La mostra “Signature” nel poliambulatorio di Sospiro è un evento che celebra l’espressione personale attraverso la firma. Questa esposizione, realizzata dagli ospiti del reparto di Geriatria B1-B2 e A1-A2 della Fondazione Sospiro, rappresenta un momento non solo artistico ma anche umano, dove creatività e socialità si intrecciano. In questo articolo, scopriremo il significato di questa iniziativa e l’importanza dell’autenticità in una firma.
Un percorso di scoperta e creatività
L’esposizione “Signature” è il risultato di un laborioso percorso laboratoriale che ha avuto luogo durante l’estate presso il poliambulatorio ‘Fausto Garini’. Gli ospiti dei reparti di Geriatria hanno avuto l’opportunità di esplorare l’arte della calligrafia e della grafia personale. Ogni firma non è solo una semplice scritta, ma un riflesso della personalità, del carattere e delle emozioni di chi la compone. In questo senso, la mostra si pone come un’importante testimonianza della loro individualità.
Durante le sedute di laboratorio, i partecipanti hanno potuto provare diverse tecniche di scrittura e pittura. Questo approccio non solo ha permesso di affinare le loro abilità motorie ma ha anche contribuito al miglioramento dell’equilibrio e della coordinazione. È stato un viaggio che ha portato a una maggiore consapevolezza del proprio corpo e della propria creatività. Le firme, realizzate con vari strumenti, hanno dato vita a opere che raccontano tanto della storia personale di ogni partecipante.
L’importanza della relazione e della condivisione
La mostra non è stata solo un’attività artistica; essa ha creato uno spazio di relazione e condivisione tra i partecipanti. Grazie alla guida dell’artista terapista Maria Vittoria Carazzone e delle educatrici, Valeria Stringhini e Martina Viani, i partecipanti hanno collaborato attivamente. Questo ha dato vita a un duplice livello di esperienza: da un lato, la scoperta e l’affermazione dell’io individuale, dall’altro, l’interazione e l’unione con gli altri membri del gruppo.
Gli stencil creati dalle opere degli ospiti sono stati utilizzati per arricchire le creazioni finali, stratificando colori e stili in un approccio che rispetta la singolarità e la creatività di ciascuno. Attraverso l’uso di materiali condivisi, i partecipanti hanno potuto confrontarsi tranquillamente e scambiare idee, arricchendo l’esperienza di ognuno. Queste dinamiche relazionali hanno portato a una comunione di intenti che ha reso il laboratorio un’esperienza vivace e significativa.
L’inaugurazione e la partecipazione della comunità
L’inaugurazione della mostra ha visto la partecipazione di diverse personalità, pronte a dall’incontro tra arte e comunità. Il presidente di Fondazione Sospiro, Giovanni Scotti, ha presenziato all’evento, sottolineando l’importanza di un’iniziativa che valorizza l’espressione personale degli ospiti. Con lui, la terapista Maria Vittoria Carazzone e le educatrici coinvolte, insieme al sindaco Fausto Ghisolfi e al parroco don Ernesto Marciò, hanno reso evidente il supporto della comunità locale.
Questo momento di celebrazione ha rappresentato una forma di riconoscimento non solo per il lavoro svolto, ma anche per il potere dell’arte nella vita di persone spesso dimenticate. La mostra “Signature” si è trasformata in un simbolo di speranza e rinascita, un raggio di luce che illumina il percorso di chi, attraverso la firma, trova un modo per comunicare e connettersi con il mondo esterno.
In sintesi, “Signature” non è solo una mostra, ma un viaggio attraverso il quale gli ospiti della Fondazione Sospiro hanno potuto esplorare e affermare la propria identità, in un contesto ricco di relazioni e scambi. L’arte, in questa occasione, si è rivelata un potente veicolo di espressione e libertà, dimostrando che la creatività non ha età e può accompagnarci in ogni tappa della vita.