Diciassette anni fa, l’idea di portare l’arte visiva sul grande schermo non era così diffusa. Gli artisti cominciavano a scoprire un nuovo linguaggio visivo, amalgamando tecnologie e narrazioni sempre più cinematografiche. La settima arte si trasforma così in un nuovo mezzo: l’ottava arte. Fino al 2007, Silvia Lucchesi ha avuto una visione chiara. Ha intuito che i film d’artista meritavano di essere proiettati in contesti giusti e comodi. È così che ha creato “Lo schermo dell’Arte“, una piattaforma di produzione che oggi offre sempre più opportunità anche nelle scuole, grazie all’impegno di Leonardo Bigazzi e a finanziamenti ministeriali. L’audiovisivo ora è alla portata di tutti, dalle scuole di infanzia fino ai più grandiosi eventi artistici.
Nell’edizione più recente del festival, sono stati presentati oltre trenta titoli che rompono le convenzioni del documentario. La creatività è fiorita, esplorando temi moderni come l’intelligenza artificiale, il deepfake e tecniche analogiche che affondano le radici nel passato. Un film che ha catturato l’attenzione è “Exergue – On Documenta 14” di Dimitris Athiridis. Questo capolavoro di 14 ore segue il curatore Adam Szymczyk mentre prepara dOCUMENTA 14, una delle mostre d’arte contemporanea più importanti e controverse a livello mondiale. Non è solo un documentario, è una narrazione trasparente che offre uno spaccato sul modo in cui l’arte viene progettata e realizzata, illustrando dibattiti, scontri politici e sfide finanziarie che hanno preso forma durante la preparazione dell’evento. Una vera immersione nel dietro le quinte di un’impresa artistica che ha segnato il mondo dell’arte.
Tra i film presentati, si distingue “Alreadymade” di Barbara Visser, una riflessione ironica sulla paternità dell’opera simbolo della contemporaneità: la famosa Fountain di Marcel Duchamp. Questo film non è solo un’analisi critica ma un viaggio affascinante attraverso la storia dell’arte moderna. Visser mette in discussione la versione tradizionale, sostenendo che anche l’artista dadaista Elsa von Freytag-Loringhoven potrebbe rivendicare la paternità dell’opera. L’ironia è palpabile e il film fa riflettere sulle origini dell’arte contemporanea in modo ingrato e divertente, proponendo un nuovo punto di vista che stuzzica il pensiero critico. Dall’altra parte, Maria Anna Tappeiner restituisce al pubblico il ritratto di Wolfgang Laib, un artista che estrania dalla realtà e affonda in una profondità spirituale rara. Ogni film offre uno spaccato unico dell’intersezione tra vita e arte.
Il festival ha deciso di mettere sotto i riflettori Garrett Bradley, la prima regista afroamericana a ricevere riconoscimenti al Sundance Film Festival. In un focus dedicato a lei, “Lo schermo dell’arte” presenta alcuni dei suoi lavori, tra i quali spicca “Time“. Questo film narra la lotta instancabile di una madre afroamericana per liberare il marito dal sistema carcerario della Louisiana, un tema che tocca corde profonde nella questione dell’ingiustizia sociale. “Time, realizzato in un arco di due decenni, ha collezionato oltre cinquanta nomination e vinto venti premi.” Questa pellicola celebra la resilienza umana e offre una profonda meditazione sul dolore e la determinazione delle donne afroamericane. Presenta anche il film documentario “Raze-Del” di Maryam Tafakory, che racconta la storia di Zan, la prima rivista femminile post-rivoluzione in Iran. In un contesto di censura e repressione patriarcale, la rivista diventa un simbolo di resistenza e di identità femminile in lotta per la libertà.
Mentre il mondo affronta la crisi climatica e il cambiamento epocale dell’antropocene, alcuni cortometraggi al festival offrono prospettive uniche sul nostro legame con la natura. “Daphne was a torso ending in leaves” di Catriona Gallagher racconta una storia mitologica affascinante. Attraverso una narrazione visiva straordinaria, la regista esplora la trasformazione della ninfa Daphne in una pianta di alloro per sfuggire alla persecuzione di Apollo. In modo ancora più evocativo, Lina Lapelytė in “The Speech” cattura un momento unico di performance collettiva, dove giovani ragazzi si trasformano in uccelli, regalando al pubblico una visione poetica e innovativa della natura e del nostro posto in essa. Andro Eradze col suo “Flowering and fading” offre una riflessione sul tempo e la vita, girando in una casa memoriale l’eco della storia umana. Ogni opera invita lo spettatore a un’autoanalisi riflessiva della nostra condizione rispetto all’ambiente.
Il festival non poteva non includere un omaggio alla grande storia dell’arte italiana. Con “Arte Povera, appunti per la storia” di Andrea Bettinetti, si riscopre l’arte povera, un movimento che ha rivoluzionato il panorama artistico nazionale. Un documentario denso di riferimenti e storie che ricostruisce un’epoca straordinaria. Al contempo, il film “Tempo di viaggio” di Tonino Guerra rivela i processi creativi che hanno animato il grande regista Andrej Tarkovskij. Il lavoro di Diego Marcon, “La Gola“, promette di suscitare dialogo e discussione, mentre “Con i denti tra i coltelli” di Roberto Fassone intreccia le avventure di una squadra di basket con opere d’arte contemporanea, riducendo le distanze tra sport e cultura in un modo che incanta per la sua freschezza e spontaneità. Quest’edizione del festival ha incluso anche proiezioni online su MYmovies One, cercando di abbracciare un pubblico più ampio pur mantenendo viva l’essenza dell’esperienza cinematografica diretta.
La manifestazione si chiude con un ricco programma di eventi, film e conversazioni che hanno coinvolto artisti, registi e pubblico, nella speranza che l’arte continui a nutrire il dialogo e la riflessione tra diverse generazioni e culture.