Per la prima volta nella lunga e affascinante storia della Biennale d’Arte di Venezia, una donna africana assumerà la direzione artistica di questo prestigioso evento. Koyo Kouoh, 57 anni, originaria di Douala, Camerun, è stata scelta come Direttrice del Settore Arti Visive per la prossima edizione della Biennale, la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte, che avrà luogo nel 2026. Questa nomina rappresenta un momento storico e significativo per la Biennale, sottolineando l’importanza di una visione artistica globale e inclusiva.
Koyo Kouoh non è solo una curatrice d’arte ma una figura poliedrica, dinamica e di grande esperienza nel panorama culturale internazionale. Nata nel 1967 a Douala, ha trascorso parte della sua vita in Svizzera dove ha conseguito una laurea in Economia aziendale. Successivamente, Kouoh ha affinato le sue competenze in Management culturale in Francia, prima di intraprendere la sua carriera come curatrice e manager d’arte. La sua abilità nel mettere in luce gli artisti africani e le loro opere ha contribuito a diffondere una coscienza e una sensibilità verso le culture africane nel contesto contemporaneo. Attualmente vive tra Città del Capo, Dakar e Basilea, continuando a influenzare positivamente l’arte e la cultura in diversi contesti.
Tra i suoi incarichi più recenti, spicca la posizione di Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa a Città del Capo. Qui, Kouoh ha supervisionato una serie di importanti esposizioni che hanno dato visibilità a artisti africani e della diaspora, tra cui nomi come Otobong Nkanga e Tracey Rose. Inoltre, ha ricoperto un ruolo significativo nel team curatoriale di documenta, uno dei festival d’arte contemporanea più influenti al mondo, nel 2007 e nel 2012. Questo background la posiziona come una delle curatrici più rispettate e innovative, in grado di portare una nuova prospettiva alla Biennale di Venezia.
Una nomina storica alla Biennale
La recente nomina di Koyo Kouoh segna quindi un traguardo fondamentale non solo nella sua carriera ma anche nella storia della Biennale stessa. Infatti, il Cda della Biennale, con il presidente Pietrangelo Buttafuoco a capo, ha sottolineato l’importanza di questo passo verso un’arte più inclusiva e rappresentativa. È evidente che la scelta di Kouoh non è meramente simbolica, ma una ferma intenzione di abbracciare una narrazione artistica globale. Il presidente ha affermato: “Con lei qui a Venezia, la Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro.” Questa affermazione sottolinea il ruolo di Kouoh nel rinnovare il dialogo artistico in un contesto globale.
L’impatto della sua direzione si preannuncia significativo, almeno per il modo in cui l’arte viene percepita e valorizzata. Nelle parole di Koyo, c’è un’affermazione del potere degli artisti come “visionari e scienziati sociali” capaci di scatenare riflessioni cruciali. La sua missione sarà quella di creare una mostra che possa non solo riflettere il mondo attuale, ma anche contribuire a costruire quello che tutti noi vogliamo. Questo approccio sarà senza dubbio un punto di svolta per la Biennale, rendendola un palcoscenico per il cambiamento culturale.
La visione di Koyo Kouoh per il futuro
Alla luce della sua nomina, Koyo Kouoh ha espresso entusiasmo e determinazione nel seguire le orme dei grandi predecessori che l’hanno preceduta. La sua visione prevede un’arte intesa come uno strumento di trasformazione e cambiamento sociale. Così ha dichiarato: “Gli artisti sono i visionari e gli scienziati sociali che ci permettono di riflettere e proiettare in modi che solo questa professione consente.” Questo porta a riflettere su come l’arte possa contribuire a creare un futuro più inclusivo e sostenibile, elemento sempre più essenziale nel panorama attuale.
La Biennale, storicamente vista come un’istituzione radicata nel mondo occidentale, sembra mostrare un cambiamento significativo accordando maggiore attenzione a una visione globale. La sua apertura a nuove idee e culture è un segnale di quanto stia evolvendo la sua missione. Con Kouoh alla guida, è lecito aspettarsi delle innovazioni significative che possano sfidare gli schemi tradizionali e presentare un’arte che parla a un pubblico diversificato, sconfinando oltre le barriere geografiche e socio-culturali.
L’incarico di Koyo Kouoh è, pertanto, più di una semplice nomina: rappresenta una vera e propria evoluzione del concetto di arte e cura in un contesto in continua evoluzione come quello della Biennale di Venezia.