Il drag è un universo affascinante, un’esplosione di colori e talento che racconta storie di trasformazione e autoespressione. Recentemente, è stato pubblicato un libro che esplora questo fenomeno, portando alla luce le sfide e il potere racchiuso in questa forma d’arte. “Drag. Un’arte queer che scuote il mondo” di Apolline Bazin, rappresenta non solo una celebrazione di questa cultura ma anche un viaggio attraverso la storia, l’estetica e il significato profondo di essere drag.
L’arte drag: trasformazione e identità
Il drag è molto più di una semplice performance, è l’arte della trasformazione. Apolline Bazin, l’autrice del volume, riesce a catturare la complessità e la ricchezza di questo mondo. Ma che cosa significa davvero essere drag? Questo libro del peso di 2,2 kg è un viaggio visivo e narrativo nel cuore pulsante di una cultura che continua a far discutere, ma che soprattutto contagia e travolge il pubblico con la sua vivacità. Con 234 pagine e ben 200 immagini colorate e sorprendentemente artistiche, il volume è una vera e propria gemma da collezionare per chi ama la bellezza in tutte le sue sfaccettature. Ogni immagine racconta una storia, mentre le parole di Priscilla, la famosa conduttrice di “Drag Race Italia”, aprono il libro, portando in scena la sua esperienza tra realtà e scena. La sua vita, fra Priscilla e Mariano, illustra il potere e il significato del glitter, simbolo di libertà e autoaffermazione.
La prefazione di Priscilla è solo il primo passo in un percorso che porta a chiedersi come e perché il drag influisca sulle nostre percezioni di genere e come, in un certo senso, sia un atto di ribellione. “È spettacolo, è politica”, afferma Priscilla, rivelando così la connessione tra arte drag e attivismo. Fondamentale è il concetto di riconoscimento dei diritti: il drag si pone come un avamposto contro le discriminazioni di genere, un manifesto vivente per chi si sente diverso. La radice di tutto ciò si trova nella profonda interazione tra arte e vita quotidiana, portando a una riflessione aperta sull’identità e il suo riconoscimento.
Apolline Bazin e il suo incontro con l’universo drag
Apolline Bazin, la penna dietro questo straordinario libro, è una giovane giornalista che ha scoperto il mondo del drag durante il suo arrivo a Parigi. “Io non sono parigina, ma sono diventata tale”, dice, nostalgica ma al tempo stesso affascinata dalla vita notturna che ha incontrato. Cresciuta nella splendida regione della Loira, ha messo a ferro e fuoco le pagine di questo volume con la sua esperienza personale, unendo la propria ricerca identitaria al racconto del drag. In fondo, è un dialogo, una conversazione fra generazioni, un intreccio di esperienze che va oltre il mero spettacolo.
Attraverso il suo lavoro su “Manifesto XXI”, un media che ha co-fondato, Apolline ha iniziato a esplorare il mondo delle drag queen. Le sue interviste e le sue inchieste non sono mai state solo un lavoro. Sono state un’esperienza di vita. Collaborare e interagire con le drag queen, prima della pandemia, ha arricchito il suo percorso, avvicinandola a una cultura vitale e indomabile. È durante il lockdown che si è immersa ulteriormente in questo mondo, scoprendo le varie edizioni di “Drag Race”, un programma che ha fatto scuola in tutto il mondo. Questa immersione nel drag l’ha fatta riflettere su quanto sia profonda la storia del travestimento e di come sia fondamentale per dare voce e visibilità a chi non l’ha mai avuta. Creando un legame tra cinema, musica, arte e moda, il suo libro ha trasformato le sue osservazioni in un’esplorazione più profonda della cultura queer.
Storia affascinante del travestimento
La storia del travestimento è un viaggio che attraversa epoche e culture, rilevando il suo ruolo nell’intrattenimento umano. A partire dall’antica Grecia, dove gli uomini si travestivano da donne per recitare, il drag ha assunto diverse forme in tutto il mondo. Dalla tradizione giapponese del Kabuki al teatro londinese, ogni cultura ha trovato modi per esplorare l’identità attraverso il travestimento. Come scrive Apolline, anche alla corte di Versailles era in atto un’epoca di “protodrag” in cui l’eleganza degli abiti maschili era pari, se non superiore, a quella femminile.
La narrazione di Bazin si sofferma anche sulle donne che si sono travestite da uomini per guadagnare libertà artistica. Pioniere come George Sand e Rosa Bonheur hanno sfidato le convenzioni sociali indossando abiti maschili. Queste pionieristiche figure hanno aperto la strada a una riflessione profonda sulle norme di genere e le aspettative sociali nel contesto dell’arte. Attraverso il racconto di Apolline, il lettore scopre un universo in cui la creatività è sempre stata il motore del cambiamento, sfidando i limiti imposti dalla società.
Drag e cultura popolare: un connubio esplosivo
La cultura popolare è intrinsecamente legata al fenomeno drag, evolvendo e cambiando insieme ad essa. Apolline Bazin mette in luce le interconnessioni tra drag e musica, teatro e cinema, mostrando come queste espressioni abbiano viaggiato insieme, creando una rete di influenze e ispirazioni. Ad esempio, nel cinema il drag ha trovato forme ludiche, comiche e drammatiche, divenendo spesso simbolo di ribellione. Dai film cult come “A qualcuno piace caldo” a quello contemporaneo di “Mrs. Doubtfire”, il travestimento è una chiave per aprire le porte a nuovi significati e interpretazioni.
La musica, d’altro canto, rappresenta uno dei terreni più fecondi per le drag queen. Dalle performance in playback alle interpretazioni live, le drag queen portano un messaggio di empowerment e bellezza, inondando i palchi di grazia e meraviglia. Figure iconiche come David Bowie, Madonna e RuPaul hanno spinto il messaggio del drag oltre i suoi limiti, rendendolo parte integrante della cultura pop. Bazin non si ferma qui. Cozza il successo di Conchita Wurst all’Eurovision, un evento che ha scatenato una tempesta di tolleranza e accettazione, illuminando l’importanza del drag nella contemporaneità.
Attivismo e il ruolo delle drag queen nella società
Il movimento drag è indissolubilmente legato all’attivismo. Le drag queen sono spesso in prima linea nella lotta per i diritti delle persone LGBTQ+ e per la visibilità delle comunità marginalizzate. Apolline sottolinea come molte di queste performance non siano solo spettacolo, ma anche potenti manifestazioni di protesta e di richieste di diritti. Infatti, il drag non è solo un’arte: è un atto politico.
Con la rielezione di leader come Donald Trump, le drag queen hanno sentito ancora di più la responsabilità di far sentire la loro voce e di scendere in campo. In Italia, figure come Vladimir Luxuria hanno aperto la strada a visibilità e dignità per la comunità trans. Apolline evidenzia come la storia del drag si intrecci con quella dei diritti civili e delle libertà individuali, creando un tessuto sociale fatto di lotte e conquiste.
Dalla sartoria dei cabaret alla presenza sui social network, oggi il drag ha trovato nuovi modi per affermarsi e per espandere il suo messaggio. I social media hanno amplificato questa cultura, diffondendo il messaggio oltre i confini regionali e rendendolo accessibile a un pubblico più vasto. Apolline fa notare come, purtroppo, ci si concentri spesso sull’aspetto estetico, trascurando storie, esperienze e battaglie che arricchiscono questa forma d’arte.
In questo dipinto multiculturale, “Drag. Un’arte queer che scuote il mondo” di Apolline Bazin non solo celebra la bellezza del drag, ma invita ciascuno di noi a riflettere sul potere della trasformazione e su come ogni performance possa evocare cambiamenti significativi nella società.