Esistono lauree più semplici o che garantiranno maggiori possibilità lavorative? Ecco cosa dice a riguardo uno studio condotto da un’importante università
La scelta del proprio futuro al termine del percorso d’istruzione secondaria è uno dei momenti cruciali nel percorso formativo di ciascuno studente. Questo perché tale scelta influirà, oltre che sull’imminente percorso di studi, anche sul futuro professionale del soggetto.
Al momento della decisione, tra le domande più gettonate vi sono sicuramente quella riguardante le lauree più richieste o i percorsi di studi che permetteranno un maggior numero di sbocchi lavorativi al termine del periodo universitario. In virtù di tali ‘priorità’, può addirittura capitare che gli studenti mettano da parte le proprie ambizioni personali per concentrarsi unicamente sulle possibilità di occupazione o guadagno.
E invece le passioni e i talenti di ciascuno di noi dovrebbero rappresentare un incentivo, un aiuto in più per decidere ponderatamente quale percorso scegliere, in modo tale da incastrare i nostri interessi con la nostra formazione, perché no, proprio in virtù di una successiva occupazione nel medesimo campo.
Detto ciò, esistono indubbiamente lauree che offriranno maggiori possibilità lavorative, ma non potrà mai essere soltanto il percorso di studi in se a determinare un successo professionale. La differenza sta tutta nella determinazione e nella propensione nell’impegno in un determinato ambito.
Le lauree più richieste
Un posto prioritario, in tal senso, è indubbiamente occupato dalle facoltà di economia e statistica. Secondo un report nel corso dei prossimi quattro anni, nel nostro paese sono previste assunzioni nei campi sopracitati, che riguarderanno un numero compreso tra i 44.000 e i 50.000 laureati. Discorso analogo per quanto riguarda l’ambito ingegneristico, per il quale si stima una richiesta tra le 36.000 e le 41.000 unità: nello specifico, la laurea in ingegneria civile potrebbe garantire l’occupazione a oltre 13.000 ingegneri civili l’anno.
Seguono l’area medico-sanitaria e l’architettura, con un tasso d’occupazione, rispettivamente, del 94,2 e del 91,4%. Si tratta di lauree e conseguenti professioni, particolarmente richieste anche all’estero: non a caso, la maggior parte dei giovani italiani che emigrano nel resto d’Europa, restano occupati nel campo ingegneristico (il 12%), finanziario (il 10%) e sanitario (il 7%). Se volessimo, invece, analizzare tale classifica al contrario, analizzando quindi i professionisti che riscontrano maggiori difficoltà nell’inserimento nel mondo lavorativo, troveremmo i laureati in materia umanistico-letteraria, che presentano il minor tasso d’occupazione in assoluto.
Le facoltà meno impegnative
Tra le lauree considerate più agevoli da prendere, ossia che richiedono una preparazione ugualmente soddisfacente, ma meno rigida e impegnativa sia nell’ambito teorico, che nell’ambito pratico, vi sono DAMS (Discipline Arti, Musica e Spettacolo), Scienze della Formazione, Scienze della Comunicazione, Beni culturali e Scienze ambientali. Tale lista è stata stilata a seguito di uno studio condotto dalla Durham University del Regno Unito, che ha preso come criteri di riferimento su cui basare il proprio approfondimento il numero degli studenti iscritti e fuoricorso, la media dei voti e la percentuale di promozioni agli esami.
Ma è importante precisare che la percezione della difficoltà varia in base ad ognuno di noi. Ci saranno sicuramente dei soggetti maggiormente propensi alle materie umanistiche, per i quali facoltà legate all’economia o alla finanza risulteranno particolarmente dispendiose o, al contrario, menti appassionate al campo sanitario o alla medicina veterinaria che potrebbero incontrare maggiore fatica nell’approfondire materiale legato, ad esempio, all’ambito comunicativo. Ogni scelta è soggettiva; l’unica importante raccomandazione è prendersi il tempo necessario per giungere ad una conclusione, facendosi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi.