Oggi si è conclusa una manifestazione straordinaria, che ha catturato l’attenzione di visitatori da tutto il globo, l’annuale Esposizione Internazionale d’Arte Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, ospitata all’Arsenale. Questa edizione, giunta alla sua sessantesima, ha fatto registrare risultati sbalorditivi in termini di affluenza, ricreando un’atmosfera vibrante e coinvolgente che ha toccato cuori e menti. La meraviglia dell’arte continua a sorprendere, promuovendo un messaggio di unità al di là delle differenze culturali.
Con un incremento notevole del 18% rispetto all’edizione pre-pandemia del 2019, la Biennale Arte 2024 ha annotato una vendita eccezionale di 700.000 biglietti. E come se non bastasse, la manifestazione ha registrato mediamente circa 3.300 visitatori al giorno. Aggiungiamo poi le quasi 28.000 presenze durante la pre-apertura e la percentuale di visitatori da oltre confine, che si attesta al 59%. Questo fa pensare a quanto l’arte riesca a unire, a portare le persone a condividere esperienze e emozioni, rivelandosi un linguaggio universale. Molti visitatori erano giovani, in particolare studenti sotto i 26 anni, che sono stati più di 190.000, rappresentando il 30% dell’intera affluenza. Un dato che evidenzia quanto sia rilevante l’arte nella vita dei giovani e come questa possa influenzare positivamente le nuove generazioni.
Inoltre, si è registrato un aumento del 20% di partecipazione da parte delle scuole primarie, e ben il 35% delle istituzioni scolastiche proveniva dall’estero. Numeri impressionanti, che raccontano di un forte desiderio di cultura e di apprendimento, e di come l’arte possa essere un ottimo strumento educativo per i più giovani. Insomma, l’arte non si è fermata, ma al contrario, si è ampliata, attraversando lingue e culture, avvolgendo il pubblico in un abbraccio di bellezza e creatività.
Mai come quest’anno la Biennale ha dato spazio a categorie fragili, segnando un risultato senza precedenti con un aumento del 67% nella loro partecipazione. Un segno importante della volontà di rendere l’arte accessibile a tutti, anche a coloro che sono spesso trascurati o esclusi dai circuiti tradizionali. La presenza di questa moltitudine diverse ha arricchito ulteriormente l’esperienza della mostra, aggiungendo voci e testimonianze che altrimenti non avrebbero trovato un palcoscenico.
Con questo impegno, la Biennale si è dimostrata non solo un luogo di esposizione, ma uno spazio di crescita e inclusione, dove tutti possono trovare un posto. Il numero di 4.289 giornalisti accreditati, da tutte le parti del mondo, riflette un grande interesse nei confronti di questo evento che, anche quest’anno, ha saputo attrarre l’attenzione di media e critici. La cultura dell’inclusione si è fatta portatrice di nuove possibilità artistiche e comunicative, generando dialogo e riflessione in un contesto globale sempre più complesso.
Al termine di questa edizione, Pietrangelo Buttafuoco ha condiviso con il pubblico un sincero saluto a questa Biennale, richiamando l’atmosfera di nostalgia che si prova alla chiusura di eventi così significativi. Le parole di Buttafuoco hanno sottolineato il messaggio universale di accoglienza e reciprocità incarnato dalla mostra curata da Adriano Pedrosa. Un’arte capace di superare confini e barriere, parlando un linguaggio che risuona in ogni angolo del pianeta. Le opere esposte hanno saputo dimostrare, come mai prima, che nell’arte troveremo sempre uno spazio per l’incontro, laddove la bellezza prende vita attraverso la diversità.
Adriano Pedrosa, curatore dell’evento, ha esposto le sue considerazioni in modo chiaro. Ha messo in risalto come questo viaggio non finisca qui; anzi, aprirà nuove strade al futuro dell’arte e degli artisti, specie quelli provenienti da aree lontane. L’attenzione a artisti del Sud del Mondo, a figure queer o autodidatte dall’Africa, Asia e America Latina, rappresenta un passo importante verso una comprensione più profonda e inclusiva dell’arte. È ora di guardare avanti, con un occhio attento all’evoluzione di questi temi e alla loro rilevanza nella società contemporanea. La sfida sarà quella di continuare a portare alla luce quei talenti spesso trascurati, per arricchire il panorama culturale mondiale.