Filippo Panseca, un maestro dell’arte digitale, ci ha lasciati recentemente all’età di 84 anni mentre si trovava nella splendida Pantelleria. Originario di Palermo, Panseca è conosciuto a livello internazionale come uno dei pionieri della computer art, avendo avuto un’enorme influenza nel panorama artistico moderno. La sua vita è stata un viaggio ricco di innovazione e creatività, dove ha saputo coniugare arte e tecnologia in modi completamente nuovi e affascinanti.
Filippo Panseca ha avuto un ruolo fondamentale nella vita culturale di Palermo. Qui, ha dedicato gran parte della sua carriera all’insegnamento, ricoprendo la carica di docente di figura ed ornato modellato presso il liceo artistico. Inoltre, fu uno dei fondatori delle gallerie d’arte Il Chiodo e Il Paladino, insieme a Ciro Li Vigni, spingendo così la scena artistica palermitana verso nuove vette. Nel 1965, ha unito le forze con Francesco Carbone per dar vita a Tempo Sud, un gruppo artistico sperimentale che ha segnato un’epoca, e nello stesso anno ricevette un invito alla Quadriennale di Roma, diventando l’unico artista siciliano, accanto a Renato Guttuso, a partecipare a questo prestigioso evento. Un’iniziativa che ha dato grande visibilità al suo talento e alle sue innovazioni artistiche.
Panseca, con la sua visione unica, ha avuto la capacità di attrarre l’attenzione non solo della città di Palermo, ma anche del panorama nazionale. La fondazione di gallerie d’arte ha effettivamente creato uno spazio vitale per artisti emergenti e affermati, ed è stato un punto di riferimento per chi cercava di esplorare nuove forme d’espressione. La sua dedizione non si è limitata solo alla fondazione di spazi d’arte; ha anche incoraggiato giovani a seguire la loro passione per l’arte, diventando un mentore e una guida per molti.
Nel 1968, Panseca si è trasferito a Milano, dove ha preso parte a una delle esperienze più emozionanti della sua carriera: l’allestimento del Padiglione Italia della Triennale. Qui, insieme a un gruppo di talentuosi designer, ha messo in mostra il suo ingegno. Lavorò con Jacopo Gardella e il gruppo MID, tra cui nomi come Antonio Barrese e Alfonso Grassi, mentre il suo lavoro alla galleria Apollinaire ha dato vita a opere innovative come “Lili“, un modulo componibile e perfettamente funzionante. L’arte dal vivo era una delle sue più grandi passioni e quest’opera ne è stata un chiaro esempio, colpendo in modo significativo il mondo artistico.
Ma la carriera di Panseca non si è fermata qui. Sempre a Milano, ha continuato a sperimentare, presentando opere che sfidavano la percezione tradizionale dell’arte. Uno dei suoi lavori più noti è stata “Mata“, una sfera radiocomandata che è diventata un simbolo della sua creatività. La sua ricerca non si è limitata a un solo medium; infatti, è stato tra i primi in Italia a esplorare il campo della video arte, partecipando a eventi storici che hanno segnato l’era digitale.
Filippo Panseca non era solo un artista, ma anche un innovatore e un pensatore critico, impegnato a utilizzare le sue capacità per affrontare questioni sociali e ambientali. Sin dagli inizi degli anni ’70, ha mostrato una coscienza ecologica, avviando il suo progetto di “Arte Biodegradabile“, un’iniziativa pionieristica per l’epoca. Proseguendo nel suo percorso, ha partecipato a rassegne artistiche, come “Videobelisco“, che si è concentrata sull’utilizzo dei video come strumenti di comunicazione e arte. Questo ha aperto nuove strade e ha dato a molti artisti la possibilità di esplorare l’intersezione tra arte e tecnologia.
La sua instancabile ricerca lo ha portato alla XV Triennale di Milano nel 1973, dove ha presentato opere innovative a tema “Habitat“, utilizzando plastiche fotosensibili. Nel 1975, insieme a Pierre Restany, ha tentato un esperimento audace che prevedeva la trasmissione via satellite di opere d’arte in tutto il mondo. La sua curiosità e il suo spirito innovativo non si sono mai fermati, così come la sua ricerca sull’uso dei computer in ambito artistico, che ha culminato nella famosa presentazione “Computer Pictures of San Francisco” nel 1979.
Negli ultimi anni, Filippo Panseca ha continuato a partecipare a eventi di grande prestigio, come Art Basel, la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, accumulando oltre 100 mostre nel suo curriculum. La sua visione ecologica è culminata in installazioni che utilizzano la nanotecnologia per la purificazione dell’aria, un progetto presentato per la prima volta a Palermo nel 2015, successo replicato a Roma e Milano.
In un momento di profonda riflessione, mentre si trovava a Pantelleria, Panseca ha ideato un mausoleo vicino ai sesi, creando un legame simbolico tra l’arte e le antiche tradizioni locali. Questo atto di pianificazione, in vista della propria mortalità, evidenzia come la sua eredità continuerà a vivere non solo nelle opere create, ma anche nell’apertura di visione che ha trasmesso. Un modello di creatività e impegno che ispira le generazioni di oggi e quelle future a esplorare e abbracciare l’innovazione artistica.