Il nunzio in Siria: La paura ad Aleppo tiene la gente chiusa in casa

La crisi in Siria rappresenta una delle situazioni più critiche al mondo, e Aleppo sta vivendo momenti di profondo sconforto e paura. Le recenti notizie di bombardamenti su luoghi di incontro e sostegno per la comunità, come il Terra Santa College dei francescani, mostrano una realtà drammatica. Padre Bahjat Karakach, rappresentante della comunità francescana ad Aleppo, insieme al cardinale Mario Zenari, ambasciatore del Papa in Siria, forniscono importanti aggiornamenti sulla situazione attuale.

Il raid sul Terra Santa College: un attacco inaspettato

Il Terra Santa College, considerato un punto di riferimento per molte famiglie locali, è stato recentemente colpito da un raid aereo che ha lasciato la comunità in uno stato di shock. Questo luogo non è solo un collegio; è anche un centro comunitario dove i bambini venivano a giocare e dove veniva distribuito pane gratuitamente a coloro che non riuscivano a provvedere a se stessi. La reazione dei francescani è stata immediata e decisa. Padre Bahjat Karakach, responsabile dei francescani di Aleppo, ha affermato chiaro e tondo che “respingiamo ogni violenza, la nostra missione è unicamente umanitaria”. Così è stato deciso di riaprire immediatamente il panificio per continuare a servire chi ha bisogno, anche se le strutture hanno subito danni significativi. La mensa ha ripreso a offrire mille pasti al giorno, dimostrando un impegno indomito e una grande resilienza.

Il bombardamento ha distrutto parte dell’edificio, noto per il suo operato benefico, ed ora ci si chiede come si possano giustificare atti simili contro un luogo sacro. La comunità locale ha reagito con indignazione, chiedendo spiegazioni su un attacco così barbaro, e auspica un intervento della comunità internazionale.

La testimonianza di padre Bahjat Karakach

Padre Bahjat Karakach, che sta vivendo la situazione in prima persona, ha fornito alla stampa importanti dettagli sulla giornata del bombardamento. Insieme ai suoi confratelli, ha dovuto rimanere fino a notte fonda per accertarsi che l’incendio che aveva colpito una parte della struttura fosse completamente spento. Le notizie circostanti al raid rivelano l’intensità della crisi e il clima di paura che attanaglia i civili. La situazione nei giorni scorsi era segnata da attacchi sporadici e una calma apparente che, invece, nasconde un rischio costante.

Durante una conversazione con ANSA, padre Bahjat ha espresso la difficoltà di fare previsioni sul futuro: “la popolazione è in cerca di stabilità, ma sono consapevoli che la normalità richiederà tempo.” È evidente che i due confratelli, fr. Samhar e fr. Bassam, stanno bene, fortunatamente presenti per dare l’allerta prima che peggiorasse la situazione. Tuttavia, la preoccupazione per come gestire le conseguenze di questa violenza è altissima. La sfida di seppellire i defunti diventa urgente, poiché le aree intorno ai cimiteri sono sotto il controllo di gruppi armati, creando ulteriori problemi alla popolazione già provata dalle difficoltà.

La voce di Mario Zenari e l’emergenza umanitaria

Il cardinale Mario Zenari non ha smesso di alzare la voce per denunciare la situazione. Ha recentemente dichiarato che è in contatto continuo con vari esponenti della comunità cattolica in Aleppo e ha descritto il clima di incertezza in cui vivono i locali. Vi è una calma sospetta in alcune aree, ma altre sono soggette a sparatorie e colpi di artiglieria. “La gente ha paura e molte famiglie restano a casa, senza sapere a chi rivolgersi,” ha sostenuto. Le strutture governative sembrano abbandonate, creando un vuoto di autorità nel quale i civili si sentono come prigionieri.

La voce di Zenari, avvertendo dei rischi di una crisi umanitaria in espansione, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di non dimenticare la Siria, paese che da oltre un decennio è stato martoriato da conflitti. Con mezzo milione di morti e oltre tredici milioni di sfollati, la crisi siriana minaccia di aggravarsi se l’attenzione internazionale non sarà riaccesa. La richiesta di Zenari è chiara e imperativa: “non dimenticate la Siria.”

Speranze e segnali di resistenza

Nonostante la gravità della situazione, vi sono anche segnali di speranza. Padre Bahjat ha testimoniato come, anche in una giornata difficile come quella dell’attacco, si sia celebrata la prima messa di Avvento, portando un messaggio di speranza ai piccoli gruppi di fedeli rimasti in città. La partecipazione alla funzione, benché limitata, ha rappresentato una luce in un momento buio, conferendo alla comunità quella forza necessaria per affrontare le avversità.

Il desiderio di tornare a una vita normale è palpabile, ma è accompagnato dalla consapevolezza che ci vorrà del tempo. La fragilità dell’umanità manifesta a Aleppo è un richiamo potente alla necessità di sostegno da parte del resto del mondo. La perseveranza della comunità locale e l’impegno dei religiosi offrono una risposta concreta e illuminante a una delle crisi più gravi del nostro tempo.

Published by
Ludovica Rossi