L’artista Vivian Suter è un viaggio visivo affascinante nel mondo della pittura astratta, portando il pubblico a esplorare un’interazione unica con la natura e il contesto in cui vive. Esposta a Lisbona, la mostra presenta 500 opere, molte delle quali inedite. I dipinti di Suter non sono solo opere d’arte, ma un riflesso di un’esperienza quotidiana con la terra, la pioggia, e l’ecosistema che la circonda. La mostra rappresenta un vero e proprio culmine della carriera dell’artista, rivelando il forte legame tra la creatività e l’ambiente naturale che circonda il suo lavoro.
Vivian Suter e il suo legame con la natura
Nata nel 1949 a Buenos Aires, Vivian Suter ha seguito un percorso artistico influenzato dalla sua infanzia e dalle esperienze di vita in Svizzera. Si trasferì a Basilea a causa del regime di Perón, dove iniziò i suoi studi di pittura. Tuttavia, è stata la sua visita ai luoghi archeologici Maya, tra cui Messico, Yucatan e Guatemala, che ha radicalmente cambiato la sua vita. Attraverso questo viaggio, si è innamorata di Panajachel, una località situata sulle rive del lago Atitlán in Guatemala. Qui ha deciso di stabilirsi, abbandonando la vita moderna e tutte le comodità, per rifugiarsi in un contesto naturale straordinario. Vivian ha creato il suo studio in una ex piantagione di caffè, circondata dalla vegetazione e dalla bellezza del paesaggio guatemalteco. Questo ambiente è diventato parte integrante del suo processo creativo.
La sua pratica artistica si basa su un profondo legame con la natura, da cui trae ispirazione per le sue opere. Si racconta spesso che, mentre dipinge, possa essere sofferente dal caldo o dall’umidità. Ma è proprio questo che arricchisce la sua arte. “Dal giardino riesco a trovare stimolo”, afferma l’artista riferendosi alla densità di colori e forme presenti nel suo lavoro. Le sue tele diventano una sorta di riflesso del mondo esterno, abilmente immerse e contaminate dagli elementi naturali. I colori vibranti, che includono il verde brillante, il rosso acceso, il marrone, e il blu, raccontano di un contesto vivo e pulsante.
L’influenza del Guatemala nel suo processo creativo
Vivian Suter vive isolata, lontano dal trambusto del mondo dell’arte, sognando di reinventare il proprio stile. I suoi dipinti emergono come un’espressione autentica della sua individualità, un’arte che non soggiace alle influenze esterne. Il suo studio è un luogo dove il tempo sembra fermarsi; qui, tra alberi e fiori, l’artista sperimenta con entusiastica libertà. Riuscire a osservare come l’ambiente stesso interagisce con le sue opere è sorprendente. Quando Suter dipinge all’aperto, decide di non incorporare regole rigide. Spesso inizia nel tardo pomeriggio, approfittando della lieve luce del crepuscolo, e a volte termina il lavoro con una torcia. Al mattino successivo, scopre il risultato, accettando l’arte per ciò che è diventata.
Quello che rende le sue tele ancora più uniche è un elemento casuale introdotto dalla collaborazione con la natura stessa. I suoi cani, Tintin, Nina, e Disco, lasciano delle impronte sui suoi dipinti. Non sono solo animali domestici, ma parte del processo creativo, quasi come coautori coinvolti in una sorta di dialogo visivo. Questa osmosi tra l’artista, gli animali e l’ambiente crea una simbiosi che è palpabile. La notizia che, in un certo qual modo, la bellezza dei luoghi e la spontaneità delle diverse condizioni climatiche siano la colonna portante della sua opera è un messaggio profondo.
Tecniche e materiali nell’arte di Vivian Suter
La pratica di Vivian Suter è molto interessante per via della sua metodologia non convenzionale. Le opere di Suter non seguono un’unica linea di pensiero; bensì, possono essere raggruppate in alcune categorie basate sull’idea sottostante. I suoi dipinti accumulano macchie di colori vivaci, creando forme che evocano una sorta di metamorfosi visiva. Tutto ciò avviene in modo del tutto naturale. L’artista assicura che i materiali utilizzati sono anche naturali e spesso mescolati ad elementi che provengono dall’ambiente circostante, come l’acqua piovana.
Le tele di Suter non sono mai finite nel vero senso della parola. Rimangono esposte all’aria aperta per settimane, assimilando la bellezza e l’imprevedibilità della natura. Ogni drop d’acqua, ogni soffio di vento, infondono una nuova vita alle opere, e le influenzano in modi reciproci. Le tempeste che ha affrontato a livello fisico nel suo studio nel 2005 e nel 2010 le hanno rivelato l’importanza di permettere al caso di interfacciarsi con l’arte, così, la precarietà è diventata parte integrante del suo linguaggio visivo.
La mostra al MAAT di Lisbona
La mostra “Disco” presentata al MAAT di Lisbona è un evento unico, ricco di creatività e colori. Le opere esposte non hanno titolo né data, creando un’alchimia di mistero attorno all’arte di Suter. La scelta di come presentare i dipinti è innovativa, con opere che si sovrappongono al pavimento, pendono da griglie, e fluttuano nell’aria, perfettamente adattate al contesto architettonico del museo. Ogni pezzo è essenziale quanto il suo retro. Le opere hanno trovato una collocazione che celebra la bellezza della casualità, dando vita a un’esperienza immersiva.
Sérgio Mah, curatore della mostra, ha segnalato che l’arte di Vivian Suter si allinea perfettamente con i temi del museo, come l’ecologia e il post-colonialismo, creando un dialogo non solo con l’arte, ma anche con l’ambiente e le esperienze vissute. “Disco” arriva come il culmine di un percorso artistico che ha guadagnato riconoscimenti a livello internazionale. Suter, il cui lavoro è stato presente a Documenta14 e in altre importanti istituzioni, invita i visitatori a immergersi in una giungla di colori e forme, dove la spontaneità dell’arte si allea con la storia personale di una artista che ha scelto di vivere in armonia con la natura.