La rassegna “Versailles: scienza e splendore” si prepara ad invadere il Science Museum di Londra, con un’apertura fissata tra non molto, precisamente dal 12 dicembre 2023 fino al 21 aprile 2025. Sarà un’esperienza immersiva che non si limita solo a raccontare la storia del Palazzo di Versailles, ma indaga anche il suo impatto significativo nel campo delle innovazioni scientifiche e intellettuali durante i secoli XVII e XVIII. Sotto gli occhi vigili di Luigi XIV e Luigi XV, Versailles non è stata solo un simbolo del potere, ma anche un crogiolo di conoscenza e invenzione, un luogo dove arte e scienza si intrecciavano in modi affascinanti. Questa mostra rivisitata prende ispirazione da un progetto simile tenutosi a Versailles nel lontano 2010 e promette di incantare e stupire i visitatori con oltre cento oggetti che spaziano dal quotidiano al meraviglioso. Il curatore associato Matthew Howles sottolinea l’importanza di quegli anni in cui si iniziava a vedere un aumento notevole nell’enfasi sull’osservazione scientifica e sull’affidabilità delle esperienze.
Il potere di versailles: un centro d’innovazioni
Versailles non è stato solo il palazzo di una monarchia luminosissima, ma anche un luogo di grande fervore intellettuale e scientifico. Infatti, molte delle attività rinomate che si svolgevano nei giardini e nelle stanze regali sono il risultato del prestigio e dell’entusiasmo delle figure reali. Alcuni dei punti di focus di questa mostra sono le opere legate allo zoo di Luigi XIV, il primo realmente “moderno”, che ha creato un centro vitale per gli studi zoologici. Qui si potevano osservare animali esotici da vicino, un’esperienza che sarebbe stata impossibile in qualsiasi altro contesto dell’epoca. L’oggetto più invidiabile, il rinoceronte indiano che Luigi XV ricevette in dono nel 1770, viene da un’importante raccolta di reperti che il Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi affiderà per l’esposizione.
Un aspetto tecnico sorprendente è rappresentato dalla macchina di Marly, un sistema avanzato di pompaggio progettato per rifornire d’acqua le splendide fontane del palazzo. Questo mostra come la monarchia francese non solo si interessasse a meraviglie estetiche, ma cercasse in realtà di stabilire anche una connessione tra il potere e il progresso scientifico. Secondo Howles, questo è un fenomeno duplice: c’è il desiderio di dimostrare la grandezza della monarchia tramite opere visibili, ma allo stesso tempo i meccanismi e le risorse che ciò comportava fornivano un impulso enorme per gli scienziati del tempo. Questi ultimi avevano l’opportunità di studiare animali non solo a livello teorico, ma in uno stato di vita e successivamente in autopsie, portando a una comprensione molto più dettagliata dell’anatomia e della zoologia.
Oggetti straordinari che raccontano storie
La mostra non si limita a offrire uno sguardo sul contesto socio-politico di Versailles; include anche una serie di oggetti dal design incredibile e a dir poco affascinante. Tra i pezzi esposti, l’incredibile Orologio della Creazione del Mondo spicca per la sua lavorazione intricata, un capolavoro dove il bronzo e la doratura si uniscono creando un oggetto esteticamente straordinario. Inoltre, presenta un “eclissario”, uno strumento creato dall’orologiaio reale Isaac Thuret che non è solo una meraviglia meccanica, ma una finestra sulla capacità della scienza di confrontarsi con fenomeni astronomici.
Questa mostra si profila come un’eccezione nell’ambito del Science Museum, dato che molti degli oggetti esposti risulterebbero più a loro agio in una galleria d’arte come il Victoria and Albert Museum o il British Museum. Come afferma Howles, il suo obiettivo è di spiegare non solo l’importanza artistica di queste opere, ma anche il loro significato scientifico. La capacità di questi oggetti di rivelare le tecniche e i principi che stanno dietro ai loro funzionamenti è affascinante. In un periodo in cui Francia e Gran Bretagna si contendevano aree di influenza nel subcontinente indiano, la storia che emerge da questi pezzi è una testimonianza ingegnosa su come la scienza potesse diventare un elemento cruciale nelle relazioni diplomatiche.
Un viaggio nel tempo tra arte e scienza
La mostra “Versailles: scienza e splendore” promette quindi un vero e proprio viaggio nella storia, dove la scienza e l’arte si fondono in un racconto ricco e stratificato. Ogni reperto porta con sé una narrazione, un’eco di un tempo passato in cui l’innovazione e la ricerca scientifica erano strettamente legate a un’idea di grandezza e prestigio regale. Gli oggetti scelti per questa esposizione non sono solo artefatti storici, ma anche spunti per riflessioni sul progresso e sull’innovazione, sul modo in cui la monarchia ha influenzato l’intelletto e le visioni del mondo.
La presentazione di oltre cento oggetti servirà non solo a stupire i visitatori con la loro magnificenza ma anche a incoraggiarli a riflettere sulle interconnessioni tra scienza e bellezza. Favorisce una comprensione più profonda anche dei principi scientifici del tempo, mostrando come l’arte non sia solo un’espressione estetica, ma anche un portato di pensiero scientifico e riflessione. Una dimostrazione che l’intelletto umano, nel suo continuo cercare, può trasformare la bellezza in un veicolo di conoscenza e potenza. Quella di Versailles è una storia che continua ad affascinare, un invito a guardare oltre la superficie per scoprire la vera essenza della connessione tra l’arte e la scienza.