L’evento è organizzato da AIPaSIM, l’Associazione Italiana Pazienti con Sindrome Mielodisplastica, e vede protagonisti, tra gli altri, alcune figure di spicco come Giuseppe Cafiero, un’importantissima figura del settore. Non solo arte, ma anche un modo per avvicinare il pubblico alla complessità dell’ematologia attraverso immagini e opere che traducono ciò che si osserva sotto il microscopio. Da lunedì 18 novembre fino al 13 dicembre 2024, l’atrio principale dell’Ospedale Niguarda ospiterà perciò quest’evento che merita, senza alcun dubbio, più di uno sguardo.
L’arte svelata dalla scienza
Questa mostra rappresenta un’incursione nel meraviglioso mondo della medicina, dove l’ematologo può trasformare ciò che vede al microscopio in vere e proprie opere d’arte. Grazie all’avanzamento delle tecnologie digitali, ora è possibile elaborare immagini che non solo rivelano aspetti microscopici del corpo umano, ma creano anche un linguaggio visivo accessibile e affascinante per il pubblico. Cafiero ha sottolineato un aspetto interessante: «La visione di un dettaglio catturato grazie alle moderne tecniche di indagine clinica può attenuarne la severità». In questo contesto, le opere artistiche diventano strumento di sensibilizzazione su malattie altrimenti difficili da comprendere. Rappresentazioni fumettistiche e collage dai colori vivaci aiutano a portare alla luce temi complessi in modo più accessibile, invitando il visitatore a riflettere sul proprio corpo e sulla salute.
La magia della microscopia
Molti non sanno che l’osservazione microscopica riveste ancora un ruolo centrale in molti aspetti della diagnosi in ematologia. Alfredo Molteni, uno dei protagonisti della mostra, evidenzia come quest’evento si pone come un’opportunità per far avvicinare il pubblico a questa branca della medicina. Le immagini, frutto di osservazioni cliniche e tecniche d’avanguardia, sprigionano una bellezza inaspettata. «Non abbiamo l’obiettivo di spiegare la scienza, ma di rendere visibile il fascino nascosto della realtà clinica», racconta con entusiasmo Marta Riva. Questa esposizione così unica dimostra come un tema difficile come la scienza possa in realtà affascinare e stupire, mostrando come, persino nello studio più rigoroso, ci sia un elemento di meraviglia.
Sguardi da un universo diverso
Quando si parla di immagini ottenute tramite microscopia, non si può fare a meno di pensare a come queste rappresentazioni sembino provenire da un altro pianeta. “Immagini fantastiche”, così le definisce Riva, e questo invita tutti noi a guardare oltre la superficie delle cose. Durante la preparazione della mostra, sono state invitate figure del settore a condividere le loro scoperte visive, e quel che ne è emerso è uno spettacolo di forme e colori che trasmettono molta più di quanto si possa immaginare. «Vogliamo avvicinare i visitatori e far loro vedere la patologia ematologica da un’ottica differente», sottolineano gli organizzatori. Inoltre, ogni immagine racconta una storia, portando alla luce i drammi e le speranze legate alla salute umana.
La scienza che stimola curiosità
Un altro aspetto affascinante di questa esposizione è la convinzione che la scienza e l’arte possano coesistere e arricchirsi a vicenda. Laura Merlini, una delle curatrici, afferma come la curiosità sia il motore di entrambe le esperienze. «La scienza, pur essendo razionale, è spesso animata da meraviglia e desiderio di esplorare. L’arte trasmette emozioni, mentre la scienza offre strumenti per comprendere il mondo», conclude. È chiaro che questa mostra non si limita ad un’esperienza estetica, ma diventa un incontro culturale che stimola una riflessione profonda sulla vita, la salute e la bellezza della scienza.
In questo modo si apre una nuova porta verso la comprensione delle malattie e della medicina; un’esperienza visiva che, ben oltre la critica, celebra l’inarrestabile connessione tra arte, scienza e umanità.