioni erano già palpabili e si tramutavano in frizioni dure e persistenti. Situazioni simili si sono fomentate anche in passato, quando uomini fidati di Maher sono stati messi sotto scrutinio dal regime, come accaduto a Mohammad Hamsho, il quale ha visto il suo potere eroso. Più recentemente, anche Khaled al Zubaidi, una figura di spicco nell’economia siro-algerina, ha subito gravi conseguenze, illustrando la fragilità dei legami familiari all’interno del regime.
La storia di un potere ereditario e le sue complessità
Le radici della rivalità tra i due fratelli affondano in un passato lontano, proprio negli anni ‘90, all’indomani della tragica morte del primogenito Bassel, destinato a diventare successore. Bashar si ritrovò a ricoprire un ruolo che non avrebbe mai dovuto avere, mentre Maher, un militare, aveva sempre desiderato un posto di rilievo. Il padre Hafez al-Assad, non lo scelse come erede, probabilmente per il suo carattere ribelle. Da quel momento, la rivalità tra i due sembrava inevitabile. Ci si chiede allora se Maher stia cercando punti di appoggio nella sua città natale, Qardaha, dove la comunità alawita lo protegge e dove il potere dei clan familiari si estende.
Mentre Maher si nasconde, la situazione siriana rimane tesa, con potenzialità di cambiamenti che potrebbero colpire il già fragile equilibrio politico. I legami familiari e le rivalità non solo plasmano la storia della Siria, ma rivelano anche le sfide di un futuro incerto. E così, mentre Bashar al-Assad trova rifugio nella terra di Putin, il destino della Siria degli Assad si pone come interrogativo aperto, pregno di significati e attese.