Palazzo Citterio, finalmente aperto al pubblico, rappresenta un cambiamento significativo per la cultura di Milano. Questo evento, avvenuto l’8 dicembre, segna l’inizio della Grande Brera, un nuovo capitolo che mette in risalto l’arte novecentesca. Oltre duecento opere finalmente esposte, che includono anche opere di collezioni storiche come quelle di Jesi e Vitali, ora possono essere apprezzate in una sede all’altezza. Un sogno che si trasforma in realtà dopo decenni di aspettative e progetti.
La storia di Palazzo Citterio è una lunga vicenda iniziata oltre cinquant’anni fa. Calculate che tutto è partito con il sogno di Franco Russoli, un direttore visionario della pinacoteca che, nel 1972, acquistò il palazzo Fürstenberg. L’idea era di dedicare uno spazio specifico per le opere d’arte dell’era novecentesca. Negli anni seguenti si sono susseguiti progetti di ristrutturazione, finanziamenti e sfide. Il primo progetto venne redatto da Giancarlo Ortelli ed Edoardo Sianesi, ma numerosi cambiamenti e blocchi in corso d’opera hanno ritardato i lavori. Eppure, nel corso degli anni, nuove sale sono state realizzate, come quella progettata da James Stirling nel 1986.
Sappiamo che diversi altri interventi hanno seguito negli anni 2000, culminando con un finanziamento nell’inizio del 2012. Ma il percorso non è stato lineare, infatti, problemi come la rinvenuta di amianto hanno costretto a nuove interruzioni dei lavori. Così, il sogno della Grande Brera ha assunto l’aspetto di una telenovela con colpi di scena, ritardi, polemiche e complicazioni varie.
Anche il passaggio di consegne al nuovo direttore, James Bradburne, non ha risolto le questioni di base, rendendo il sogno di Russoli meramente un’illusione. Si comprende così perché la notizia che ora ci è giunta, ovvero l’apertura al pubblico di Palazzo Citterio, ha catturato l’attenzione dei milanesi e non solo.
Malgrado l’apertura così tanto attesa, non tutto è esente da sfide e difficoltà. Infatti, già da subito sono emersi problemi legati alla mancanza di personale, creando una situazione di incertezze. Mancano più di cinquanta custodii e funzionari, e questo limita fortemente l’accessibilità del museo. Nonostante l’assunzione di 25 nuovi addetti dell’Ales, il museo sarà accessibile solo per quattro giorni a settimana, dalla giovedì alla domenica. Gli orari sono stabiliti solo per il pomeriggio, dalle 14 alle 19.
Il direttore Angelo Crespi ha descritto questa situazione come una fase iniziale di sperimentazione, che durerà fino a maggio. La necessità di attendere un futuro concorso pubblico per l’assunzione dei custodi ne è la causa principale.
In questo frangente, l’accesso per i gruppi e le visite scolastiche è limitato, creando un’interessante dinamica di visita. Solo i singoli visitatori possono accedere, ma dovranno acquistare un biglietto separato, il cui costo è fissato a 12 euro. Attendiamo con interesse l’introduzione del biglietto unico per 20 euro previsto in autunno. È fondamentale tenere presente che la capienza del museo è limitata a mille visitatori al giorno, il che implica una certa selettività nell’accesso rispetto alla vasta capienza della pinacoteca principale.
Dentro le mura di Palazzo Citterio, si possono già trovare opere di notevole importanza storico-artistica. La rassegna documentaria allestita al secondo piano racconta la storia della Brera, un percorso che non può mancare di intrigare gli appassionati d’arte. Salendo, troviamo la sala ipogea intitolata a James Stirling, dove dieci imponenti opere in legno realizzate dall’artista Mario Ceroli sono esposte.
Questo segna anche l’inizio di una cornice di collaborazione tra Brera e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. È opportuno segnalarlo perché si tratta di un’iniziativa che porterà a una grande rassegna monografica sullo scultore abruzzese in primavera, tutta organizzata grazie a Ifis Art. Gli amanti dell’arte dunque possono trovarsi di fronte a una fiorente scena artistica.
Un altro suggestivo appuntamento è atteso a maggio con l’apertura del grande giardino retrostante, che collegherà Palazzo Citterio con il complesso e l’orto botanico di Brera. L’importanza di questo giardino non va sottovalutata dato il suo significato nel contesto culturale milanese.
In sintesi, l’inaugurazione di Palazzo Citterio segna un nuovo inizio per Milano e la sua cultura. Con tutte le sfide e le prospettive future, l’arte novecentesca trova finalmente la sua casa e una possibilità per essere apprezzata non solo dai milanesi ma anche dai visitatori di tutto il mondo che ora possono godere di questo nuovo spazio per la cultura e l’estetica.