La Lombardia si conferma una delle regioni più dinamiche e produttive d’Italia, riuscendo a superare vari paesi europei in termini di crescita economica.
I dati recenti emersi durante l’assemblea di Assolombarda ci raccontano di un territorio in costante ascesa, in grado di giocare un ruolo chiave non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.
Negli ultimi anni, la Lombardia ha veramente brillato, registrando dal 2019 al 2023 un impressive +6,7% nella crescita economica. Questo non solo le consente di guadagnarsi il titolo di locomotiva economica d’Italia, ma la colloca anche al decimo posto tra le regioni più performanti in Europa. Infatti, il suo sviluppo ha superato economie importanti come quelle di Spagna, Francia e Germania, dimostrando una resilienza e una capacità di innovazione notevoli. Questo trend positivo non si riflette solo nei numeri, ma nella vita quotidiana dei suoi abitanti, grazie alla crescente occupazione. Il tasso di disoccupazione, che ha visto una flessione del 28,8%, è un chiaro indicatore della vitalità del mercato del lavoro lombardo.
La regione è responsabile di una parte significativa del PIL italiano, producendo ben un quinto del totale. Secondo quanto riportato, nel 2023 il valore aggiunto prodotto dalla Lombardia è stato di 480,6 miliardi di euro, mentre il PIL complessivo dell’Italia ha registrato una crescita più contenuta del +4,6%. Questo divario sottolinea come la Lombardia non solo si basi su settori tradizionali, ma stia anche investendo nell’innovazione e nelle tecnologie moderne, cercando di attuare un pivot strategico verso un’economia sostenibile e diversificata.
Parlando di competitività, la Lombardia non si ferma al mercato nazionale, ma si lancia anche a livello globale. Nel 2023, la regione ha raggiunto un valore di export notevole pari a 163,6 miliardi di euro, rappresentando una porzione significativa dei 626,2 miliardi di euro complessivi dell’Italia. Le province che hanno dato un forte contributo a questi risultati straordinari includono Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, che insieme superano il 50% dell’export regionale. Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, ha espresso come questi risultati siano indice di un impegno verso qualità, innovazione e diversificazione dei prodotti.
In questo contesto, appare chiaro che il successo non è avvenuto per caso. Sfruttando risorse locali e un sistema produttivo altamente integrato, la Lombardia ha saputo posizionarsi come un fulcro dell’industria italiana. Tuttavia, le sfide non mancano, e la capacità di fronteggiare l’evoluzione dei mercati internazionali sarà fondamentale per mantenere e aumentare questo slancio. La regione, quindi, non è solo un attore chiave del panorama italiano, ma ha anche il potenziale per influenzare le dinamiche globali.
Oltre ai successi, la Lombardia non è esente da sfide. Il settore automobilistico, ad esempio, è al centro di un dibattito significativo. Spada ha sollevato preoccupazioni sul mandato europeo di abbandonare i motori endotermici in favore di quelli elettrici. Questa transizione, apparentemente sostenibile, potrebbe comportare una serie di conseguenze negative. Secondo Spada, la scadenza del 2035 per completare questo passaggio non sembra realizzabile. C’è il rischio di perdere circa mezzo milione di posti di lavoro e una diminuzione di fatturato intorno ai 7 miliardi di euro per l’intero settore.
La questione è complicata e richiede un’attenta riflessione su come cicli economici e decisioni politiche influenzano l’industria. La Lombardia, con la sua forte tradizione ingegneristica e automobilistica, si trova a un crocevia: dovrà navigare in acque potenzialmente tumultuose, cercando di bilanciare l’innovazione con la conservazione dell’occupazione.
In un contesto dove le decisioni rapide possono avere ripercussioni profonde, la Lombardia deve dimostrare di essere capace di affrontare il cambiamento senza compromettere i risultati raggiunti fino ad ora. La resilienza e creatività sono le chiavi che potrebbero aiutarla a rimanere competitiva nel panorama globale.