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L’hai appena conosciuto, ma non ricordi mai il nome: il problema è nella tua testa

Ma perché tendiamo a dimenticare i nomi delle persone non appena ci vengono presentate? E’ tutto parte di un lungo processo cerebrale

Non nascondiamoci, ad ognuno di noi potrebbe essere successo di incontrare una persona per la prima volta, stringerle la mano, presentarsi e dopo nemmeno due minuti aver già dimenticato il suo nome. E che dire sui momenti di lapsus in cui non si riesce a farsi venire in mente neanche il nome di una persona che conosci da svariato tempo.

Si tratta sicuramente di una situazione che causa disagio ed imbarazzo, che ci porta a tentare di sfuggire alla dimenticanza ammiccando un sorriso appena accennato. Ma se pensi di essere costantemente in difetto o di essere l’unico ad essersi ritrovato in una circostanza simile, non è affatto così.

Può essere un comportamento comune, che può palesarsi anche per le menti più lucide nei momenti in cui non ce lo si aspetta. Alla base del problema c’è una difficoltà nella nostra attività cerebrale di associare il volto della persona al suo nome.

A riguardo sono state formulate diverse ipotesi, ma anche spiegazioni scientifiche, con le quali si è tentato di dare una spiegazione maggiormente chiara e particolareggiata del meccanismo che avviene nel nostro cervello quando siamo vittime di un lapsus. Ecco cosa è stato riscontrato.

Il processo è molto più complicato di quanto sembri

L’argomento è stato oggetto di alcuni studi, in particolare di uno condotto dall’Università di Lancaster, nel Regno Unito. La spiegazione sortita da questo approfondimento ci dice che il nostro cervello non riesce ad individuare immediatamente il nome di una persona, ma innesca un processo che comporta differenti livelli di analisi. A partire dall’approfondire la struttura del volto, e quindi il colore e la forma degli occhi, l’espressione facciale ed ulteriori dettagli del viso e del fisico, come per stilare una prima scheda della persona incontrata.

La descrizione viene, in seguito, comparata dal nostro cervello con altre informazioni precedentemente immagazzinate in memoria, come se venissero cercate all’interno dell’archivio della nostra mente persone che presentino caratteristiche fisiche simili alla persona individuata. Nel corso di questa fase del processo il cervello aggiunge nella sua scheda altri elementi che si discostano, se vogliamo, dal puro aspetto fisico, come i movimenti, il linguaggio del corpo e la voce. Al termine di questa scansione, che avviene nel giro di qualche secondo, il cervello trasmette l’input definitivo riuscendo finalmente ad associare volto e nome.

Stretta di mano (Pixabay foto) – www.quotidianoarte.it

E’ possibile ‘allenare’ il nostro cervello?

Certo, esistono alcune strategie notevolmente efficaci per implementare la nostra capacità di associare immediatamente il volto della persona al suo nome. Numerosi esperti in merito si sono esposti sull’argomento, raccomandando innanzitutto di prestazione maggiore attenzione al momento della presentazione; l’ascolto attivo e, se necessario, la ripetizione del nome all’interno della propria mente potrà aiutarci a fissarlo nella nostra memoria con maggior facilità ed efficacia.

Se si vuole, è possibile anche ripeterlo continuativamente ad alta voce, al fine di rinforzare il collegamento d’associazione diretto con il viso della persona che abbiamo conosciuto. Un altro trucco che potrà aiutare consiste nell’associare al nome o alla persona una particolare immagine, che può derivare dal suo nome, dai vestiti che indossa o anche banalmente dall’ambiente in cui si è avuta la conoscenza.

Published by
Flavio Forlini