In arrivo una mazzata per le partite IVA nel 2025, il governo Meloni dimezzato il limite per i forfettari.
Le partite IVA in Italia rappresentano una componente fondamentale del tessuto economico del Paese, essendo il principale strumento attraverso il quale professionisti, artigiani, commercianti e imprenditori possono operare legalmente nel mercato.
La loro diffusione e gestione riflettono sia le opportunità che le sfide del sistema economico italiano.La partita IVA è un codice numerico univoco attribuito a persone fisiche o giuridiche che svolgono attività economiche in maniera continuativa.
Questo strumento è obbligatorio per chi esercita un’attività professionale o commerciale abituale e non occasionale. Si applica a una vasta gamma di soggetti: dai liberi professionisti, come avvocati e architetti, ai piccoli artigiani, commercianti e imprese più strutturate.
Il sistema fiscale italiano offre diversi regimi per la gestione della partita IVA, tra cui il regime forfettario e il regime ordinario. Il regime forfettario è particolarmente attrattivo per i piccoli professionisti e le microimprese, in quanto prevede semplificazioni contabili e una tassazione agevolata.
Il ruolo delle partite Iva
Le partite IVA rappresentano un pilastro dell’economia italiana, contribuendo alla flessibilità e alla dinamicità del mercato del lavoro. Molte professioni moderne, specialmente nel settore digitale e creativo, si basano su modelli di lavoro autonomo che richiedono l’apertura di una partita IVA. Inoltre, le piccole imprese e i liberi professionisti costituiscono una parte rilevante del prodotto interno lordo (PIL) del Paese.
Tuttavia, il fenomeno delle “false partite IVA” è una problematica persistente. Si tratta di situazioni in cui i datori di lavoro sfruttano la partita IVA per evitare i costi e le responsabilità legate all’assunzione di dipendenti, lasciando i lavoratori in una condizione di precarietà. Il futuro delle partite IVA in Italia dipenderà in larga misura dalle politiche economiche e fiscali.
Le nuove regole
Nuove sfide legate al regime forfettario per chi ha una Partita IVA in Italia sono in arrivo. Questo regime, con tassazione agevolata al 15% (o al 5% nei primi cinque anni), semplifica la gestione fiscale per chi ha ricavi contenuti. Tuttavia, l’accesso è limitato da precisi tetti di reddito, inclusi eventuali redditi da lavoro dipendente o pensione. Il superamento dei limiti può comportare un passaggio obbligato al regime ordinario, aumentando tasse e burocrazia.
Per rispondere a queste difficoltà, la Legge di Bilancio 2025 propone di alzare il tetto dei redditi da 30.000 a 35.000 euro per mantenere l’accesso al regime forfettario, offrendo maggiore flessibilità a chi ha redditi misti. Se approvato, il nuovo limite entrerà in vigore dal 2025 e aiuterà molti lavoratori a evitare esclusioni ingiuste. Tuttavia, chi si avvicina al nuovo tetto dovrà monitorare con attenzione i propri guadagni per non perderne i vantaggi.