L’insalata in busta fa male alla salute? Tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Sono tantissimi i pregiudizi, talvolta infondati, sui cibi in scatola o in busta. Nel corso degli anni, infatti, ci sono state delle vere e proprie guerre mediatiche che hanno avuto ad oggetto alcuni alimenti. Si è giunti a demonizzare di taluni prodotti, ma è davvero sensato e, soprattutto veritiero che facciano male?
Finalmente, dopo tanto tempo è stata svelata la verità. Le false credenze circa i cibi in busta sono sorti allorché in molti hanno iniziato a sostenere che l’insalata riposta e conservata in buste di plastica fosse nociva per la salute e che fosse dunque preferibile acquistare quella fresca.
L’insalata in busta è pericolosa? Parla l’esperto
L’insalata pronta al consumo è stata considerata di bassa qualità. Trattasi invero di questioni assolutamente infondate, poiché in Europa, i prodotti conservati debbono seguire dei protocolli rigidissimi, le norme vigenti in materia sono infatti scrupolose e, il prodotto finale giunge sulle tavole in totale sicurezza.
L’insalata in busta è quindi paragonabile a quella fresca. Gli esperti hanno inoltre smentito la diceria concernete la presunta presenza di cloro utilizzato per il lavaggio industriale dell’insalata. Non rappresenta un problema dato che, vengono effettuati severi controlli in modo regolare dalle aziende produttrici.
Dunque si può tranquillamente sostenere che trattasi di un mito senza alcun fondamento che ha ingenerato ansie e timori nei confronti dei prodotti alimentari non freschi. A tal riguardo c’è da dire che taluni sostengono che, i pericoli maggiori per la salute possano insidiarsi proprio nella frutta e nella verdura appena raccolta, poiché non verrebbe sottoposta ai protocolli di sicurezza previsti invece, per i prodotti in scatola o in busta. Qual è la verità?
Come spiega Luca Piretta, esperto di nutrizione e professore, tra l’insalata in busta e quella fresca non c’è alcuna differenza. «Come spesso succede a causa del bombardamento dei media, queste notizie (richiamo prodotti, ndr.) non devono spaventare il consumatore, a quel punto per timore si innesca un nuovo meccanismo, quello del rifiuto di consumare frutta e verdura, che è anche grave».
L’esperto ha poi spiegato che un prodotto può essere suscettibile di contaminazione anche a casa, durante alcuni passaggi. «È la manipolazione dell’alimento che facilita la contaminazione, anche se hai insalata fresca e magari la lavi e poi la la conservi, la proliferazione può. Il rischio è analogo se ci troviamo davanti a prodotti già contaminati in partenza».