La recente XIX sessione del Comitato Intergovernativo della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, in corso a Asunción, ha portato illuminanti novità. Infatti, dal 2 al 7 dicembre, è stata ufficialmente riconosciuta l’estensione dell’Arte Campanaria tradizionale anche all’Italia, aggiungendo così un’importante tappa al prestigioso elenco Unesco dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità. Questo risultato, come ha sottolineato il ministero della Cultura, celebra una delle tradizioni più antiche e amate del nostro Paese, già precedentemente attribuita alla Spagna nel 2022.
L’arte campanaria è molto più di un mero suono; rappresenta un simbolo di unità e tradizione che attraversa il tempo e lo spazio. Questo patrimonio immateriale, che ha le sue radici profonde nella cultura italiana, incarna l’essenza della celebrazione e della comunità. Le campane delle nostre chiese e cattedrali non solo segnano il passare del tempo, ma uniscono generazioni diverse, attraversando epoche e culture diverse. Anche se può sembrare strano, il loro suono melodioso ha una straordinaria capacità di evocare ricordi e sensazioni, contribuendo a creare un’atmosfera di festa e di connessione.
L’arte campanaria si compone di una serie di aspetti non solo esterni, ma anche interni: dalle tecniche utilizzate per suonare le campane alla loro realizzazione, fino ai dettagli architettonici delle storiche celle campanarie e dei magnifici campanili che adornano i nostri borghi. Questi elementi, insieme alla viva partecipazione della comunità, creano paesaggi sonori che risuonano nelle strade e nelle piazze, rendendo ancora più vibrante il legame con le tradizioni locali. Da Nord a Sud, ogni regione ha la sua interpretazione unica dell’arte campanaria, rendendo questo riconoscimento Unesco un tributo alla diversità culturale e all’universalità dell’esperienza umana.
La conquista di questo riconoscimento internazionale non è un affare da poco: è il frutto di un lungo e laborioso processo di candidatura. Nello specifico, l’ufficio Unesco del ministero della Cultura ha coordinato la richiesta con grande attenzione e impegno. Questo sforzo è stato supportato dalla Federazione Nazionale Suonatori di Campane e un gran numero di associazioni locali, rappresentanti delle comunità di praticanti che hanno contribuito con passione alla custodia di questa tradizione.
Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme alla Delegazione Permanente Italiana presso l’Unesco, ha offerto fondamentale collaborazione, sottolineando ancora una volta l’importanza di lavorare insieme per salvaguardare il patrimonio culturale del nostro Paese. Ogni passo di questo cammino ha richiesto dedizione e impegno collettivo, riflettendo l’amore e la passione che circondano l’arte campanaria. È davvero emozionante vedere come la tradizione possa unirci e farci sentire parte di qualcosa di più grande.
Il sottosegretario di Stato alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha voluto condividere un messaggio significativo in merito a questo riconoscimento: “Voglio dedicare questo a chi verrà dopo di noi, affinché continuino a proteggere e mantenere viva l’arte tradizionale dei campanari.” Questa frase semplice ma potente riflette l’importanza di tramandare le tradizioni alle nuove generazioni, affinché possano anche loro godere e preservare il patrimonio culturale a cui apparteniamo.
L’eco di quel suono, proveniente da migliaia di campanili che punteggiano il nostro Paese, rappresenta un legame profondo con le nostre radici. È un richiamo che risuona nei momenti speciali della vita di ogni comunità. Il “suono della domenica” evocato da artisti come Zucchero, rappresenta esattamente questo: un elemento che scandisce il ritmo delle nostre vite, accompagnando i festeggiamenti e rendendo ogni celebrazione ancora più speciale. Con questo riconoscimento, l’arte campanaria non diventa solo patrimonio da salvaguardare, ma un simbolo che continua a vivere e ad affascinare tutti.