
Come e perchè le pensioni si riducono - quotidianoarte.it
Brutte notizie per i pensionati: il governo pianifica modifiche ai benefici pensionistici per chi ha lavorato meno di un certo periodo.
A partire dal mese di marzo 2025, una riforma significativa del sistema pensionistico italiano avrà un impatto profondo su milioni di lavoratori.
Il Governo, guidato da una nuova amministrazione, ha annunciato la decisione di eliminare la possibilità di accedere alla pensione per coloro che non hanno accumulato almeno 30 anni di contributi. Questa misura, che modifica drasticamente i requisiti per il pensionamento, è stata confermata dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e rappresenta una svolta epocale nel panorama previdenziale italiano.
Cambiamenti nel sistema pensionistico
Fino ad ora, esisteva un sistema di moratoria previdenziale che consentiva ai lavoratori di regolarizzare la propria posizione contributiva, anche in assenza di un numero sufficiente di anni di contributi. Questo meccanismo ha permesso a molte persone di andare in pensione nonostante non avessero raggiunto i requisiti richiesti. Tuttavia, con la scadenza della moratoria, chi non ha completato i 30 anni di versamenti non potrà più beneficiare di questa opportunità.
La nuova normativa implica che, a partire dalla scadenza della moratoria, solo coloro che raggiungeranno l’età pensionabile – fissata a 67 anni per uomini e donne – e che abbiano versato un minimo di 30 anni di contributi, potranno accedere alla pensione. Questo cambiamento colpirà in modo particolare le categorie di lavoratori che, per vari motivi, hanno avuto interruzioni nel loro percorso lavorativo o hanno iniziato a lavorare in età più avanzata, come le donne che hanno dedicato tempo alla famiglia o chi ha affrontato periodi di disoccupazione.

Per coloro che non soddisfano i requisiti di contribuzione, l’unica alternativa sarà la Pensione Sociale, che fornisce un supporto economico ridotto rispetto alla pensione ordinaria. Questa misura equivale a circa il 70% della pensione minima e non offre diritti accessori come la pensione di reversibilità. Ciò significa che molti lavoratori, che avevano fatto affidamento sulla moratoria per garantirsi una pensione dignitosa, ora si troveranno in una situazione di vulnerabilità economica.
Nel 2024, oltre il 60% delle nuove pensioni era stato ottenuto tramite la moratoria previdenziale, evidenziando come questo strumento fosse fondamentale per molti italiani. La riforma giunge in un contesto socio-economico già complesso, caratterizzato da un mercato del lavoro instabile e da una crescente precarizzazione dell’occupazione. Le donne, in particolare, potrebbero essere le più colpite da questa decisione, poiché spesso si trovano a dover affrontare carriere discontinui a causa di impegni familiari o di cura.
Riflessioni sul futuro del sistema previdenziale
La scadenza per aderire alla moratoria è stata fissata al 23 marzo 2025. Dopo questa data, sarà impossibile regolarizzare i propri contributi arretrati, e i lavoratori dovranno affrontare una realtà difficile. È fondamentale che i sindacati e le associazioni di categoria si attivino per tutelare i diritti dei lavoratori, chiedendo al Governo di riconsiderare la riforma o di predisporre misure compensative per coloro che rischiano di rimanere esclusi dal sistema pensionistico.
In questo scenario, è importante anche considerare le implicazioni a lungo termine di questa riforma sul sistema previdenziale italiano. La diminuzione del numero di pensionati potrebbe portare a una riduzione del potere d’acquisto e, conseguentemente, a una contrazione dei consumi. La sostenibilità del sistema pensionistico, già messa a dura prova dall’invecchiamento della popolazione e dalla crescente disoccupazione giovanile, potrebbe quindi subire ulteriori pressioni, richiedendo interventi correttivi da parte del Governo.