Con l’arrivo di dicembre, molti pensionati attendono l’erogazione della tredicesima, un importo che si somma al cedolino di dicembre.
Questa somma rappresenta un sollievo economico per molti, poiché non è soggetta alle addizionali regionali e comunali, garantendo così un importo netto più alto rispetto agli altri mesi. Tuttavia, per chi ha smesso di lavorare nel 2024, le notizie non sono del tutto positive.
La tredicesima per i pensionati segue le stesse regole di calcolo previste per i lavoratori dipendenti. In pratica, il pensionato matura una quota mensile della tredicesima per ogni mese in cui è titolare della pensione all’interno dell’anno solare. Questo significa che l’importo completo della tredicesima è riservato solo a coloro che risultano titolari di pensione per tutto l’anno, ovvero dal 1° gennaio al 31 dicembre.
Impatto per chi ha iniziato a percepire la pensione nel 2024
Per chi ha iniziato a percepire la pensione nel corso del 2024, come ad esempio da maggio, la tredicesima sarà ridotta e proporzionale ai mesi di pensione effettivamente percepiti. Se prendiamo come esempio un pensionato che riceve 1.000 euro mensili lordi, e che è andato in pensione a maggio, avrà maturato solo 8/12 della tredicesima. In questo caso, l’importo della “pensione aggiuntiva” sarà di circa 665 euro, anziché 1.000 euro.
È importante sottolineare che per i mesi lavorati nel 2024, prima di andare in pensione, la quota di tredicesima è stata comunque già inclusa nell’ultima busta paga. Difatti, il calcolo della tredicesima per i mesi lavorati viene generalmente regolato al momento della cessazione del rapporto di lavoro, in modo che il lavoratore riceva quanto maturato fino a quel punto.
Una situazione ancora più complessa riguarda coloro che hanno scelto di smettere di lavorare grazie all’Ape Sociale. L’Ape Sociale è un meccanismo di pensionamento anticipato che permette di accedere a una sorta di indennità sostitutiva a partire dai 63 anni e 5 mesi, fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni. Tuttavia, questa non deve essere confusa con una pensione vera e propria e non prevede il pagamento della tredicesima, poiché viene erogata solo per 12 mensilità all’anno.
L’indennità dell’Ape Sociale è pari all’importo di pensione maturato fino a quel momento, ma non supera i 1.500 euro lordi mensili. Questa misura, sebbene permetta di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, non offre il beneficio della tredicesima, che rimane una prerogativa esclusiva delle pensioni ordinarie.
Per i pensionati ordinari, il calcolo della tredicesima e la sua tassazione presentano ulteriori complessità. Sebbene l’importo lordo della tredicesima possa equivalere all’assegno pensionistico di dicembre, la tassazione applicata è diversa. La tredicesima non beneficia delle detrazioni fiscali previste per i redditi da pensione, il che può comportare un netto inferiore rispetto all’assegno mensile regolare.
In conclusione, mentre la tredicesima rappresenta un’importante aggiunta per i pensionati a dicembre, coloro che hanno smesso di lavorare nel 2024 devono fare i conti con una somma ridotta, proporzionale al tempo in cui hanno effettivamente percepito la pensione. Inoltre, coloro che hanno optato per l’Ape Sociale devono tenere presente che non riceveranno alcuna tredicesima, un aspetto da considerare attentamente nella pianificazione del proprio bilancio annuale. Queste novità sottolineano l’importanza di comprendere le regole del sistema pensionistico italiano e di pianificare con attenzione il passaggio dal lavoro alla pensione.