L’arte libera anche dietro le sbarre: il graffito di Ravo che ispira speranza.

Un’illusion di libertà penetra nel carcere di Varese attraverso un murale che racconta sogni e speranze. L’incredibile opera, realizzata dallo street artist Andrea Ravo Mattoni, ha preso vita rapidamente, in sole tre ore durante una domenica, usando la sua caratteristica tecnica di spray. Questa non è la prima volta che Mattoni porta il suo stile in uno spazio istituzionale; già in precedenza si era fatto notare in luoghi come tribunali e ospedali. Ma ciò che rende davvero speciale questo murale è il suo messaggio profondo, quasi una celebrazione della speranza e della libertà, proprio dove si vive una realtà complessa come quella di un carcere.

All’interno della sala colloqui del carcere, i visitatori possono ora ammirare un’opera che esplora il tema della libertà. L’artista ha scelto di raffigurare una giovane fanciulla, simbolo di gioia e speranza, che rivolge il suo sguardo verso un futuro luminoso e ricco di bellezza. Ma non è tutto. Dalla testa della ragazza volano delle colombe, figure emblematiche che simboleggiano i pensieri capaci di liberare le menti. Un’immagine che contiene una metafora potente, quella del pensiero libero che costituisce una vera chiave di emancipazione.

Il murale non è solo un abbellimento, ma anche un inno alla resilienza umana. Carla Santandrea, direttrice della casa circondariale, ha evidenziato l’importanza di arricchire gli spazi detentivi. Questi luoghi, dove spesso ci si confronta con il doloroso vissuto del carcere, possono diventare, attraverso l’arte, spazi di riflessione e miglioramento. Santandrea ha sottolineato come questo particolare ambiente non serva solo per le visite familiari ma anche come sede per eventi culturali, mostrando così un lato positivo della vita carceraria.

Una collaborazione fruttuosa

L’idea di coinvolgere Andrea Ravo Mattoni è emersa dopo una mostra personale dell’artista al Castello di Masnago. Un gruppo di detenuti aveva visitato l’esposizione, riscoprendo un lato della cultura che spesso rimane distante da loro. L’assessore alla cultura, Enzo Laforgia, ha rimarcato come questo incontro casuale abbia aperto la strada ad una opportunità unica di espressione artistica all’interno del carcere, unendo così il mondo dell’arte e quello della detenzione.

Il progetto, supportato dal Lions Club Varese Prealpi, ha dimostrato come una collaborazione tra diverse entità possa portare risultati tangibili e significativi. La combinazione di arte e impegno sociale ha reso possibile la realizzazione di un murale che avrà un impatto duraturo sui detenuti e sull’intera comunità.

La reazione dei detenuti

L’arte ha il potere di suscitare emozioni e, una volta completato il murale, la reazione dei detenuti è stata entusiasta. Serena Pirrello, una funzionaria pedagogica, ha descritto momenti particolarmente toccanti, quando i detenuti, entrando nella sala, hanno esclamato un collettivo “wow”. Un’energia palpabile ha invaso l’ambiente, mostrando quanto possa essere preziosa l’arte anche in contesti difficili.

Questa opportunità ha dato ai detenuti la possibilità di aprire i loro cuori e i loro pensieri, ringraziando per la presenza di un artista di fama globale come Ravo. Le loro parole di gratitudine rappresentano un segnale forte: l’arte non solo abbellisce la realtà, ma accende speranze, stimola immaginazioni e fa sognare oltre il carcere. L’enorme valore emotivo del murale rimarrà impresso nel cuore di tutti coloro che l’hanno vissuto, cambiando in una certa misura la loro percezione del futuro.

Published by
Ludovica Rossi