Il prossimo 21 novembre, gli appassionati d’arte e collezionisti di opere storiche avranno l’opportunità di assistere a un evento straordinario: Christie’s di Parigi metterà all’asta un’importante creazione del pittore Nicolas de Largillière. Il dipinto, intitolato «Portrait de femme à mi-corps», è emozionante non solo per il suo valore artistico, stimato tra 50.000 e 80.000 euro, ma anche per la sua affascinante storia. Il ritratto rappresenta una donna in un abito nobile, con una pelle di porcellana e capelli d’argento, e offre uno spaccato dello stile raffinato di Largillière, attivo alla corte di Luigi XIV. Questa opera d’arte diventa quindi non solo un pezzo da collezione, ma un contributo al patrimonio culturale e storico europeo.
Un pezzo di storia della Seconda Guerra Mondiale
Questo dipinto non è solo un’opera d’arte barocca, rappresenta un simbolo potente della devastazione e del recupero del patrimonio culturale durante gli eventi tumultuosi della Seconda Guerra Mondiale. Originariamente, l’opera appartenne alla ricca e influente famiglia Rothschild, che subì persecuzioni inimmaginabili durante quel periodo buio. Philippe de Rothschild, noto viticoltore e mecenate, fece ogni sforzo per proteggere le sue opere preziose, ma alla fine fu arrestato dal governo di Vichy. La sua collezione fu confiscata e, in particolare, questo ritratto finì trasferito al castello di Neuschwanstein, in Germania, luogo tristemente noto come deposito di opere d’arte saccheggiate.
La storia di questo dipinto si intreccia con quella di Rose Valland, una curatrice del museo Jeu de Paume, che divenne anche una spia della resistenza francese. Durante la guerra, monitorò le operazioni naziste, prendendo nota delle opere d’arte trafugate e dei loro luoghi di destinazione grazie alla sua astuzia e determinazione. La sua bravura fu cruciale per il recupero di questa e di molte altre opere d’arte, permettendo ai Monuments Men di riconsegnarla a Parigi dopo la liberazione. Nel 1945, il dipinto tornò in Francia e, successivamente, nel 1946, a Henri de Rothschild. Vale la pena notare che nel 1978, gli eredi decisero di vendere l’opera all’asta al Palazzo d’Orsay, dove venne acquistata dall’attuale proprietario. Il valore del «Portrait de femme à mi-corps» trascende l’arte, poiché racchiude un dramma storico, la resilienza culturale e la memoria di coloro che si opposero alla brutalità della guerra.
Il ruolo dei Monuments Men
Un aspetto fondamentale di questa storia è legato ai Monuments Men, una speciale unità dell’esercito degli Stati Uniti formata durante la Seconda Guerra Mondiale, il cui compito era nientemeno che il recupero di opere d’arte sottratte dai nazisti. Il loro lavoro si rivelò cruciale per salvare capolavori e preservare una parte significativa del patrimonio culturale europeo. Un libro di Robert Edsel, intitolato «The Monuments Men: Allied Heroes, Nazi Thieves, and the Greatest Treasure Hunt in History», documenta in modo dettagliato questi sforzi eroici. Evidenzia nonostante le difficoltà che i Monuments Men dovettero affrontare nella loro missione. Un’immagine iconica del libro ritrae i Monuments Men sul campo, mentre portano il dipinto al suo posto legittimo, simboleggiando così un impegno eroico a favore della cultura.
Guidati da figure come il capitano James Rorimer e collaborando con storici dell’arte e curatori, questi uomini e donne straordinari furono in grado di salvare numerose opere, tra cui proprio questo Largillière. Come suggerito da Marc Porter, presidente di Christie’s Americas, la rilevanza di un’opera d’arte come questo dipinto non riguarda solo il suo valore monetario, ma la rappresentanza profonda che offre di un periodo tragico. Essa si erge come un documento di eroismo culturale e determinazione in un’epoca che ha messo in pericolo l’identità e il patrimonio dell’Europa.
Un’opera storica per la Francia e non solo
Mentre ci si prepara per l’asta, è affascinante pensare a quanto quest’opera, grazie alla sua storia unica e al ruolo giocato dai Monuments Men, rappresenti una parte cruciale della narrativa post-bellica. Ci si potrebbe anche domandare se la Francia, considerando il profondo legame tra l’opera e il suo territorio di origine, permetterà che lasci la nazione in cui fu concepita e in cui tornò dopo la guerra. È un pensiero intrigante, soprattutto in un momento in cui il destino di numerosi oggetti d’arte è messo in discussione e si trovano sotto le luci dei riflettori globali.
Al momento, il «Portrait de femme à mi-corps» sembra essere libero da vincoli particolari, il che significa che potrebbe essere esportato se un acquirente internazionale dovesse aggiudicarselo. La vicenda di questo dipinto ci ricorda non solo il potere dell’arte, ma anche le vicende intessute con eventi storici drammatici e la resilienza di chi ha combattuto per preservare la cultura in tempi di crisi.