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Le armi più terribili della storia: ecco l’arma non convenzionale in grado di sterminare intere popolazioni

Scavi archeologici hanno riportato alla luce un utensile impiegato in guerra considerato tra i più pericolosi e letali dell’epoca. Ecco di cosa si tratta

A partire da circa 70.000 anni fa, vale a dire al tempo della grande glaciazione, si attesta l’inizio della produzione da parte dell’uomo delle prime armi. In particolare, la costruzione del primordiale utensile volto a difendere ed offendere di cui si ha notizia è la lancia, la cui asta in legno veniva indurita dal fuoco e che permetteva di colpire grazie alla punta, costituita da ossa di animali.

Durante il periodo di sviluppo delle civiltà mesopotamiche fu introdotta la frombola, arma da lancio simile ad una fionda costituita da due lacci e da una piccola sacca contenente un proiettile. Si trattava per l’epoca di una delle armi da distanza maggiormente letali che si potessero trovare, utilizzata in svariate battaglie che ebbero luogo sulle sponde del Mar Mediterraneo.

I suoi proiettili erano generalmente sassi o pietre, ma in un secondo momento si assistette all’introduzione della terracotta e soprattutto del piombo, che erano in grado di favorire maggior perforazione e, per questo, capaci di arrecare un danno più grave.

Una delle più curiose caratteristiche di questi proiettili è che spesso riportavano incisioni, che potevano rappresentare insulti all’indirizzo del nemico o vere e proprie firme, riportando il nome di chi la utilizzava o di chi l’aveva prodotta.

Un proiettile decisamente peculiare

Nel corso di uno scavo archeologico svoltosi nel Çanakkale, Turchia, in presenza del tumulo di Maydos Kilisetepe, sono stati riportati alla luce degli straordinari reperti. Primo fra tutti a catturare maggiormente l’attenzione degli esperti, un proiettile di piombo utilizzato per caricare le fionde, risalente a circa 3.400 anni fa. La peculiarità di tale ritrovamento è il fatto che sia costituito in piombo, materiale decisamente inconsueto per i proiettili fabbricati nel corso dell’Età del Bronzo, considerando che la circolazione dello stesso materiale sarebbe divenuta di uso comune soltanto negli anni a venire.

Il piombo veniva scelto per la fabbricazione dei proiettili in quanto garantiva una maggior efficacia se comparato rispetto a materiali come pietra o argilla. Nello specifico risultava essere nettamente più letale se scagliato contro i nemici, in quando garantiva una migliore capacità di penetrare armature e carne, causando ferite e traumi che, specie considerando l’epoca, apparivano più che mai complessi da curare. Lo ha spiegato il conduttore degli scavi avvenuti a Maydos, il professor Göksel Sazcı, che ha definito il ritrovamento un unicum, dato proprio il materiale di realizzazione, maggiormente comune nel periodo ellenico e romano, ma decisamente straordinario se prendiamo in riferimento l’Età del Bronzo.

Utilizzi del piombo (Pixabay foto) – www.quotidianoarte.it

 

Cos’altro è stato portato alla luce?

Un altro significativo reperto è stato rinvenuto nel medesimo sito. Si tratta di un sigillo cilindrico risalente a circa 3.900 anni fa, che rappresenta allo stesso modo un caso unico nella storia, in quanto primo ad essere stato portato alla luce nel territorio europeo, nonché uno dei più peculiari e datati manufatti mai ritrovati fuori dalla penisola anatolica. E’ un oggetto dall’immenso valore storico-culturale che ci aiuta a comprendere quanto le innovazioni delle civiltà mesopotamiche abbiano rappresentato un punto di svolta fondamentale nella storia dell’umanità.

Questi sigilli, infatti, venivano utilizzati per annotare documenti ed oggetti e furono introdotti proprio dalle popolazioni che abitavano la Mesopotamia meridionale. Il fatto che il ritrovamento sia avvenuto in un territorio che costeggia lo stretto dei Dardanelli attesta che, probabilmente attraverso gli scambi e le rotte commerciali, le pratiche introdotte e diffuse dalle civiltà asiatiche abbiano raggiunto anche l’Europa, aprendo alla possibilità di scenari ancora inesplorati in merito allo svolgimento del commercio tra popolazioni profondamente distanti fra loro.

Published by
Flavio Forlini