Il 25 novembre segna una ricorrenza cruciale per la coscienza collettiva, non solo in Italia ma in tutto il mondo. La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è un’occasione per riflettere e combattere, insieme, contro l’inasprimento della violenza di genere che colpisce donne di ogni età e nazionalità. Ogni anno, questo giorno diventa un richiamo a non dimenticare e a lottare per un futuro libero da violenza e discriminazioni. I numeri parlano chiaro, con più di 85mila casi di femminicidio registrati nel 2023, la gran parte dei quali perpetrati da individui legati alle vittime.
L’origine di questa giornata è legata a eventi tragici e profondamente significativi. Era il 25 novembre 1960 quando tre sorelle, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, furono brutalmente assassinate nella Repubblica Dominicana. Queste donne, note come “Las Mariposas”, erano opposte al regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo e il loro omicidio non fu solo un crimine, ma un attacco diretto alla libertà e alla lotta. Blessendo la loro vita, furono assassinati anche i loro ideali di libertà. Dopo essere state aggredite in una strada isolata, le sorelle Mirabal vennero uccise in un modo atroce. Per nascondere la verità, i loro corpi furono messi sull’auto e spinti in un fossato, simulando un incidente stradale. Il popolo dominicano, però, non cadde nella trappola; riconobbe in questo atto la brutalità di un regime che non tollerava chi dissentiva, e soprattutto chi dissentiva in ragione della propria femminilità.
Adela, l’unica sorella rimasta in vita, divenne il simbolo della lotta, ereditando il coraggio e la determinazione delle sue sorelle. La loro storia è il fulcro attorno a cui si è sviluppata la memoria di questa giornata, un esempio di eroismo che continua a ispirare le gerazioni attuali nella battaglia contro ogni forma di violenza.
Nel 1999, dopo quaranta lunghi anni, le Nazioni Unite hanno ufficialmente dichiarato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa decisione non si limitò a un semplice riconoscimento storico. Infatti, la risoluzione stabilisce che la violenza di genere include qualsiasi atto che infligga danno fisico, sessuale o psicologico alle donne. È un problema sistemico, radicato nella cultura; non è solo una questione di aggresioni fisiche, ma colpisce anche le donne a livello emotivo e psicologico. La giornata vuole sollevare l’attenzione su questo argomento, spronando le persone a combattere perché milioni di donne in tutto il globo sono ancora vittime di violenze insostenibili.
La giornata non si limita a essere un momento di riflessione, ma un invito all’azione. Diverse iniziative e campagne di sensibilizzazione si attivano a livello globale per promuovere l’uguaglianza e denunciare ogni forma di abuso. Con il passare degli anni, questa giornata ha visto l’introduzione di simboli potenti, come le scarpe rosse, che rappresentano le donne uccise da violenze inenarrabili. Questo messaggio potente è un grido silenzioso che chiede giustizia e riconoscimento delle vittime, amplificando il messaggio di libertà e speranza.
In Italia, dal 2016, una comunità di attivisti e attiviste si riunisce ogni anno per celebrare e commemorare questa giornata. Ispirato al movimento argentino “Ni Una Menos”, il collettivo Non Una di Meno ha scelto il fucsia come simbolo della lotta contro il patriarcato. Negli ultimi anni, il movimento ha guadagnato una visibilità crescente, rinsaldato dalla mobilitazione in risposta a crimini recenti, come l’omicidio di Giulia Cecchettin. Elena, la sorella di Giulia, rappresenta oggi uno dei volti di questa battaglia, portando il suo messaggio nelle piazze, unendo le voci di mille donne e uomini in difesa dei diritti umani.
Ogni anno è un’opportunità per esprimere indignazione contro la violenza di genere e promuovere l’uguaglianza. «Disarmiamo il patriarcato» è il slogan che si sente nelle piazze italiane nel 2024, un richiamo collettivo che invita a smantellare non solo la violenza fisica, ma anche le strutture culturali, economiche e istituzionali che la supportano. È un messaggio forte, che incoraggia la società a riflettere sul modo in cui la violenza si insinua nelle relazioni quotidiane, nei media e nelle politiche. Questo sforzo comune per l’uguaglianza è un passo fondamentale verso un futuro sovvertito dalla libertà e dal rispetto.
Nel giorno del 25 novembre, le piazze d’Italia diventano il palcoscenico di un grido unanime, in cerca non solo di giustizia, ma anche di un mondo migliore. Una vera e propria battaglia, quella per i diritti delle donne, che continua senza tregua!