L’idea di invecchiare è spesso associata a un certo stigma, un’ombra che incombe sulle nostre vite mentre ci avviciniamo all’età adulta.
Ma a che età iniziamo a sentirci “vecchi”? Un recente sondaggio ha rivelato che la percezione dell’invecchiamento si presenta molto prima del previsto, attorno ai 42 anni, ma sorprendentemente, il 15% delle persone intervistate ha dichiarato di accorgersi dei segni dell’invecchiamento già prima dei 35 anni.
Condotto da OnePoll su un campione di 2.000 individui rappresentativi di diverse generazioni – Gen Z, millennial, Gen X e Baby Boomer – il sondaggio ha messo in luce come le persone percepiscano il raggiungimento del picco della salute all’età di 34 anni. Questo dato è particolarmente interessante, poiché suggerisce che la gioventù viene vista come un periodo di massima vitalità e benessere. Tuttavia, è evidente che la nostra percezione di ciò che significa essere “vecchi” è influenzata da una serie di fattori fisici e psicologici.
Ciò che emerge chiaramente è che molti iniziano a notare la necessità di apportare modifiche alla loro routine di salute e benessere già intorno ai 39 anni. Questo cambiamento di prospettiva è spesso innescato da cambiamenti fisici tangibili, come dolori articolari, l’insorgere di condizioni croniche come l’ipertensione e il diabete, o un rallentamento del metabolismo. Il sondaggio ha rivelato che il 39% degli intervistati ha fatto riferimento ai dolori articolari come uno dei principali segnali di invecchiamento, seguiti dal 37% che ha menzionato le condizioni croniche e dal 35% che ha parlato del rallentamento del metabolismo.
Il 21% degli intervistati ha ammesso di rifiutare l’idea di invecchiare, mentre un altro 30% ha inizialmente negato la propria condizione, per poi accettarla col passare del tempo. Questi dati suggeriscono un atteggiamento di resistenza al cambiamento, con il 61% di coloro che hanno accettato l’invecchiamento che ha rimandato i necessari cambiamenti di routine da tre a sei anni.
Ma come affrontano queste sfide le diverse generazioni? Il sondaggio ha messo in evidenza che il 36% degli intervistati sta modificando i tipi di vitamine e integratori assunti, con i Baby Boomer che risultano essere la generazione più propensa a farlo. Quattro Baby Boomer su dieci stanno cambiando anche i tipi di alimenti che consumano, e sorprendentemente, anche il 30% della Generazione Z, nonostante la sua giovane età, sta apportando modifiche alla propria dieta. Un dato che potrebbe sorprendere, ma che riflette una crescente consapevolezza tra le generazioni più giovani riguardo all’importanza di uno stile di vita sano.
Inoltre, il 31% di tutti gli intervistati ha dichiarato di perfezionare i tipi di esercizi che praticano, dimostrando che l’adattamento delle proprie abitudini fisiche è visto come un passo essenziale per affrontare l’invecchiamento. I millennial, in particolare, sono risultati più propensi a riconoscere i segni dell’invecchiamento rispetto a Gen X e Baby Boomer, con il 36% di loro che ha dichiarato di avvertire i segni del tempo.
Un altro aspetto interessante è il crescente interesse per pratiche come la meditazione e la mindfulness, con i millennial che si dedicano a queste attività più di qualsiasi altra generazione. Questo potrebbe essere collegato alla loro maggiore apertura verso il benessere mentale e alla ricerca di metodi per gestire lo stress e migliorare la qualità della vita complessiva.
È importante notare che, nonostante le difficoltà che molti incontrano nell’adattarsi a questi cambiamenti, il 35% degli intervistati si affida ai propri medici di base e a specialisti per ricevere indicazioni su come affrontare l’invecchiamento. Questo sottolinea il ruolo cruciale dei professionisti della salute nel guidare le persone verso scelte di vita più sane e consapevoli.