Le intossicazioni alimentari rappresentano un rischio subdolo ma comune ogni volta che ci sediamo in tavola. Ecco come prevenirle e trattarle
Se un soggetto ingerisce inconsapevolmente tossine presenti in alimenti contaminati, si va incontro ad un’intossicazione alimentare. Questo inconveniente può derivare, per l’appunto, dall’ingestione di muffe, virus o parassiti presenti all’interno di alimenti scaduti, rovinati o in fase di decomposizione.
La possibilità di determinare un’intossicazione nel soggetto può essere data dal consumo di alimenti che contengano agenti patogeni come virus e batteri. I cibi più comuni correlati a tale problematica sono il pesce e la carne cruda, i funghi e la frutta o verdura non lavate adeguatamente.
Possiamo renderci conto di esser stati vittime di un’intossicazione grazie al sopraggiungimento di specifici sintomi, che riguardano prevalentemente disordini dell’apparato gastro-enterico, tra i quali diarrea, nausea e vomito. Nei casi più gravi si può essere soggetti all’insorgenza di febbre, tachicardia, sudorazione e sfoghi o eruzioni cutanee.
Per prevenire le intossicazioni alimentari è consigliabile rivolgersi a fornitori affidabili, magari a chilometro zero, sui quali si ha una totale trasparenza rispetto al processo produttivo. Anche l’igiene è fondamentale, considerando che potreste essere anche direttamente voi a contaminare, accidentalmente, i vostri prodotti. Per cui ricordate di lavarvi frequentemente le mani con acqua calda e un’adeguata dose di sapone quando smanettate in cucina.
I rimedi più efficaci
Il trattamento generalmente utilizzato per trattare questo disturbo è la reintegrazione dei liquidi, che vengono inevitabilmente persi a seguito degli attacchi di vomito o dissenteria. L’idratazione è un aspetto che non deve assolutamente essere sottovalutato o trascurato nell’individuo colpito dall’intossicazione. I fluidi necessari a riequilibrare lo stato generale di salute del soggetto vengono somministrati in via endovenosa, considerando che l’assunzione per via orale può essere spesso impossibilitata, proprio a causa del senso di nausea e dai disordini dello stomaco.
Considerando che il rischio è che, nei casi più gravi, l’intossicazione possa perdurare per diverse settimane, in presenza di una situazione allarmante il ricovero ospedaliero è sempre la scelta più opportuna da consigliare. Nel caso in cui la manifestazione dei sintomi dovesse svanire autonomamente in poche ore, è consigliabile tornare ad assumere nutrimento in modo graduale, partendo dai liquidi, come camomille, tisane e soprattutto l’acqua naturale.
Le accortezze da adottare per evitarle
E’ fondamentale mostrare particolare accortezza e cura nella preservazione del cibo nel modo corretto. Adottando questa pratica in modo ricorrente, potrai procedere al consumo dei prodotti in modo più sicuro, evitando di trascorrere pesanti ed interminabili giornate in preda a vomito e diarrea. La base è garantire agli alimenti la temperatura ideale che richiedono, evitando, soprattutto con i cibi ‘freschi’ come i latticini, di lasciarli per troppo tempo fuori dal frigo, altrimenti rischierai di rovinarli.
Per scongiurare qualunque tipo di contaminazione, invece, sarà necessario riporre gli articoli su superfici pulite e usufruire di utensili opportunamente igienizzati e sciacquati, garantendo a ciascun prodotto lo spazio necessario, evitando di avvicinare due alimenti che venendo a contatto potrebbero, appunto, contaminarsi a vicenda. E mi raccomando, anche se sembra scontato tieni sempre d’occhio la data di scadenza. Soprattutto in estate, basta attendere un giorno in più per decidere di consumare un prodotto ed andandolo ad aprire potresti già sentire odori fastidiosi o notare la presenza delle prime muffe.