La mostra “Italia Sessanta” offre un tuffo nel passato, all’interno delle meraviglie del design, della moda e dell’arte italiana degli anni ’60, allestita nel suggestivo Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia. Fino al 17 novembre, i visitatori possono immergersi in una celebrazione vivace di un’epoca che ha segnato un’importante transizione culturale e sociale in Italia. Attraverso la lente del Made in Italy, questo evento non solo valorizza il patrimonio, ma invita anche a riflettere sulla creatività e sull’innovazione che hanno caratterizzato quegli anni.
La mostra si apre con il rombo di una Ferrari 275 GTB del 1965, un’icona di lusso e velocità, disegnata dalla celebre Pininfarina. Questo gioiello automobilistico si trova in una posizione privilegiata, affacciato sul giardino del palazzo, evocando la bellezza e l’effervescenza di un decennio indimenticabile. La Ferrari non è solo un’auto, ma rappresenta lo spirito dell’epoca, caratterizzato da un forte desiderio di accelerare, sia nella vita che nei cambiamenti sociali. La mostra “Italia Sessanta” non si limita a esporre oggetti, ma cerca di raccontare una narrazione complessa di un’epoca in piena evoluzione, che ha messo in primo piano l’artigianato italiano, l’arte contemporanea e le nuove tendenze della moda. Oltre alle auto, i visitatori possono ammirare una collezione di opere storiche che raccontano come il Made in Italy sia diventato un simbolo di orgoglio nazionale.
“Andando avanti nel percorso espositivo, ci si imbatte in abiti che sono quasi opere d’arte. Qui, designers quali Roberto Capucci ed Emilio Pucci presentano capi che non solo vestono, ma raccontano storie. L’optical art si fa protagonista in eleganti abiti da sera, mentre colori vivaci si mescolano a forme eccentriche, sfidando ogni convenzione.” Ogni pezzo esposto non è semplicemente vintage, ma un baluardo di un’epoca in cui la moda si assumeva il compito di ridefinire non solo il modo di vestire, ma anche quello di percepirci come individui. Gli accessori, già iconici, come occhiali e borse, si intrecciano con pezzi di design diventati leggendari, come la sedia Selene di Vico Magistretti o la lampada da tavolo di Gae Aulenti. Tutti questi elementi formano un grande puzzle che mappa la creatività italiana, rendendo il visitatore partecipe di una grande corrente di innovazione stilistica.
La mostra non si limita alla moda e al design, ma esplora anche la fusione tra arte e musica, un aspetto fondamentale di quegli anni tumultuosi. Viene esposta una chitarra Eko Rocket appartenuta a Shal Shapiro, che rappresenta non solo un oggetto, ma l’eco di una cultura musicale vibrante. La musica degli anni ’60, con i suoi ritmi e la sua spinta rivoluzionaria, ha influenzato e ispirato artisti, designer e stilisti, intessendo un arazzo multicolorato di creatività che ancora oggi perdura. I visitatori possono avvertire l’ottimismo che circondava quegli anni, riflettendo su come l’arte, la musica e il design siano state interconnesse in un complesso dialogo. Inoltre, il racconto della cultura popolare, con riferimenti a personaggi dei fumetti e al cinema, amplia ulteriormente il ventaglio di esperienze che si possono vivere all’interno di questa mostra coinvolgente.
Gli anni ’60 sono stati un periodo di grande fermento, con la società italiana che si rinnovava a una velocità senza precedenti. Il design si stava facendo sempre più accessibile e democratico, grazie all’avvento di materiali come la plastica, che hanno trasformato il modo di vivere quotidiano. Anche in questo ambito l’innovazione è stata epocale. I visitatori, magari ancora un po’ confusi di fronte a oggetti come i juke-box, si rendono conto che i pezzi esposti non sono solo nostalgici ma testimoniano un cambiamento radicale delle abitudini e delle percezioni. Oggi, passeggiando tra ulivi e alberi, si percepisce chiaramente il legame tra natura e design, tra il quotidiano e l’arte, in una ricerca continua di equilibrio tra estetica e funzionalità.
Accompagnata da un volume edito da Antiga Edizioni, l’intera esposizione offre spunti di riflessione e narrazione; un viaggio che va oltre l’esperienza visiva. Con “Italia Sessanta”, il Palazzo Attems Petzenstein diventa un fulcro di cultura e creatività, un richiamo irresistibile per chi desidera immergersi in un’epoca ricca di fascino e innovazione.