Nuovi cambiamenti in vista per la sanità italiana: verranno introdotte pratiche che avranno un significativo impatto sulla vita dei pazienti
Il sistema sanitario italiano sta attualmente affrontando una trasformazione significativa che cambierà il modo in cui i pazienti ricevono cure e ritirano i loro farmaci.
Un nuovo processo diventerà obbligatorio dal 2025. Ci saranno vantaggi, ma anche nuove difficoltà da affrontare. Le continue trasformazioni del settore spesso sono difficili da seguire.
Sebbene molte persone non siano pronte al cambiamento, l’innovazione può forse rendere le cose più facili da eseguire e aumentare l’efficienza. Per garantire una transizione fluida, alcuni aspetti operativi e organizzativi dovranno essere migliorati.
Mentre il settore si adatta a questa novità, sorgono domande su come verranno gestite le situazioni più delicati e sulle difficoltà che potrebbero sorgere per alcune parti del pubblico.
Come cambia la ricetta del medico
La ricetta elettronica, definita anche “dematerializzata”, è stata introdotta in via sperimentale durante l’emergenza Covid-19 con l’obiettivo di ridurre l’afflusso di pazienti negli studi medici. Grazie alla sua funzionalità, che consente di ricevere la prescrizione attraverso il Sistema Tessera Sanitaria (STS), la ricetta elettronica ha evidenziato fin da subito notevoli vantaggi in termini di praticità e sicurezza. Con l’entrata in vigore della legge di bilancio nel 2025, questa modalità diventerà obbligatoria per tutti i farmaci prescritti, sia a carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) che dei cittadini.
A partire dal 2025, i medici saranno tenuti a compilare la ricetta elettronica direttamente nel Sistema Tessera Sanitaria (STS), il quale genererà un codice ricetta, un PIN e un promemoria da fornire al paziente, il quale dovrà presentarlo in farmacia. In alternativa, qualora il promemoria sia stato recuperato dal STS, la farmacia riceverà una notifica direttamente dal sistema. Una volta acquisiti i dati, il farmacista avrà la facoltà di accedere alla ricetta elettronica e, qualora i farmaci siano disponibili, procedere con l’erogazione.
Le sfide della transizione
Il passaggio dalla ricetta cartacea a quella elettronica presenta diverse sfide. Per le associazioni di categoria, una delle principali preoccupazioni riguarda la copertura internet disomogenea in Italia, con molte zone del Paese che continuano a soffrire di connessioni lente o assenti. Secondo dati forniti dall’Istat, circa il 30% degli over 65 poi non ha mai utilizzato Internet, mentre una parte significativa di questa categoria non possiede neppure uno smartphone, strumenti indispensabili per accedere alla ricetta elettronica.
Un ulteriore aspetto problematico concerne i pazienti stranieri non iscritti al SSN, come coloro che risiedono in Italia per motivi di lavoro, studio o turismo. La normativa prevede che per ogni prescrizione sia necessario fornire il codice fiscale, ma rimane da chiarire come gestire i pazienti privi di questo requisito. La questione è dunque ancora aperta e necessita di una soluzione operativa chiara.