Giuseppe Penone è un artista cuneese che ha lasciato un segno indelebile nel panorama dell’arte contemporanea. Nato nel 1947 a Garessio, questo creativo ha utilizzato la sua abilità per fondere l’arte con elementi naturali, creando opere evocative che riflettono un profondo legame con la natura. Fin dalla sua prima esposizione nel 1968, la sua ricerca artistica si è concentrata sulla connessione tra l’uomo e l’ambiente, esplorando la vita attraverso materiali inusuali e interazioni concrete con il mondo naturale.
Penone ha iniziato il suo percorso artistico all’Accademia di Belle Arti di Torino, dove inizia a familiarizzare con le idee e le tematiche dell’arte povera. Nel 1967, entra a far parte di questo movimento, guidato da artisti come Giovanni Anselmo e Michelangelo Pistoletto, che sfidano le convenzioni tradizionali dell’arte utilizzando materiali poveri e quotidiani. Le opere di Penone si distaccano dalle forme d’arte convenzionali perché integrano elementi naturali e ciò che sembra, in apparenza, insignificante. La sua prima esposizione, tenutasi nel 1968, rappresenta un punto di partenza per la sua ricerca e per il suo approccio innovativo; utilizza materiali come piombo, cera e legno per dar vita a creazioni uniche.
L’artista compie anche performance nel bosco di Garessio per sondare le possibilità di interazione tra l’essere umano e la natura. Qui, si dedica a esperimenti come quello di influenzare la crescita degli alberi, rendendosi così parte integrante di un ecosistema complesso. Le sue opere, come “Scala d’acqua“, dimostrano come le forze naturali possano interagire e trasformare la materia in modi fantastici, evidenziando l’idea che l’arte è un processo vivo, che evolve in simbiosi con l’ambiente.
L’arte e il corpo: una connessione profonda
Negli anni ’70, Penone espande la sua ricerca verso il rapporto fra il corpo umano e l’ambiente urbano; esplora tematiche legate alla body art, un movimento che mira ad esprimere l’esperienza corporea attraverso l’arte. Con opere come “Rovesciare gli occhi” e “Svolgere la propria pelle“, l’artista utilizza l’epidermide come una superficie di scambio e comunicazione fra il privato e il mondo esterno. Attraverso l’uso di calchi e frottage, Penone trova un modo per catturare e rappresentare la propria presenza nel mondo.
Il concetto di contatto diventa cruciale nei suoi lavori, portando a una riflessione sulla memoria e sulla trasformazione. Nei progetti in terracotta, come “Vaso” e “Soffio“, l’artista denuncia la proiezione di ciò che il corpo contiene, rendendo evidenti le interconnessioni tra l’aspetto visibile e quello invisibile della vita. La pelle, fattore di protezione e di connessione con l’ambiente, è, quindi, un tema ricorrente, noto e presente che Penone approfondisce con gusto e complessità.
L’impatto mondiale di Penone e le sue onorificenze
Con gli anni, Penone ha guadagnato una straordinaria visibilità internazionale, rappresentando l’Italia in eventi di grande rilevanza come la 52° Biennale di Venezia nel 2007. Le sue mostre personali sono state accolte con fervore in diverse istituzioni prestigiose, tra cui il Centre Georges Pompidou e il Museo nationales di Ottawa. La sua arte viene attesa e celebrata ovunque, e nel 2014, Penone riceve il Praemium Imperiale a Tokyo, un riconoscimento considerato il “Nobel dell’Arte“. Questo premio, conferito in presenza del principe giapponese Hitachi, segna un’altra vetta nella carriera dell’artista.
Le opere di Penone non si limitano a spazi espositivi: sono piazze e parchi che si arricchiscono della sua visione poetica del mondo. Installazioni monumentali come l’“Albero delle vocali” a Parigi e “Foglie di pietra” a Roma enfatizzano il suo approccio unico e la capacità di creare punti d’incontro tra l’artificio dell’uomo e la meraviglia della natura. Attraverso il suo lavoro, Penone invita tutti a riflettere su cosa significhi realmente vivere in un ecosistema interconnesso; con ogni scultura, il suo messaggio di interdipendenza e rispetto per la natura continua a risuonare.
L’esposizione “Impronte di luce” alla Fondazione Ferrero
Attualmente, la Fondazione Ferrero di Alba presenta una retrospettiva intitolata “Giuseppe Penone. Impronte di luce“, che offre ai visitatori l’opportunità di scoprire oltre cento opere dell’artista. Curata da Jonas Storsve, questa mostra si pone come un percorso tematico, non cronologico, per esplorare le varie sfaccettature della poetica di Penone. Dal disegno alla scultura, passando per la fotografia, l’esposizione affronta il tema dell’impronta, simbolo del legame tra diversi ambienti.
La retrospettiva si concentra su come gli elementi naturali influenzino l’opera dell’artista, enfatizzando la relazione tra uomo e natura. Il legno, in particolar modo, gioca un ruolo centrale, con materiali provenienti dai boschi cuneesi, lavorati con tecnica e devozione. L’ingresso è gratuito in specifiche giornate e l’esperienza si preannuncia ricca di stimoli e riflessioni, invitando così il pubblico a immergersi nel dialogo artistico di Penone e nella sua capacità di trasmettere il significato profondamente interconnesso dell’esistenza.