Alla Biennale Arte: l’incantevole danza di Electric Dress di Puppies Puppies

Un evento straordinario ha inondato Venezia di emozioni e arte durante la recente fase conclusiva della 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale. Quest’anno la tematica “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere“, curata da Adriano Pedrosa, ha dato una voce potente a otto artisti che hanno saputo trasformare gli spazi storici dell’Arsenale in un palcoscenico vibrante. Tra performance indimenticabili e opere evocative, Electric Dress di Puppies Puppies ha rubato la scena.

A catturare l’attenzione del pubblico è stata senza dubbio la performance “My heart is beating as I lip sync to this song” di Puppies Puppies, il nome d’arte di Jade Guanaro Kuriki-Olivo. Questa lettura artistica si è svolta all’interno delle Corderie, uno degli spazi più suggestivi dell’Arsenale, dove l’atmosfera è diventata intensamente coinvolgente. Il cuore pulsante della performance è stata la scultura al neon indossabile chiamata Electric Dress, un pezzo che trasmette un messaggio potente: è un tributo alle vittime della tragica sparatoria di massa al Pulse di Orlando, avvenuta nel 2016.

Martina Rota, la performer che ha indossato l’opera, ha realizzato una performance che ha variato tra il ballo e il canto in playback di due canzoni pop iconiche. Con i movimenti fluidi e la luce dell’Electric Dress che illuminava la scena, il momento si è trasformato in una celebrazione collettiva e in un ricordo profondo. La danza ha incantato gli spettatori, trasformando anche i più distanti in partecipanti attivi a un’esperienza emozionale e significativa.

Il potere del ricordo: una celebrazione che unisce

Questa performance non è stata solo un’esibizione di danza, ma un momento catartico, un’onda di emozioni che ha avvolto tutti i presenti. La scelta di canzoni pop ben conosciute ha saputo, infatti, toccare il cuore del pubblico, che si è unito in una sorta di coro non ufficiale, creando un’atmosfera di connessione profonda. L’omaggio agli eventi drammatici di Orlando non è mai stato così evocativo grazie alla fusione di arte visiva e performance dal vivo.

Nel contesto della Biennale, Electric Dress emerge come simbolo di una lotta più ampia, una rappresentazione dell’inclusività e della celebrazione delle identità queer. Fin dalla sua inaugurazione, la Biennale ha sempre avuto un occhio attento alle tematiche sociali e politiche, e quest’anno non ha deluso. La performance è diventata così una testimonianza di resistenza e speranza, un esperimento artistico che ha saputo unire le persone intorno a valori condivisi e una causa comune.

L’atmosfera viva di Venezia: arte e performance in sinergia

Venezia, con le sue storie antiche e i suoi canali, ha offerto la cornice perfetta per l’intensità delle performance presentate durante la settimana conclusiva della Biennale. La capitale della cultura contemporanea ha visto esibirsi Isaac Chong Wai, Joshua Serafin, e altri artisti di spicco, ma Electric Dress di Puppies Puppies è riuscita a ritagliarsi uno spazio speciale nei cuori dei visitatori.

Il dialogo tra l’arte e il pubblico è stato palpabile; gli artisti, infatti, hanno creato uno scambio intimo con gli spettatori, trasformando i momenti di solitudine in esperienze condivise. Azioni coreografiche, pezzi di arte interattiva e performance ispirate hanno risvegliato l’interesse e curiosità di chi vi ha preso parte. Le Corderie, con i loro spazi imponenti, sono diventati un palcoscenico straordinario dove ogni creazione ha avuto la possibilità di brillare e dialogare con il contesto che la circondava.

L’energia che pervadeva Venezia era contagiosa; ogni artista ha avuto l’opportunità di esprimere un messaggio con il proprio linguaggio, creando così una magica armonia di forme e suoni che ha attirato e avvolto chiunque fosse nei paraggi. La Biennale di Venezia non è solo un evento, ma un’esperienza collettiva che fa vibrare le emozioni e le connessioni.

Published by
Ludovica Rossi