Gli scavi archeologici che si stanno svolgendo nel 2024 presso le Grandi Terme di Aquileia hanno portato alla luce incredibili scoperte. Queste ricerche, effettuate dall’Università di Udine, stanno gettando nuova luce sull’architettura e la storia di questo complesso che ha radici nell’epoca imperiale, rivelando dettagli sorprendenti riguardo le funzioni e la grandiosità di questo luogo. Tra le scoperte più notevoli ci sono un’imponente abside, sculture di imperatori e divinità, oltre a una retrodatazione della costruzione che lo colloca agli inizi del IV secolo d.C. È un momento emozionante, ricco di scoperte, per la storia e la cultura di questa zona.
Un complesso imponente: la scoperta dell’abside delle terme
Uno dei ritrovamenti più significativi è senza dubbio l’abside di ben 30 metri di larghezza, che è stata rinvenuta all’estremità orientale dell’asse centrale del complesso termale. Questo nuovo elemento architettonico si dimostra essere cruciale per comprendere l’intera struttura. La parte pavimentata con lastre di marmo e calcare indica non solo la bellezza, ma anche l’eleganza delle terme. Quest’abside conclude il percorso del frigidarium, l’area dedicata ai bagni freddi, e regala una visione chiara di come fosse strutturato anche il caldarium, essenziale per i bagni caldi.
Le solide fondazioni dell’abside, larghe oltre 5 metri, fanno supporre che fosse concepita per ospitare un’attrezzatura monumentale ad altezze considerevoli, completate da nicchie decorative e statue che arricchivano sia l’interno che la vista esterna del complesso verso Aquileia. Come sottolinea Matteo Cadario, direttore degli scavi, si tratta di una scoperta di straordinaria importanza che rinforza l’idea della magnificenza di questo edificio. La sua costruzione, databile tra il 293 e il 305 d.C., riflette fedelmente il modello tipico delle terme di epoca tetrarchica. Queste strutture erano caratterizzate da una grandiosa simmetria e decorazioni sfarzose.
Un tesoro di statue: arte e simbologia nelle terme
Durante gli scavi, è emersa una vera e propria collezione di frammenti scultorei che vanno a comporre un quadro affascinante della ricchezza artistica di questo luogo. Tra i reperti, ci sono due statue maschili in toga, una delle quali di dimensioni colossali, ed un’altra in corazza, entrambe probabilmente rappresentanti imperatori o figure di rilievo dell’epoca. Questa varietà di sculture non solo aiuta a delineare l’importanza dell’edificio, ma offre anche una panoramica sul valore simbolico che queste opere avevano per la società romana.
Nel corso degli scavi sono state rinvenute anche parti di statue di divinità, inclusa una porzione inferiore di Esculapio, il dio della medicina, e una possibile statuetta di Giove, con la sua iconica egida. Secondo le osservazioni di Antonio Dell’Acqua, questi reperti non sono altro che conferme della ricchezza artistica che abbelliva il complesso delle terme, rendendole simili a veri e propri “musei” dell’arte imperiale. A questo proposito è emersa anche una colonna gigantesca in marmo africano, la più grande mai rinvenuta in loco, il cui materiale era tanto raro quanto ricercato. Questa colonna, bella e pregiata, testimonia come i materiali più nobili venissero impiegati nella costruzione di edifici monumentali, proprio come le terme di Caracalla a Roma.
Una retrodatazione sorprendente: l’epoca di Costantino
Le scoperte hanno anche offerto spunti interessanti sulla cronologia della costruzione. Un palo di ontano, rinvenuto durante i carotaggi nella zona del frigidarium e datato attraverso analisi di radiocarbonio, ha portato gli archeologi a retrodatare l’inizio dei lavori al 300 d.C. Questo è particolarmente interessante, dato che in precedenza si credeva che le terme fossero state edificate dopo. Marina Rubinich ha evidenziato che questo dato suggerisce che Costantino, il quale conquistò Aquileia nel 312 d.C., potrebbe aver portato a termine i lavori prima del 325 d.C., prendendosi però il merito dell’opera.
Questa retrodatazione cambia il panorama storico del territorio, ponendo il complesso termale al centro di eventi cruciali della storia imperiale. Le Grandi Terme, note anche come Thermae felices Constantinianae, non erano solo un luogo di svago, ma un simbolo del prestigio e della potenza dell’impero romano. Le scoperte consentono di comprendere quanto Aquileia fosse un crocevia di cultura e politica, caratterizzata da un piano urbanistico ambizioso.
Aquileia: un fulcro culturale nell’era romana
Le Grandi Terme di Aquileia rappresentano uno dei più significativi progetti di urbanizzazione dell’antichità, trasformando questa città in una delle residenze imperiale di spicco dell’epoca tetrarchica. Occupando un’area centrale con oltre 10.000 metri quadrati, il complesso termale non era solo un luogo di relax, ma anche uno spazio multifunzionale che accoglieva attività sportive e culturali. Gli imponenti mosaici marini e atletici ritrovati nelle ricerche parlano chiaro della concezione di otium e del prestigio associato all’impero.
Le terme non erano semplicemente una serie di bagni ma un luogo in cui l’ideologia tetrarchica si rifletteva anche in spazi destinati all’allenamento agonistico. Gli antichi romani credevano fermamente nell’importanza dell’attività fisica e di eventi pubblici che esaltassero la comunità, e le terme servivano anche a questo scopo.
Un futuro promettente per il Parco Archeologico
Le ricerche condotte dall’Università di Udine, in collaborazione con la Fondazione Aquileia, sono parte di un progetto più grande mirato alla valorizzazione del sito e alla creazione di un Parco Archeologico di 8 ettari. Roberto Corciulo e Cristiano Tiussi, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione, hanno sottolineato il loro obiettivo di rendere il luogo accessibile e integrato con percorsi archeologici e paesaggi naturali.
I lavori, avviati nel 2002, hanno già formato oltre 700 studenti e continueranno nei prossimi anni. Questo non solo arricchisce la conoscenza del sito, ma contribuisce concretamente a sostenere la valorizzazione di un patrimonio culturale inestimabile. Le potenzialità turistiche di Aquileia sono enormi e l’impegno della Fondazione, in collaborazione con il Ministero della Cultura, sta per portare a scoprire itinerari di visione che evidenziano anche l’intento di connessione con il paesaggio e il carattere storico della Roggia del Mulino, un luogo significativo del territorio.