Carabinieri sequestrano false opere d’arte per 200 milioni: Banksy il più imitato

I Carabinieri, protagonisti di un’importante operazione contro la falsificazione d’arte, hanno smantellato una rete che operava a livello europeo.

Questa vicenda ha attirato l’attenzione su come opere di artisti iconici come Banksy, Picasso e Warhol possano essere riprodotte in modo sofisticato e vendute come originali. L’operazione ha avuto un impatto notevole, portando all’arresto di numerosi individui e alla scoperta di un vero e proprio mercato fiorente di opere d’arte false.

Nel novembre dell’anno scorso, i Carabinieri insieme alla Procura della Repubblica di Pisa hanno annunciato l’accertamento di un’operazione senza precedenti, che ha portato alla scoperta di ben 38 persone sotto indagine. Queste persone, distribuite tra Italia, Spagna, Francia e Belgio, sono accusate di associazione per delinquere, ricettazione, falsificazione e vendita illegale di opere d’arte. Questo è un evento significativo, poiché dimostra come la contraffazione d’arte sia un problema che travalica i confini nazionali ed affligge l’Europa intera. Già l’anno scorso, infatti, uno dei punti di partenza dell’indagine è stata la segnalazione di un imprenditore di Pisa, che aveva tentato di vendere al mercato 200 opere d’arte contraffatte. Tra i falsi c’era persino una replica di un disegno di Amedeo Modigliani.

Dettagli dell’inchiesta esplosiva

L’operazione ha rivelato che i falsari erano riusciti ad allestire sei laboratori di falsificazione, di cui due si trovavano in Toscana. In aggiunta a questi, uno era a Venezia e gli altri tre in diverse città europee. Questo sistema ben collaudato ha come obiettivo la produzione di repliche di opere di artisti famosi, per poi distribuire queste opere tramite collaborazioni con case d’asta italiane, che si prestavano a facilitare le vendite. In alcuni casi, i falsari avevano addirittura creato mostre dedicate a Banksy, realizzando cataloghi pubblicati e esponendo in luoghi prestigiosi come Mestre e Cortona. In totale, sono state sequestrate oltre 2.100 opere, il cui valore stimato si aggira attorno ai 200 milioni di euro. Questo valore non solo giustifica l’entità dell’operazione ma mette anche in luce un mercato dell’arte distorto da un’enorme produzione di falsi.

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Collaborazione e impatto del Pest Control Office

Teresa Angela Camelio, procuratrice capo di Pisa, ha sottolineato come l’inchiesta abbia fatto luce su un’operazione transnazionale di falsari, sottolineando anche il coinvolgimento di esperti dell’archivio di Banksy. Questi hanno visto l’operazione come un importante passo nella protezione dell’opera dell’artista contemporaneo. Il Pest Control Office, che è l’organismo ufficiale che rappresenta Banksy, non ha voluto rilasciare commenti immediati sull’operazione. Tuttavia, sul suo sito, l’ufficio avverte gli acquirenti di prestare attenzione, poiché la contraffazione nel mondo dell’arte è diffusa e spesso le opere false possono sembrare molto simili agli originali.

La procuratrice Camelio ha espresso preoccupazione riguardo ai potenziali effetti che la vendita di opere false avrebbero potuto avere sul mercato, poiché avrebbero potuto essere vendute a prezzi altissimi, simili a quelli delle opere d’arte autentiche. Questi eventi evidenziano la portata e il potere della rete di falsificazione e il rischio di un mercato dell’arte compromesso da pratiche illegali.

Altri artisti noti nel mirino dei falsari

Oltre a Banksy e Warhol, molte altre figure illustri del panorama artistico sono state coinvolte. Falsi di artisti come Claude Monet, Vincent van Gogh, e Salvador Dalí sono stati realizzati, dimostrando che il fenomeno non si limita a pochi nomi. Persino Amedeo Modigliani è tra quelli frequentemente contraffatti. Recentemente, un disegno attribuito al maestro è stato sequestrato prima di essere venduto per 300.000 euro, rivelandosi poi un falso. È interessante notare che nel 2017, una mostra dedicata a Modigliani è stata chiusa a Genova poiché la maggior parte delle opere esposte sono state classificate come falsi da esperti. Una storia aneddotica ricorda anche l’episodio del 1984, quando tre teste scolpite di marmo, considerate perdute, si rivelarono essere uno scherzo di tre studenti.

Le opere sequestrate in mostra a Pisa

Attualmente, le opere sequestrate nell’ambito dell’Operazione Cariatide stanno facendo mostra al Palazzo Toscanelli di Pisa, un affascinante edificio rinascimentale che ospita gli Archivi di Stato. Questa esposizione è un chiaro richiamo all’importanza della cultura e della sua tutela. La presenza di queste opere, una volta destinate al mercato illegale, ora servono come monito sul valore dell’autenticità nell’arte. Questo evento è non solo una vittoria per gli investigatori, ma anche un richiamo per collezionisti e appassionati a riflettere sulla bellezza e sull’unicità delle opere d’arte genuine. La speranza è quindi che queste operazioni di controllo possano contribuire a mantenere integre le ricchezze culturali e artistiche del nostro tempo.

Published by
Clarissa Missarelli