I Campi Flegrei restano sempre sotto osservazione specifica da parte degli esperti. Ma le riduzioni recentemente avvenute possono far tirare un sospiro di sollievo
La Città Metropolitana di Napoli è indubbiamente caratterizzata dalla svettante presenza del vulcano Vesuvio. Eppure non si tratta dell’unica area vulcanica attiva presente nel territorio. Già, perché nel golfo di Pozzuoli, a nord di Napoli e del suo principale vulcano sorgono i Campi Flegrei, il cui nome deriva dal greco antico e indica dei ‘campi ardenti‘.
La differenza sostanziale tra questa zona e il Vesuvio è che nei Campi Flegrei è presente non un’unica cima, bensì un esteso campo vulcanico che prosegue la sua attività da oltre 80.000 anni. L’ultima eruzione risale al 1538, motivo per cui i Campi Flegrei vengono indicati come attivi, ma quiescenti – almeno per quanto riguarda gli effetti prodotti superficie -.
Le manifestazioni di eventi sismici avvenuti in quest’area sono avvenute in numero ben maggiore rispetto al territorio vesuviano. Gli esperti sono arrivati a scoprire che nel corso degli ultimi 5.500 anni si sono verificate ben 27 eruzioni.
Secondo il locale Dipartimento della Protezione Civile, lo stato d’allerta con cui viene indicata l’area è giallo. Ciò vuol dire che il vulcano prosegue la propria attività incessantemente, variando anche i parametri che vengono costantemente monitorati dall’Istituto competente.
Che cos’è il bradisismo?
Con il termine bradisismo si indica letteralmente il sollevamento del terreno. E’ uno dei fenomeni che la fa da padrone proprio nella zona dei Campi Flegrei. All’origine di tale avvenimento c’è l’aumento della pressione sotto la superficie terrestre, elevando, appunto, il suolo verso l’alto. Proprio a causa del frequente verificarsi di questi fenomeni sismici, l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha espresso una preoccupazione moderata, ma in forte crescita rispetto agli anni passati, del verificarsi di eruzioni vulcaniche nell’area.
Il principale effetto che ha contribuito a mettere in allerta gli esperti e i cittadini locali, è proprio il sollevamento spaventoso del suolo sottostante i Campi Flegrei, cresciuto di circa 2 centimetri ogni mese. Il rallentamento del fenomeno registrato negli ultimi mesi, può alimentare la speranza di evitare la catastrofe. Secondo uno studio avvenuto dall’Osservatorio Vesuviano, branca dell’INGV, ha indicato come l’innalzamento del suolo si sia dimezzato, fino a raggiungere 1 centimetro di crescita al mese.
Il corrente stato sismico dell’area
Nelle scorse settimane sono stati registrati addirittura 24 eventi sismici nella zona dei Campi Flegrei. Si è trattato di fenomeni caratterizzati da un’intensità in se non allarmante, se consideriamo che il più violento ha raggiunto magnitudo 1.9. Nonostante sia stata registrata un’assenza di significativi danni in superficie, la frequenza dell’attività sismica dimostra che nelle aree sotterranee il fenomeno sta proseguendo e non ci sono previsioni di un’eventuale arresto.
Gli esperti ci hanno comunque tenuto ad informare l’intera popolazione che la possibilità di un’eruzione imminente, al momento, è da scartare. Per quanto riguarda lo stato geochimico non sono state evidenziate variazioni allarmanti nei parametri che gli espetti prendono i riferimento: ciò vuol dire che l’emissione di gas ad una temperatura pari a circa 94°C sta continuando senza incappare in ostacoli dalle fumarole dei Campi Flegrei.