Lo smartworking esisteva ben da prima della pandemia, ma da allora è una solida realtà. Tuttavia se gestito male può portare fastidi considerevoli.
Con la pandemia abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione culturale e sociale, forse senza precedenti. Lo spostamento delle coordinate umane nell’ambito casalingo ha permesso a noi tutti di riscoprire nuove forme di equilibrio personale e specialmente professionale.
La pandemia ha profondamente trasformato l’ambito lavorativo, accelerando la diffusione del lavoro da remoto. Per numerose aziende, tale soluzione è stata necessaria per garantire la continuità operativa durante i periodi di lockdown. I dipendenti hanno avuto l’opportunità di lavorare da casa, avvalendosi di strumenti digitali per la collaborazione e la comunicazione.
Questa modalità ha comportato vantaggi, quali una maggiore flessibilità e una riduzione dei tempi di spostamento, ma anche sfide, inclusi l’isolamento sociale e le difficoltà nel separare vita privata e lavoro. La pandemia ha dimostrato che il lavoro da remoto è una realtà sostenibile, inducendo molte organizzazioni a riconsiderare i propri modelli operativi.
Lo smartworking, pur essendo una modalità di lavoro apprezzata per la sua flessibilità e i benefici che porta in termini di gestione del tempo, riduzione dello stress da spostamenti e miglioramento dell’equilibrio tra vita privata e professionale, comporta però anche alcuni rischi che i lavoratori devono considerare nel lungo periodo. Se da un lato offre una maggiore autonomia, dall’altro può portare a problemi fisici e mentali, specialmente se non vengono adottate misure preventive.
Svantaggi dello smart working
Uno dei principali svantaggi dello smartworking è la mancanza di una struttura fissa che può contribuire a cattive abitudini, come una postura scorretta e un affaticamento mentale dovuto alla permanenza prolungata davanti al computer senza pause regolari.
Questi fattori possono sfociare in problemi fisici, come dolori muscolari, affaticamento visivo e disturbi cronici alla schiena. Il lavoro da remoto, se non organizzato correttamente, può anche favorire l’isolamento sociale e rendere più difficile staccare dal lavoro, con ripercussioni sulla salute mentale.
Piccoli accorgimenti utili
Per evitare questi rischi, è fondamentale che i lavoratori prestino attenzione all’ergonomia del proprio ambiente domestico. Regolare la luminosità e il contrasto dello schermo, utilizzare tastiere e mouse esterni, e fare pause frequenti sono tutte misure che aiutano a prevenire danni fisici. Inoltre, cambiare spesso posizione e mantenere una postura corretta può ridurre il rischio di tensioni muscolari e altre problematiche legate a uno stile di lavoro sedentario.
In sintesi, lo smartworking può essere molto vantaggioso, ma è essenziale che i lavoratori adottino comportamenti consapevoli e proattivi per tutelare la loro salute fisica e mentale, in modo da evitare che i benefici a breve termine si traducano in problemi più gravi nel lungo periodo.