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Archeologia, Antico Egitto epoca di sanguinari guerrieri: la scoperta che fa luce sull’oscuro passato

La straordinaria scoperta permetterà agli esperti di ottenere nuove significative informazioni sul passato storico della civiltà egizia, specie sulla loro organizzazione bellica

L’importanza fondamentale posseduta dell’archeologia correlata all’antica civiltà egizia per la ricostruzione delle scoperte, delle invenzioni e delle abitudini della specie umana nel passato, ha portato alla coniazione di un termine specificamente dedicato a tale ambito di studi: l’Egittologia.

La volontà di approfondimento della storia e della società dell’Antico Egitto ha avuto inizio nel corso del XIX secolo, quando l’uomo ha ottenuto i mezzi necessari per decifrare la scrittura e il linguaggio di questa popolazione. Tra i punti cruciali che hanno segnato l’Egittologia moderna c’è senza dubbio la scoperta dell’ingresso alla piramide di Chefren, avvenuta nel 1818 per merito dell’esploratore padovano Giovanni Battista Belzoni.

Il sensazionale rinvenimento precedette soltanto di qualche anno la completa decifrazione del sistema geroglifico, grazie al francese Jean-Francçois Champollion. Un altro tassello fondamentale è rappresentato dal rinvenimento nella Valle dei Re della tomba del Faraone Tutankhamon, risalente al 1922 per opera della coppia di archeologi britannici Carter e Carnarvon.

Le indagini continuarono ad intensificarsi nel periodo che intercorse tra le guerre mondiali, con le operazioni di scavo da allora condotte che hanno permesso di definire in maniera sempre più chiara l’organizzazione della società egizia, fino a giungere ai giorni nostri, quando anche grazie alle nuove tecniche per il trattamento del terreno e dei reperti, le spedizioni verso l’Egitto continuano incessanti.

L’importanza di un solido sistema militare

L’espansione e il crescente prestigio della civiltà egizia furono possibili soprattutto grazie alle campagne militari condotte nel corso della storia, che hanno portato alla conquista di un numero di territori sempre crescente, permettendo di influenzare numerose civiltà nelle aree circostanti nel corso degli attacchi e delle invasioni condotte dal potente esercito. Ciò si riflette inevitabilmente nell’architettura e nelle infrastrutture dell’epoca; se da un lato abbiamo molte testimonianze di edificazioni volte a celebrare le vittorie nelle campagne belliche contro i nemici, non sono da meno le fortificazioni militari costruite per proteggere i confini del regno dalle intrusioni nemiche.

E non si trattava di semplici mura di contenimento, bensì di postazioni dislocate in punti strategici nelle zone a ridosso dei confini, in modo tale da controllare ed intervenire tempestivamente nel caso di rischio di un attacco nemico. All’interno delle principali città, invece, trovavano spazio vere e proprie caserme militari per l’addestramento, nonché magazzini dove poter riporre l’arsenale e le provviste a disposizione dei militari. La ricostruzione delle usanze, delle abitudini e degli atteggiamenti delle popolazioni passate è possibile, come ben sappiamo, grazie all’archeologia. Ed è proprio merito di un team di esperti il rinvenimento di un complesso militare che potrà davvero aiutarci a comprendere ancora meglio l’organizzazione delle battaglie e dell’assetto bellico nell’antico Egitto.

Gli scavi rinvenuti (Ministry of Tourism and Antiquities of Egypt foto) – www.quotidianoarte.it

Il complesso che è stato rinvenuto

E’ stato riportato alla luce un sito archeologico risalente a circa 3.000 anni fa. Tale complesso è costituito da strutture realizzate in mattoni di fango ed include magazzini e caserme militari. A detta degli esperti stessi si tratta di una fortificazione volta a proteggere i confini dell’antico Regno d’Egitto nella zona nord-occidentale. Nel sito archeologico sono stati ritrovati cimeli davvero sorprendenti, che ci aiutano a comprendere maggiori dettagli riguardanti la vita e le abitudini delle forze militarie egizie, nonché di quanto le capacità strategiche fossero determinanti per garantire una sufficiente protezione del territorio.

Tra le armi in dotazione degli antichi soldati egizi rinvenute in questo sito spicca una spada in bronzo, che presenta tra le sue decorazioni l’emblema di Ramses II, meglio noto come ‘Il Grande’. Tale elemento ha condotto gli archeologi alla conclusione che quel complesso venisse utilizzato da un enorme e potente esercito proprio agli ordini del Faraone sopracitato. Le peculiarità proseguono all’interno della caserma, dove sono state individuate incisioni rupestri raffiguranti le grande imprese raggiunte durante le battaglie, con scene che rappresentano elementi precisi degli scontri bellici.

Published by
Flavio Forlini