Il pantheon mutevole di Madame Léger: un viaggio affascinante attraverso la sua collezione.

Nel panorama dell’arte, alcuni nomi risaltano mentre altri rimangono quasi nell’ombra. Nadia Léger, pittrice di origini bielorusse, è un esempio perfetto di un’artista che ha, a lungo, vissuto nell’ombra del marito, il celebre Fernand Léger. Fino ad oggi, la sua voce e il suo talento sono stati in gran parte trascurati, ma una nuova retrospettiva presso il Musée Maillol di Parigi, dal titolo «Nadia Léger. Donna d’avanguardia», si propone di dare finalmente il giusto riconoscimento al suo lavoro e alla sua vita. L’esposizione è in programma dall’8 novembre 2023 al 23 marzo 2025 e offre una nuova prospettiva su un’artista che ha molto da raccontare.

Nadia Léger, nome di nascita Nadia Khodasevich, nacque in un piccolo villaggio vicino Vitebsk, in Bielorussia, nel 1904. Sin da giovane, mostrò una forte vocazione per l’arte, spinta anche dalle sue esperienze formative a Varsavia, dove iniziò a studiare belle arti nonostante le sue origini umili. Tuttavia, il suo cammino si incrociò ben presto con quello di Fernand Léger, un pilastro della scena artistica parigina degli anni Venti e Trenta. La sua vita, purtroppo, fu segnata da un costante confronto con la figura ingombrante del marito. Nadia si sentiva spesso “schiacciata” da questo gigante dell’arte, tanto da affermare – “Léger è un gigante, come Picasso, Braque, Matisse. Accanto a lui ho vissuto… schiacciata.”

La sua carriera artistica si sviluppò in un contesto difficile per le donne, che all’epoca faticavano a emergere in un ambito dominato da uomini. Questo ha comportato che, per molto tempo, Nadia fosse semplicemente vista come “Madame Léger”, limitando la riconoscibilità delle sue opere e del suo talento individuale. Ma nonostante le avversità, la sua creatività e il suo impegno artistico non sono mai venuti meno, portandola a esplorare vari generi e correnti artistiche, dal Suprematismo al Cubismo, fino al Nuovo Realismo. La sua paletta variava frequentemente, riflettendo forse, un’irrequietezza interiore e una continua ricerca di identità artistica.

Le opere di nadia léger: Un viaggio attraverso lo stile e le influenze

La retrospettiva al Musée Maillol presenta oltre 150 opere di Nadia Léger, un vero e proprio viaggio nella sua ancor poco conosciuta carriera artistica. Queste opere tracciano un filo diretto dalle sue radici a Vitebsk, passando per Smolensk e Varsavia, fino ad arrivare a Parigi. Qui, nel 1925, Nadia si unì al suo primo marito, il pittore polacco Stanislas Grabowski, prima di intraprendere un percorso che la avrebbe portata dritta nei meandri creativi del famoso atelier di Fernand Léger nel 1928. Durante questi anni, entrò in contatto con artisti influenti come Chagall, Braque e Mondrian, ognuno dei quali influenzò la sua visione artistica.

Non fu solo una pittrice: Nadia giocò un ruolo fondamentale nella Resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale, utilizzando il nome di battaglia Georgette Painaud. Mentre Fernand Léger veniva costretto a emigrare negli Stati Uniti nel 1940, Nadia rimase a Parigi e contribuì attivamente alla lotta contro l’occupazione nazista. La loro storia d’amore si riaccese dopo la guerra, quando si risposarono nel 1952, ma la salute di Fernand si aggravò subito dopo, e morì tre anni dopo, lasciando alla moglie un’eredità artistica di rilevanza mondiale.

La mostra al musée maillol: Un tributo alla grandezza di nadia léger

La mostra, curata dall’agenzia Tempora, si apre con una serie di ritratti e studi preparatori che risalgono al periodo tra il 1944 e il 1971. Molti di questi sono diventati opere murali significative, formano una sorta di “pantheon” artistico dove incontriamo figure iconiche come Lenin, Chagall e il cosmonauta Yuri Gagarin. La carriera di Nadia si sviluppò attraverso le sue prime opere astratte, influenzate da artisti come Władysław Strzemiński e Kazimir Malevič. Ma non è tutto qui! Una sezione della mostra è dedicata all’Atelier Léger, dove più di 350 artisti trovarono ispirazione e opportunità dal 1924 al 1955.

Nadia si prodigò anche per la promozione dell’opera del marito, anche all’estero, e nel 1960 inaugurò il Musée Fernand Léger a Biot, nel sud della Francia. Quest’esposizione non solo rende omaggio alla sua arte, ma invita anche a riflettere su una storia troppo a lungo ignorata. Con il suo approccio innovativo e una carica espressiva di grande impatto, Nadia Léger merita ora un posto di rilievo nel panorama storico dell’arte.

Published by
Ludovica Rossi