Brassaï, al secolo Gyula Halász, è una figura di spicco della fotografia del ventesimo secolo che ha saputo catturare l’essenza di Parigi con il suo obiettivo unico. Il volume “Brassaï, l’occhio di Parigi“, curato da Philippe Ribeyrolles, è una raccolta imperdibile per tutti gli amanti dell’arte e della fotografia. Con la sua impressionante selezione di ben 250 immagini, il libro offre uno sguardo approfondito sulla vita e sulle opere di questo straordinario artista.
Affine alla fotografia, Brassaï si cimentò anche con la scrittura, la scultura e, non meno importante, il cinema, dimostrando una versatilità che pochi hanno raggiunto. Nato in Ungheria nel 1899 e naturalizzato francese, ha vissuto a lungo nella capitale francese, dove ha immortalato tanto le icone artistiche del suo tempo, come Salvador Dalì, Pablo Picasso e Henri Matisse, quanto le piccole vite quotidiane delle strade parigine. La complicità con il celebre scrittore Henry Miller gli valse l’appellativo di “occhio vivo“, proprio per la sua capacità di osservare e interpretare il mondo attraverso una lente affascinante.
Il libro curato da Ribeyrolles non è solo un catalogo fotografico; è un viaggio visivo nella Parigi degli anni del Novecento. In queste pagine troverete immagini che parlano di una vita notturna vivace e frizzante, di mondanità e di poesia. Brassaï, con il suo occhio attento, ha catturato anche i graffiti e le scritte correnti che adornano i muri della Ville Lumière, rendendo ogni angolo della città protagonista di una storia. La sua Parigi è avvolta nell’atmosfera romantica della nebbia e della pioggia, evocando sensazioni di mistero e fascino.
La Parigi di Brassaï: figure e luoghi
Ogni fotografia di Brassaï è un’opera d’arte in sé. Immaginate di trovarvi nel cuore di Parigi, tra stradine acciottolate e piazze immerse nella luce soffusa del tramonto. Con una composizione curata nei minimi dettagli, i suoi scatti rivelano una geometria rigorosa e una prospettiva inusuale che catturano l’attenzione. Vi è un’immagine iconica di Montmartre, dove un’area apparentemente deserta si arricchisce di forme e volumi. Un piccolo cane bianco disteso sui gradini richiama l’attenzione e aggiunge un tocco di dolcezza a quell’immenso silenzio urbano.
Brassaï amava giostrare tra ombra e luce, creando contrasti che accentuano le emozioni. La particolare attenzione ai nudi femminili, insieme a ritratti che riescono a rivelare la profondità dell’animo umano, testimoniano un’abilità unica nel ritrarre non solo il soggetto, ma anche il suo contesto. Non c’è solo il visibile, ma anche l’invisibile che trapela, i pensieri e le emozioni che affiorano come per magia dalle immagini.
Un legame indissolubile con l’arte
La famosa citazione di Brassaï, “Prima di essere colpito dal soggetto, l’occhio deve essere catturato dalla forma“, racchiude perfettamente la sua filosofia artistica. Ogni scatto non è frutto del caso, ma di una costruzione rigorosa che si fa portatrice di un messaggio visivo chiaro e preciso. Le sue immagini non sono destinate a svanire nella memoria; al contrario, si radicano e rimangono, come esperienze vivide, indelebili.
“Brassaï, l’occhio di Parigi” non è solo un libro, ma un’esperienza che vi porterà a camminare nei suoi luoghi, a respirare la sua atmosfera. Questo progetto editoriale si presenta nella doppia lingua, inglese e italiano, per adattarsi a un pubblico più ampio e appassionato, che desidera portare un pezzo di Parigi a casa propria, anche solo attraverso la semplice affezione per la bellezza delle immagini. Le fotografie di Brassaï continuano a vivere come testimoni di un’epoca passata, ma che risuona ancora nel presente, segno di un talento senza tempo.