L’elezione di Donald Trump ha scosso profondamente il mercato dell’arte a livello globale. Le sue politiche, in particolare quelle riguardanti i dazi doganali, stanno creando un clima di incertezza che i mercanti e i collezionisti devono affrontare. Con un’economia dell’arte già vulnerabile, è evidente che ogni cambiamento può avere un impatto significativo sulle dinamiche di acquisto e vendita. Scopriamo quindi cosa aspettarci nei prossimi anni e come il mercato si sta adattando a queste sfide.
Da quando Trump è stato eletto, ha promesso di introdurre dazi doganali significativi sulle importazioni, colpendo in particolare Messico, Canada e Cina. Queste misure comprendono un imponente 25% sulle importazioni dal Messico e dal Canada, e un aumento del 10% sulle opere d’arte provenienti dalla Cina, aggiungendo un ulteriore 7,5% a questa percentuale già alta. Inoltre, le minacce di dazi fino al 20% su tutte le importazioni europee destano preoccupazione tra i commercianti d’arte. Infatti, gli Stati Uniti rappresentano il mercato dell’arte più grande e potente al mondo, con il 42% delle vendite nel 2023. Questa situazione è ben più grave rispetto alla Cina, che si è fermata al 19%, e al Regno Unito con il 17%. L’aumento dei dazi potrebbe impattare negativamente sull’affluenza di acquirenti di opere d’arte, visto che gli importatori sarebbero costretti a trasferire i costi ai collezionisti, rendendo l’arte meno accessibile.
Nonostante il contesto cupo con l’influenza delle nuove politiche, l’arte latinoamericana sta vivendo un periodo di crescita e rinascita. Per esempio, opere di artisti come Leonora Carrington, che ha trascorso gran parte della vita artistica in Messico, stanno raggiungendo cifre stratosferiche. Recentemente, un suo pezzo, “Distractions de Dagobert” del 1945, ha raggiunto il record di 28,5 milioni di dollari. Inoltre, “La Grande Dame” del 1951 è stata venduta per 11,4 milioni di dollari. Anche se molte di queste opere vanno verso istituzioni come il Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires, il futuro del mercato dell’arte potrebbe essere influenzato negativamente dalle nuove tariffe. Le limitazioni sulle importazioni dal Messico potrebbero ostacolare le vendite di artisti latinoamericani negli Stati Uniti, che potrebbero trovarsi di fronte a un ostacolo improvviso. Collezionisti e mercanti dovranno muoversi con cautela se vogliono approfittare di questa ondata di interesse per l’arte latinoamericana.
Ma chi si occupa di logistica e spedizioni nel settore dell’arte ha un quadro ben chiaro delle sfide che ci aspettano. Francis Petit, il direttore di Gander and White a New York, ha condiviso le proprie intuizioni. Secondo lui, le tariffe fanno parte di una strategia politica di Trump, che mira a sostenere la produzione interna degli Stati Uniti. Le modalità e i tempi di attuazione di queste tariffe rimangono incerti, ma la loro introduzione sembra essere imminente. Petit ha sottolineato come nel primo mandato di Trump, ci siano stati cambiamenti, e sebbene alcune tariffe siano state successivamente ridotte, i mercanti di arte devono prepararsi a una nuova era di tariffe e regole. Ci sono preoccupazioni sull’impatto su larga scala delle tariffe, che potrebbero sconvolgere le catene di approvvigionamento già complicate del settore.
Nelle parole di Petit, per quanto riguarda la questione delle strategie per mitigare i danni, la risposta è chiara: non ci sono soluzioni semplici. Se i mercanti di arte dovranno rivedere le proprie scelte su quali pezzi portare ai vari eventi e fiere, quello che risulta complicato è che questa decisione richiede tempo. Gli espositori infatti devono pianificare con largo anticipo e cambiare rotta non è affatto semplice. Le opere d’arte di valore eccezionale continueranno probabilmente a trovare acquirenti, dato che i collezionisti sarebbero disposti a pagare un soprappiù per pezzi unici. Tuttavia, le fasce di mercato più basse potrebbero essere quelle a subire i maggiori danni. Il mercato è estremamente sensibile ai prezzi e una volatilità dei costi può spaventare i potenziali acquirenti. Ma c’è anche una nota di ottimismo: è un ottimo momento per investire in opere d’arte già presenti negli Stati Uniti, così come opportunità di acquisto durante fiere come Art Basel a Miami Beach. In sostanza, mentre le nuove politiche potrebbero portare sfide, ci saranno anche finestre di opportunità per coloro che sono disposti a navigare in questo panorama incerto.